Mi liberai dalla stretta di Rengoku, alzai lo sguardo da terra solo sotto suo comando, le sue dita difatti afferrarono con dolcezza il mio mento così da unire i nostri occhi in una reciproca richiesta di scuse, il suo dolce sorriso mi rassenerava appena su ciò che credevo stesse pensando di me dopo il piccolo teatrino che avevo messo su.
<Tomioka mi ha detto che tu vuoi proteggere le persone a cui tieni, mi dispiace averti impiantato il mio dovere non pensando ai tuoi desideri...potrai mai perdonarmi?>
La sua voce era così bassa, impercettibile, quasi sembrava avesse paura di chiedere il mio perdono quando lui non aveva nessuna colpa, solo quella di provare affetto fraterno nei miei confronti tanto da volermi proteggere in ogni modo esistente.
<Non hai bisogno del mio perdono, tu non hai fatto nulla infondo, ed io non sono in grado di dirti no quindi magari la colpa se proprio deve esserci è la mia>
La mia risposta lo fece ridacchiare divertito, un sorriso che illuminò quel volto facendo concorrenza al sole alto nel cielo e presente nei suoi occhi, era questo Rengoku, il sole che ti illuminava la più buia delle giornate con un semplice sorriso.
<Facciamo che è di entrambi..ci voleva Tomioka per dare una svegliata ad entrambi vero?> Il suo tono di voce ritornò quello di sempre, adesso sì che avevo avanti a me il Rengoku che conoscevo.
<Certo, adesso però non urlare! Qui ci sono dei malati che riposano> il fatto che per rimproverarlo alzai io stessa la voce lo fece ridere, una risata fragorosa e sincera mentre con l'indice si asciugò una lacrima che cercava di sfuggire dal suo controllo.
<Hai appena fatto lo stesso, cbiando argomento... tuo padre voleva parlarti ma sei scappata via con quei due tanto velocemente da non dargli il tempo di richiamarti. Tranquilla non ha intenzione di punirvi per averli difesi. Magari...stai attenta a Sanemi per un po'>
<Sei venuto qui solo per questo quindi! Tutto il resto era solo un optional? Gentile da parte tua davvero> feci la finta offesa allacciando le braccia al petto, il mio teatrino però non durò a lungo.
Difatti bastò un solo gesto da parte sua, posò una mano sulla mia testa accarezzando appena con le dita la cute, infilandole quel poco che serviva fra le ciocche di capelli, sapeva che quello era l'unico modo per calmarmi e lo usava a suo favore troppe volte.
<Non metterei mai al secondo posto fare pace con te ad un messaggio, per nulla al mondo. Ora devo andare che ho un po'di scartoffie da compilare, qualcuno dovrà pur farlo>
Un bacio, un semplice e puro bacio fra i miei capelli e se ne andò senza neanche aspettare risposta, così rassegnata me ne andai verso casa dove di sicuro ad attendermi c'erano il capofamiglia e le gemelle.
<Eccoti qui. Eri scappata vero?>
La voce era troppo facile da riconoscere per sperare di aver sbagliato, scambiandolo per altro, la prima delle mie punizioni per aver agito senza pensare stava già arrivando.
<Io? Scappare? Quando mai pft...> Mi voltai verso Sanemi, lo sguardo furioso nella mia direzione nonostante il ghigno che regnava sovrano sulla sua espressione quasi psicopatica, la sua guancia ancora segnata dal mio pugno.
<Sanemi, lei ha avuto una motivazione per la sua ostilità verso altri cacciatori, non credo tu ne abbia alcune altrettanto schiaccianti da illustrare al capofamiglia>
La voce del corvino arrivò alle mie orecchie come il canto di un angelo, la sua voce soave e pacata creò dei brividi che attraversarono la mia schiena facendomi venire la pelle d'oca, vederlo poi superarmi per piazzarsi avanti a me non miglioró la mia situazione.
<Ha osato darmi un pugno, deve imparare a stare al suo posto>
<Tu hai voluto fare di testa tua nonostante le parole del capofamiglia, facendo del male a quel demone ignorando ogni ordine. Chi dei due ha ragione?> Con le braccia allacciate al petto disse quelle parole con un tono fermo e severo, sapendo di avere la vittoria in pugno in quel piccolo conflitto da nulla.
Solo quando Sanemi si allontanò in un borbottio fastidioso decise di bearmi del magnifico spettacolo che erano i suoi occhi, il suo volto in ogni particolare, voltandosi verso di me con la testa appena inclinata.
<Dovresti fare attenzione a come rispondi, ogni persona ha un modo di reagire differente, soprattutto lui>
<Ti ringrazio, non solo per questo ma...anche per prima. Se tu non avessi fermato Iguro e Rengoku non avrei potuto fare ciò che è successo>
In realtà volevo ringraziarlo anche per altro, per il suo aiuto, per l'allenamento e per essere così gentile con me.
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Tomioka Pov's
Passò qualche ora da quando la vidi l'ultima volta, la sera era vicina e le prime stelle iniziavano a macchiare di luce il cielo che mano a mano diventava sempre più scuro, una leggera brezza rinfrescava il mio volto con il suo soffio gentile mentre mi incamminai verso quelle terme naturali che solo io e lei conoscevamo, più mi avvicinavo ad esso però più sentivo un canto soave addolcire il mio sguardo pensieroso.
Non appena arrivai notai la figura di spalle della ragazza che occupava i miei pensieri, immersa nelle acque calde di quel paradiso mentre era impegnata a guardare il paesaggio che la circondava, i capelli raccolti nel suo solito fermaglio da cui mai si separava e quella canzone dolce che usciva dalle sue labbra come il canto di un angelo.
Perché per occhi come i miei abituati a vedere solo demoni lei era proprio questo, un piccolo angelo guerriero che aveva appena imparato a spiegare le ali e che prima o poi si allontanerà da me.
<Hai questa assurda mania di rimanere da sola la sera, hai intenzione di farti ammazzare?> Solo dopo essermi voltato a mia volta, le spalle verso di lei e le braccia allacciate al petto, mormorai quelle parole quasi come incerto sul farmi scoprire oppure no.
Sentii l'acqua smuoversi attorno a lei con agitazione, probabilmente si era spaventata immergendosi ancora di più in quel bagno di vapore, mi rispose solo pochi attimi dopo.
<Avevo bisogno di tranquillità e son venuta qui, non trovando altre persone è molto meglio dei bagni comuni> una lieve risata abbandonò le sue labbra, per mia fortuna non poté vedere la mia espressione, un sorriso accennato mi comparve in volto mentre abbassai lo sguardo verso i fili d'erba avanti a me.
<Devi comunque pensare che potrebbero attaccarti da un momento all'altro>
<Adesso ci sei tu no?>
Alzai le sopracciglia alle sue parole, al modo in cui le aveva dette sembrava quasi imbarazzata, o timida magari, ma di sicuro con il suo solito sorriso in volto.
Quanto vorrei voltarmi a vederlo, bearmi di quello spettacolo molto più bello della tela stellata che era ormai diventato il cielo, accontentandomi però di immaginarlo nella mia testa.<Si, adesso ci sono io>
Dissi quelle semplici parole cercando di mascherare il tutto, così mi misi seduto a terra, gambe incrociate e sguardo alto oltre gli alberi, ancora una volta aspetteremo l'alba insieme mio piccolo angelo.
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Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader
FanfictionL'aria fresca mi soffiava sulle guance, ancora una volta mi ero svegliata di soprassalto a causa di un incubo, così mi diressi sul tetto della casa intenta a fissare le stelle. Il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri era poco più avanti, int...