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Arrivai avanti il piccolo spiazzo che dava sulla casa di mio padre, lo trovai affiancato dalle gemelle come suo solito, si faceva accompagnare da loro in una piccola visita nel nostro giardino, anche se non poteva vedere la bellezza di quei fiori amava comunque immergersi nel loro profumo.

Una delle due mi vide e, probabilmente avvisandolo del mio arrivo, mi fecero un cenno del capo come ad avvisarmi di raggiungerlo, cosa che feci qualche istante dopo, pochi passi bastarono per ritrovarmi avanti la sua figura.

Allungò una mano verso di me, feci per stringerla fra le mie dita ma lui me lo impedì usando il mio braccio come guida per riuscire ad avvolgermi contro il suo petto, una mano accarezzò la mia testa con un tocco gentile che a dirla tutta mi mancava.

Quelle attenzioni, quegli abbracci amorevoli di un genitore che ti vuole bene, sapevo che ogni giorno in questi anni ha cercato di non farmeli mancare, sapeva chi ero in realtà e come potevo essere con qualcuno di cui davvero mi fidavo. Sapeva farmi stare bene anche con la tempesta che mi divorava dall'interno.

-Sono felice tu sia tornata sana e salva, fra due settimane sarai pronta per partire anche tu in missione, sono fiero di te.

La voce dolce del ragazzo mi scaldò il cuore, immaginavo stesse sorridendo ma nascosi il volto contro il suo petto, dietro una mano con cui stringevo il tessuto del suo haori. Non è stato merito mio padre, quel ragazzo, Zenitsu, ha fatto tutto lui mentre io mi facevo prendere dal panico.

-Ti va di farmi compagnia? Avevo voglia di fare un giro, è una così bella giornata.

-Certamente padre, vi accompagno volentieri.

Dissi vedendolo sorridere, intrecciò un braccio al mio, riprendendo a camminare al mio fianco, con noi le due gemelle che ci seguivano silenziose.

-So ciò che pensi, non devi tenere, la prima volta che si incontra un demone è normale farsi prendere dal panico, non ne hai colpe.

Alzai gli occhi stupita verso di lui, sapeva tutto ciò che era avvenuto, allora perché era così felice?

-Non dare meriti solo a quel ragazzo, se non fosse stato per te non avrebbe mostrato tale grinta. Non è scappato perché ti ha visto combattere, tremavi ma eri ancora lì. In battaglia non è solo la capacità di combattere che conta, ma anche saper incoraggiare i compagni a non mollare e tu, figlia mia, me lo hai dimostrato.

-Fatemi indovinare padre, corvi?

Chiesi con un tono divertito cercando di reprimere il sorriso che stava per comparire sul mio volto, mi stavo dando della stupida, dovevo immaginarlo.

-Possiamo dire di sì, ho mandato il mio personale a vedere come andava il tuo esame, ti ha osservato per tutti quei giorni e poi è venuto a riferirmi tutto. Non potevo di certo stare qui in attesa senza far nulla, sei mia figlia infondo, ero preoccupato. Piuttosto, so che hai trovato una cosa che vorresti restituire al suo proprietario.

Annuii in un piccolo verso di approvazione, l'ultimo giorno a dirla tutta avevo trovato a terra la maschera di una volpe, ricordavo di averla vista sulla chioma di Tanjiro ma quando lo rividi fuori l'esame ero troppo persa a guardare il suo sorriso per ricordarmene. Ora che ci penso non capivo tutta questa agitazione al suo solo pensiero, ogni volta che pensavo a lui in questi ultimi anni sentivo come se mi mancasse averlo vicino a me, con i battiti che aumentavano ed uno strano calore che avvolgeva il mio corpo.

-Potrei chiedere a Tomioka di accompagnarti, conosce bene quella strada di montagna e mi sentirò meglio sapendo che c'è lui ad affiancarti.

-Non sono più una bambina padre, posso andarci tranquillamente io, non posso fare scomodare uno dei pilastri per un capriccio infantile.

Alzai lo sguardo verso di lui, stava sorridendo dolcemente lasciandosi sfuggite una piccola risata, si fermò sul posto chiedendo poi la compagnia delle gemelle al suo fianco dopo aver dato un ultima carezza al mio volto.

-Allora lasciati accompagnare almeno dal corvo, ti guiderà lui ma in caso si fa tardi dovrai rimanere lì, meglio non correre rischi. Manderò un messaggio al maestro Urokodaki immediatamente per avvisarlo.

Con queste parole mi salutò con un sorriso, dopo di che si allontanò da me andandosi a riparare fra le mura di casa, per quanto debole possa diventare mi pare impossibile pensare che lui possa rassegnarsi. Ne sono certa, non mollerà ed andrà avanti, deve farlo, ne ho bisogno.

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Bussai un paio di volte alla porta della piccola capanna di montagna, per quanto veloce possa aver camminato e delle volte corso, arrivai che era tardo pomeriggio, la sera non tardava ad arrivare. Tutto perché prima ho voluto fare un bagno caldo e prepararmi mettendomi la divisa da Demon Slayer.

Un uomo mascherato aprì la porta, mi guardò dall'alto verso il basso squadrando la mia figura, si spostò poi dall'entrata mormorando a bassa voce:

-Ti aspettavo, Tanjiro è ad allenarsi nel bosco, tornerà a momenti. Puoi aspettarlo qui dentro intanto.

-Perdoni il disturbo a quest'ora.

Dissi entrando nella piccola capanna, il tempo per lui di chiudere la porta che se ne aprì una seconda, anche se di poco, mostrando la figura di una ragazza dai grandi occhi rosati e la pelle pallida, lunghi capelli castani mentre teneva qualcosa in bocca, non feci troppe domande.

Passarono una manciata di minuti, la ragazza poi scattò fuori dalla porta correndo verso quella principale, da quest'ultima vidi entrare il ragazzo dagli occhi cremisi, strinse a se la ragazza per poi notare la mia presenza, rimase con lo sguardo da ebete per qualche istante prima di sorridere dolcemente.

-Sapevo che avevamo visite, non immaginavo fossi tu.

-Se non ti va bene posso anche andarmene!

Ribattei con un piccolo filo di divertimento nella voce, mi affiancò mettendosi seduto accanto a me, così come fece con lui la ragazza.

-Non so se ti ricordi di lei, era nata da poco l'ultima volta che l'hai vista, è Nezuko.

Guardai la ragazza per poi annuire appena, lei continuava a guardarmi come se stesse studiando la mia figura, non aveva parlato per tutto questo tempo.

-Vedevo della somiglianza con tua madre in effetti..

-Quindi, cosa ti porta qui?

Neanche il tempo di farmi finire la frase che ribatté con una seconda domanda, facendomi alzare gli occhi al cielo disperata, lui invece scoppiò in una sonora risata.

-Scusa, sto correndo troppo, ma ho così tante cose da chiederti che non so da dove partire!

-Non lo avevo notato tranquillo, per quanto riguarda la mia visita, penso tu abbia dimenticato qualcosa..

Così lo guardai mentre mi studiava con fare curioso, alzando le sopracciglia nel vedere la sua maschera fra le mie mani, intenta a porgerla verso di lui. Mi sorrise afferrandola e rimanendo a guardarla per qualche tempo.

-Il maestro Urokodaki aveva ragione, questa maschera porta fortuna...

Rimasi ferma ad osservarlo, curiosa del perché avesse detto quelle parole, poi spostò i suoi occhi cremisi dall'oggetto ai miei, mostrandomi uno dei suoi sorrisi più belli.

-Mi ha permesso di rivederti.

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora