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Passarono alcuni giorni dalla proposta fatta da mio padre, accompagnata dal sostegno di Rengoku mentre lì a sostenere me c'era solamente Tomioka, e mi bastava.

Non sapevo come descrivere bene questa situazione, per adesso entrambi avevamo paura di scambiarci anche solo uno sguardo di troppo in pubblico, sfruttando il 'nostro posto speciale' come luogo d'incontro per poter anche solo parlare tranquilli senza che nessuno s'intrometta, inoltre ogni giorno mi mostrava una parte del suo carattere che non credevo potesse esistere realmente, come quando prese una delle prime margherite primaverili sbocciate a terra e la intrappolò fra i miei capelli, dietro il mio orecchio.

Quel fiore era ben custodito in un bicchierino da sakè con dell'acqua a tenerlo in vita, nella mia stanza in un posto dove mi era possibile osservarlo prima di addormentarmi.

A quanto pare però non avevo ancora tempo per potermi rinchiudere nella mia stanza, pensare a tutto ciò che mi stava accadendo e trovare una soluzione a quella che doveva essere la domanda più importante della mia vita ovvero chi volevo essere.

<Alzati dormigliona! Devi partire per una missione, raggiungi i cacciatori che ti attendono all'entrata.>

Perché solo il mio corvo del legame si prendeva la libertà di comportarsi in questo modo? Qualche giorno di questi lo spenno vivo.

Mi liberai di un sospiro, oggi sembrava una giornata serena a giudicare dai raggi di sole che attraversavano la piccola finestra lasciata aperta, Mizu era accucciato proprio sotto questi raggi per potersi scaldare e godersi il suo amato pisolino.

<Sono già sveglia pennuto parlante, avvisa il fratellino di Rengoku, può venire qui a giocare con Mizu se gli farà piacere. Almeno avranno entrambi compagnia>

Si, potevo chiedere questo favore direttamente al più grande, ma dopo la mia fuga dalla piccola riunione con il capofamiglia non ho voluto neanche incontrarlo, evitandolo di mia volontà, fuggendo da lui con la paura di averlo deluso con il mio comportamento. Ero una codarda, lo sapevo bene, ma non ero psicologicamente pronta a reggere sulle mie spalle un ruolo tanto importante, io non potevo essere un modello da seguire per gli altri spadaccini come un pilastro dovrebbe essere.

Il corvo spiccò il volo poco dopo nella direzione della residenza Rengoku, sapevo quanto potesse essere felice Senjuro di una tale richiesta, amava passare il tempo qui ad osservare i pilastri allenarsi e perché no, farlo direttamente lui, per di più suo padre non ha mai voluto prendere un cucciolo di conseguenza tratterà Mizu con tutto l'affetto possibile ne sono certa.

Mi incamminai verso l'uscita, dove mi attendevano altri spadaccini, tutti raggruppati vi era il trio Tanjiro, Zenitsu ed Inosuke, poco distanti da loro con le braccia conserte al petto, gli occhi chiusi ed i pensieri altrove il corvino affiancava silenziosamente il gruppo caotico.

<Chi sarebbe questo cacciatore che dobbiamo attendere!? Deve sbrigarsi! Ho dei demoni da uccidere!> Inosuke gridava quelle parole battendo un piede a terra, comportandosi da infante.

<Perché non lo dici direttamente guardandomi in faccia? Vediamo se ci riesci> ringhiai portando le mani sui fianchi, inclinando la testa di lato e facendo ridere Tanjiro quando il cinghiale imbarazzato si voltò altrove.

Fra loro tre l'unico che realmente temevo era Zenitsu, non per via di capacità combattive o quant'altro. Lui stesso aveva raccontato di avere un ottimo udito, riusciva a capire tutto di una persona a seconda del suono che proveniva da essa, dai suoi battiti, avere lui e Tomioka nella stessa squadra mi avrebbe complicato le cose.

<Dobbiamo andare, non perdiamo altro tempo> il corvino si decise a parlare, aprendo le sue pozze azzurre e voltando le spalle verso tutti noi, incamminandosi verso la nostra meta.

<È arrabbiato per qualche ragione?> Chiesi a bassa voce sentendo il suo tono più freddo e distaccato del solito, come quando qualcosa lo preoccupava torturando i suoi pensieri.

<Non saprei, non sappiamo neanche dove stiamo andando..ci è stato solo detto di raggiungerlo dal corvo di Tanjiro> Zenitsu disse quelle parole facendo scoppiare la rabbia nel suo passero, sempre stato presente sulla sua chioma bionda, quest'ultimo prese a beccarlo fra un cip e l'altro.

<Ha ragione Zenitsu, probabilmente dopo la missione sul treno hanno deciso di farci seguire da un pilastro per migliorare le nostre capacità. Dopo che nel rapporto ho parlato di una luna calante che era lì per uccidere me è come se mi stessero usando da preda...>

<Non credo siano così determinati ad eliminare le lune da usare qualcuno come trappola> borbottai a voce bassa osservando solo le spalle del ragazzo dall'haori a metà avanti a noi.

Era rigido, le mani chiuse in due pugni ed il passo svelto, a cosa stava pensando da creargli tanta rabbia?

Una mezza giornata dopo, vicini al tramonto, iniziai a guardarmi intorno, quella montagna che stavamo risalendo era così familiare, mi sembrava di esserci già stata in qualche modo ma non riuscivo a capire quando potevo esserci stata.

Nello sguainare la katana Tomioka attirò l'attenzione di noi tutti, così per prepararci e non diventare un peso per lui come lo eravamo stati per Rengoku sul treno feci il suo stesso gesto, a catena tutti gli altri riprendendo poi a salire la montagna.

<Io ero contrario all'idea di farti venire qui> mormorò quelle parole a bassa voce dopo essersi fermato, la vegetazione in quel punto sembrava fermarsi di colpo lasciando una distesa verde avanti a noi, la sua figura copriva la mia vista così mi decisi ad affiancarlo.

<Cosa ci sarà mai di così spaventoso da non volermi in missio-...ne..>

Le ultime parole mi si spezzarono in gola quando i miei occhi si posarono sulla casa rovinata, era ricoperta di sangue, fin troppo, diversa da quel giorno di neve ma ricordavo bene il corpo velato di mia madre poco distante dall'entrata.

Strinsi la mia katana fra le dita fino a colorare di bianco le nocche, sfruttai respiri profondi per non crollare a terra nei miei stessi incubi.
Quel bianco, quel maledetto e freddo bianco mi perseguitava non solo nei miei sogni, ma anche qui nella realtà dove quel prato così verde e caldo ai miei occhi divenne freddo e macchiato di sangue.

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora