Seduta a terra sul bordo dell'acqua alzai lo sguardo in alto, oltre le chiome degli alberi intente ad ondeggiare sotto il controllo di quel lieve venticello, il cielo aveva delle sfumature rosate mischiate all'azzurro per via del tramonto che mano a mano andava avvicinandosi.
<Come mai non viene mai nessuno qui?> Mormorai quelle parole sentendo il rumore dei passi del ragazzo farsi più vicini, con la coda dell'occhio poi notai la sua figura sedersi di fianco a me, le gambe incrociate ed i gomiti poggiati sulle sue ginocchia.
<Credo che non sappiano di questo posto, a me va bene così com'è, calmo ed isolato, motivo per cui non ho detto nulla a nessuno>
<Allora perché? Perché hai portato proprio me qui..?>dopo quelle parole presi un respiro profondo, assieme ad esso anche tutto il coraggio che serviva per abbassare lo sguardo verso di lui solamente per notare che al contrario mio aveva gli occhi puntati su di me già da molto tempo.
Lui non rispose, né distolse lo sguardo, pressó solamente le labbra in una linea sottile studiando ogni particolare del mio volto con le sue iridi blu, tanto da farmi distogliere lo sguardo imbarazzata, stringendo il tessuto dei pantaloni del mio kimono fra le dita.
Quando non aveva persone che lo osservavano si sentiva libero di addolcire un po'la sua espressione, rilassarsi e prendere un respiro di sollievo in un mondo dove per noi cacciatori non v'era pace.<Non lo so perché, ho pensato solamente che se ti fossi allenata nella tenuta ti saresti trattenuta solamente per i probabili occhi di Rengoku a studiarti, temendo qualche suo richiamo. Invece qui sei stato libera di muoverti come vuoi, pensarla come credi..>
<E riuscire ad atterrarti una volta!> Esclamai quell'espressione con fare soddisfatto, sorrisi felice quando riuscii nell'impresa, uno dei rari momenti in cui sorridevo realmente.
<Quella è stata pura fortuna> disse lui socchiudendo gli occhi, poco dopo mi prese il volto fra le dita obbligandomi a tenere lo sguardo verso di lui, con l'altra mano invece strofinò via tracce di sporco dalla mia guancia con il pollice, quel suo tocco mi fece rabbrividire, una scossa piacevole attraversò la mia schiena mentre i suoi occhi si fermarono su un punto preciso del mio volto, non capivo quale.
<Certo che ti sei conciata proprio male..> mormorò quelle parole a bassa voce, cessando le sue attenzioni e rialzandosi da terra solo dopo aver indossato nuovamente il suo haori, incamminandosi a passo svelto verso la tenuta.
<Che fai? Mi lasci qui?? Non osare!> Mi affrettai ad alzarmi per seguirlo solo dopo aver raccolto il mio haori e la katana, dopo essersi sciolto un po'per questo piccolo lasso di tempo ora era tornato serio e silenzioso, come ad imporsi qualcosa di cui non ero a conoscenza.
<Domani continueremo, fatti trovare lì> questa volta non mi guardò neanche in faccia mentre diceva quelle parole, un tono distaccato e autoritario, totalmente differente dalla voce calda e dolce di qualche momento prima.
Mi lasciò avanti la mia stanza, all'interno trovai Kyojuro steso sul pavimento, un braccio piegato sotto la testa per sfruttarlo da cuscino mentre l'altro era adagiato sul suo busto, con la mano sul suo petto. Dei piccoli sospiri uscivano dalle sue labbra schiuse ed io mi misi in ginocchio vicino la sua figura, per la prima volta fu il mio haori ad essere usato come coperta per qualcuno.
Nel vederlo così rilassato sentii una fitta al cuore, qui tutti erano obbligati a dover tenere perennemente la guarda alzata, pronti a perdere la propria vita per una guerra che non avrà mai fine, pocoa poco mi ero affezionata a lui così come anche a Tomioka, aver ritrovato Tanjiro e Nezuko poi ha aumentato notevolmente la mia paura di perdere tutto questo da un momento all'altro.
Senza accorgermene una piccola lacrima percorse la mia guancia, troppo persa fra i miei pensieri non mi accorsi che le iridi infuocate del ragazzo erano puntate su di me, intente a studiarmi dal basso, si mise seduto e mi attirò a se con le braccia, circondandomi fra esse.
<Hey nanetta... c'è qualcosa che ti turba? Sai che puoi dirmelo infondo...sei la mia sorellina no?> Le sue mani mi accarezzarono i capelli e la schiena in delle attenzioni tanto dolci quanto amorevoli. <Per caso Tomioka ti ha fatto arrabbiare?>
Scossi la testa alle sue parole, arrabbiare? No, non ero arrabbiata, ero confusa non riuscendo a capirlo appieno, passare da un pilastro autoritario ad un semplice ragazzo della sua età, come se non avesse preoccupazioni sulle sue spalle.
<No, non ha fatto nulla...solo che questa pace che stiamo vivendo qui..vorrei non finisse mai.> Mormorai in parte ciò che realmente sentivo, ai suoi occhi però non sfuggiva nulla. Posò le mani sulle mie spalle obbligandomi a reggere il suo sguardo, la sua mano ripulì la traccia di quell'unica lacrima sfuggita al mio controllo poi tornò a stringere con gentilezza il mio braccio.
<Sei sicura sia tutto qui? Ti conosco ormai, so che hai altre preoccupazioni>
Strinsi appena l'interno del labbro fra i denti, cercando di mantenere un minimo il controllo su me stessa prima di intrecciare lo sguardo al suo, torturando il tessuto del mio kimono con le dita.
<Io...io ho paura. Ho paura di perdere tutto questo. Promettimi che tornerete sempre da me sani e salvi..>
<Bhe questo credo che sia una cosa che non->
<Promettimelo!> Alzai il tono di voce, per la prima volta fra i due ero io quella che si era messa a gridare.
Lui dapprima sorpreso mi sorrise in seguito, uno dei suoi sorrisi ampi e luminosi, prendendo il mio volto fra le sue mani e poggiando la fronte alla mia.
<Te lo prometto per quanto riguarda me, tornerò sempre da te vedrai, non perderai più nessuno>
A quelle parole mi si alleggerì un po'la preoccupazione, crollando poi in un secondo abbraccio amorevole di cui sentivo il bisogno. Loro più di tutti avevano troppe responsabilità, se questo mio desiderio più simile ad un capriccio potrà essere un modo per ricordargli di avere una casa con persone ad aspettarli allora correrò il rischio di sembrare una bambina, avevo perso fin troppo per rinunciare a tutto dinuovo.
<Ero passato per salutarti e chiederti di venire a mangiare qualcosa, ma devi essere stanca quindi ti lascio riposare> fece per alzarsi ma lo fermai stringendo il suo braccio con entrambe le mani, scuotendo la testa.
<No, va bene così, il tempo di cambiarmi e togliermi lo sporco di dosso, potresti aspettare?> Sorrise ampiamente tornando alla sua solita espressione, annuì alle mie parole ed uscì dalla stanza, poco tempo dopo lo sentii urlare da fuori la porta 'Ooooooi! Tomioka! Vieni a mangiare qualcosa con noi! Non accetto rifiuti!'.
Per qualche strana ragione divenni più agitata di prima, raccolsi i capelli nel fermaglio di mia madre con i due campanellini legati, indossando un kimono pulito, a differenza di quello della divisa questo era più classico e tradizionale, il tessuto bianco dalle sfumature azzurrine ed una fascia blu attorno alla vita chiusa con un fiocco dietro la schiena, le maniche più larghe del solito lasciando parte delle spalle scoperte.
Solo quando uscii fuori notai che il corvino accettò la proposta del biondo, entrambi mi osservarono avvicinarmi e mentre Rengoku mi prese la guancia tirandola appena Tomioka non disse nulla, limitandosi a tenere gli occhi su di me con un espressione mai vista sul suo volto.
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Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader
Fiksi PenggemarL'aria fresca mi soffiava sulle guance, ancora una volta mi ero svegliata di soprassalto a causa di un incubo, così mi diressi sul tetto della casa intenta a fissare le stelle. Il ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri era poco più avanti, int...