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Era sorta l'alba da poco, fortunatamente questa notte avevo dormito abbastanza bene, difatti mi alzai di buon ora dinuovo in forze e rilassata, pronta per una giornata in cui non avrei fatto assolutamente nulla se non passeggiare in città, leggere all'ombra di un ciliegio e chissà magari passare del tempo assieme al mio maestro per raccontargli ciò che è accaduto nei giorni precedenti.

Afferrai il mio kimono, l'haori ed i calzini, infilandomi il tutto prima di uscire dalla mia stanza spalancando la porta di carta avanti a me, a darmi il buongiorno trovai niente meno che il volto privo di espressione di Tomioka, le braccia allacciate al petto e gli occhi scuri rivolti nella mia direzione, intenti a squadrarmi da testa a piedi.

<Sono felice di vederti già alzata, mi sembri riposata e pronta per l'addestramento ma manca la tua katana>

Avevo completamente dimenticato questo particolare della giornata, vedevo già i ciliegi, le passeggiate e la tranquillità frantumarsi difronte a me mentre imbarazzata rientrai nella mia stanza, blaterando delle scuse ovviamente fasulle.

<O-oh certo certo, la katana si, volevo solo controllare se eri già arrivato nulla di particolare> afferrai la lama iridescente adagiata sul mobile della stanza, la legai al mio fianco e raggiunsi nuovamente il ragazzo che, puntualmente, mi guardò con le palpebre socchiuse.

<Certo...accelera il passo piuttosto che dire bugie. Non ne sei capace> lo seguii dopo essermi liberata di un sospiro, fortunatamente ero riuscita a trattenere lo sbuffo seccato che minacciava di mostrarsi.

Assieme al ragazzo attraversai parte della tenuta, uscendo da uno dei tanti portoni immergendoci nella boscaglia che la circondava, il sentiero si intravedeva poco e nulla ma il pilastro sembrava conoscere bene la strada tanto da non guardarsi mai attorno per cercare conferma della propria posizione.

Tomioka Pov's

Andai a svegliare la ragazza prima del previsto, sicuro di trovarla addormentata come le altre volte, con mio stupore però sentii rumore di passi dall'interno della sua stanza, intravedendo la sua figura dalla carta sottile della porta, voltai velocemente lo sguardo altrove notando dalle movenze che effettivamente si stava ancora vestendo.

Si affacciò poco dopo, sembrava così rilassata e spensierata prima di incontrare il mio sguardo, allora la sua spensieratezza tramutò in un espressione più simile al 'che sbadata l'avevo dimenticato', quasi terrorizzata da una mia qualche reazione, non capivo perché in mia presenza era così tesa. Anche Rengoku era un pilastro, eppure con lui si prendeva la libertà di non nascondere le proprie emozioni.

Le feci da guida quando entrammo nel bosco che separava noi da quello che era uno dei miei luoghi preferiti per meditare, anche solo per allenarsi o riflettere su alcune cose. Non ci impiegammo molto difatti a raggiungere un piccolo bacino d'acqua, si trattava di terme naturali, in un logo simile non dovrebbe essere difficile per lei liberare la mente.

Si guardò attorno meravigliata, probabilmente era la prima volta che vedeva un posto simile, fui quasi sollevato nel vedere i suoi occhi studiare con curiosità ogni dettaglio di quel piccolo paradiso.

Per primo mi levai l'haori di dosso, mettendomi a sedere vicino al bordo dell'acqua, gambe incrociate con la katana posata a terra, di fianco a me.

<Dimmi, cosa ti ha insegnato Rengoku? In questo modo vedrò di non ripeterti le stesse cose>

Feci quella domanda inclinando appena la testa di lato, alzò le dita mano a mano che ricordava i suoi insegnamenti per poi riportare nuovamente l'attenzione verso di me.

<Mi ha insegnato come combattere, i vari kata, come uccidere un demone..tutto nel suo stile> con fare curioso rispose alla mia domanda, alzando le sopracciglia nel vedermi sospirare.

Come temevo ha creato una copia di sé stesso non tenendo conto di avere avanti a se una ragazza visibilmente più fragile di uno come lui, non solo fisicamente ma anche psicologicamente.

<Credo tu debba ricominciare da zero, devi trovare il tuo modo di batterti altrimenti rischi solo di trovarti in difficoltà>

Sembrava più confusa di prima, a quanto pare non stavo facilitando la situazione, purtroppo per lei non ero bravo ad insegnare come il maestro Urokodaki e di certo non mi sarei fatto problemi di questo tipo.

<Prendi la tua katana, non serve sfoderarla> la vidi slegarsi l'elsa dalla cinta sul fianco della divisa, rimanendo in piedi avanti a me mentre mi rialzai da terra con la mia katana stretta in una mano.

<Prova ad attaccarmi>

<Cosa? Così dal nulla?> Chiese facendomi socchiudere appena gli occhi, se proprio non lo faceva lei allora lo avrei fatto io.

Scattai nella sua direzione, i suoi occhi però non riuscirono a seguire i miei movimenti di conseguenza per me colpirla e gettarla a terra fu un gioco da ragazzi.

Bloccai i suoi movimenti sovrastandola con il peso del mio corpo, pressando di poco il fodero sul suo collo mentre con una mano bloccavo il polso in cui stringeva l'arma.

<Lezione numero uno, non rimanere impalata se perdi il contatto visivo, diventi una facile preda. Per la tua fisionomia dovresti essere più veloce di me nell'attacco e nelle schivate, ma poiché Kyojuro ti ha insegnato solo ad attaccare in fatto di difesa non sei un granché>

La vidi socchiudere gli occhi, cercando di colpirmi alle spalle con una ginocchiata ma riuscii a scansarmi in tempo, ritornando al mio posto con il fodero verso di lei, in guardia, mentre la osservavo rialzarsi in piedi.

<Non stai usando la respirazione, solo perché non sono un demone non vuol dire che devi prendere le cose alla leggera> la rimproverai dinuovo, lo feci ancora ed ancora durante tutti gli esercizi a seguire, atterrandola e bloccandola, impedendogli di reagire e contrattaccare.

Agli occhi di altri o ai suoi poteva sembrare quasi un divertimento per me umiliarla in quel modo, ma per riuscire a migliorare il suo spirito dovevo fare in modo che questo crollasse a terra disperato, così da forgiarlo nuovamente e fare in modo da non doverla più vedere timorosa avanti a qualcuno.

Ogni volta non se ne rendeva conto, non si accorgeva dei miei occhi intenti a scrutare ogni sua azione, troppe volte l'ho vista fare cose che non era in grado di portare a termine solo per il vizio di non saper dire di no. Vederla comportarsi in quel modo con quel ragazzo biondo dall'haori giallo mi sollevò appena, stava iniziando a dimostrare di essere una persona anziché una bambola.

<Almeno una volta potresti farti colpire però!> La vidi sbuffare appena dopo aver gonfiato le guance quasi come una bambina, i capelli scompigliati ed il volto leggermente sporco a causa del terriccio che ci circondava.

<Non sarebbe un allenamento se ti facessi vincere di proposito o sbaglio?>

<Si ma..>

Ancora una volta corsi verso di lei, prontamente però si mise in guardia riuscendo a bloccare con il suo fodero il mio colpo, facendomi sporgere verso di lei. Quella vicinanza mi fece sentire il suo respiro affannato, persino i battiti accelerati del suo cuore, nonostante gli allenamenti poi profumava ancora di vaniglia proprio come tutte le volte che me la ritrovavo vicino, quel suo profumo che iniziava a non dispiacermi, persino il mio haori dopo averlo usato per coprirla dal freddo della notte era impegnato del suo odore.

<Questa volta sei mio> disse con fare soddisfatto, solo allora mi accorsi di essermi perso nei miei pensieri, a causa del suo profumo, mi afferrò il colletto della divisa e mi gettò a terra di pancia mettendosi a cavalcioni sopra di me, le braccia incrociate dietro la mia schiena con il suo intero corpo a farmi da peso.

Con la testa girata di lato la vidi sorridere con fare soddisfatto, era la prima volta che le vedevo un espressione del genere, per qualche assurdo motivo mi sembrava così bella che mi dispiaceva rattristarla liberandomi, così rimasi in quella posizione ancora per un po' lasciandole il suo piccolo momento di gloria.

Waiting for Dawn: Tomioka GiyuxReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora