℘ąཞɬɛ 1 - Clinica

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Con le braccia tatuate di nero intrecciate sul petto, Jason attendeva impaziente il suo turno camminando avanti e indietro lungo il corridoio.
La vita all'interno di una clinica psichiatrica si era rivelata per lui noiosa e monotona quasi quanto quella che aveva trascorso dietro alle sbarre del carcere, ma almeno qui aveva accesso al giardino e, di tanto in tanto, all'internet point della struttura. Aspettava che uno dei tre computer disponibili si liberasse, per poter godere della sua settimanale mezzora di navigazione del web.
L'ospedale, di modeste dimensioni ma innalzato su tre piani, era una struttura attrezzata che ospitava pazienti affetti da diverse patologie mentali croniche, ed era stata costruita non più di dieci anni prima in una zona periferica pressoché immersa nel verde. A colpo d'occhio gli era sembrata proprio un paradiso, se messa a confronto con il buco di piscio e ruggine nel quale era stato tenuto prigioniero fino ad allora; perciò la sua vita ebbe una vera e propria svolta positiva quando, con l'entrata in vigore delle nuove leggi di tutela, la sua pena detentiva era stata rivista e trasformata in un trattamento sanitario obbligatorio a lungo termine presso quella stessa clinica.
Adesso poteva godere di molti privilegi che in carcere aveva potuto soltanto sognare, in cambio di una condotta eccellente e di una decina di pasticche da buttar giù ogni mattina senza fare troppe domande.
-Scusa, sei li da quasi un'ora- borbottò, rivolgendosi ad un uomo che fissava imbambolato lo schermo del pc senza mai muovere il mouse. Quest'ultimo gli rivolse uno sguardo confuso, poi annuì con un cenno del capo e si alzò in piedi, abbandonando la postazione.
Passò affiaco a Jason senza dire una parola, e cioncolando lungo il corridoio si allontanò a passo svelto.
L'uomo dai capelli rossi ridacchiò sotto i baffi, per poi appropriarsi del pc sedendosi comodo sulla poltroncina di pelle. Poggiò le braccia tatuate sulla scrivania con grande soddisfazione, lanciando uno sguardo gentile ad un'infermiera che nel frattempo stava passando da li.
Aveva tenuto una condotta impeccibile sin dal primo giorno in cui era stato condotto in clinica da una scorta di agenti di polizia, tanto che i membri dello staff avevano sviluppato nei suoi confronti una sorta d'intesa; ed avendo appurato e scritto nero su bianco che Jason non pareva più essere un individuo pericoloso, iniziavano a cosiderare l'idea di concedergli un giorno libero alla settimana, nel quale avrebbe potuto uscire dalla clinica senza essere accompagnato.
L'uomo dai capelli rossi volse il suo sguardo allo schermo acceso del monitor, ed iniziò a navigare imponendosi di sfruttare bene il tempo che aveva a disposizione per farlo. E non lo impiegava mai per cose futili come ficcare il naso nella vita altri tramite vari profili suoi social neteork, bensì amava tenersi al corrente sulle notizie recenti, approfondire ciò che vedeva in tv e scaturiva in lui particolare interesse.
Fu così che, lasciandosi trascinare da un sito di attualità all'altro, finì per ritrovarsi all'interno di un forum creato da poco.
Uno spazio quasi vuoto, privo di immagini o decorazioni di alcun tipo, all'interno del quale poté accedere ad un paio di post; uno tra questi, era nominato "Judge Angel". L'autore, che si firmava come "Xlx", pareva essere una persona davvero molto interessate, pragmatica, misteriosa: ma ciò che attirò maggiormente l'attenzione dell'uomo, fu quello che era stato scritto in quel breve testo nero su bianco, senza emoticon e accompagnato da nessuna immagine.
Dapprima non riuscì a capire se si trattasse di una burla, ma per qualche ragione le poche informazioni che quel post racchiudevano riuscirono ad entrare nella sua testa per non uscirne più: sembrava davvero una cosa seria.
Mentre faceva scorrere gli occhi sul testo ripercorse con la mente le notizie lanciate dalla tv negli ultimi giorni: molte di queste annunciavano decessi sospetti, e tutti riguardavano ex carcerati. I notiziari parlavano di una reazione a catena scaturita dall'entrata in vigore delle nuove leggi, che avevano scatenato odio e rancore da parte di molte persone; ma si trattava davvero di questo?
Secondo Xlx, il misterioso autore del forum, non era così.
E Jason trovava questa faccenda davvero curiosa, tanto che si promise di tenersi aggiornato sulla faccenda; dopotutto, se anche una singola cosa di quelle che aveva letto si fosse rivelata vera, la questione era un problema anche suo.
Adagiando la schiena sulla poltrona chiuse la pagina del browser e ne aprì una nuova, per collegarsi ad un sito di giochi online gratuiti ove avrebbe speso gli ultimi minuti che aveva a disposizione nell'internet point; di fatti, non più di venti minuti dopo, un infermiere lo raggiunse per chiedergli di liberare la postazione.
-Va bene, sissignore- ironizzò, alzandosi in piedi.
-In sala mensa dei pazienti chiedono di te- rispose il giovane membro dello staff medico, che indossava un camice azzurro. -Sei diventato una star, per caso?-.
Jason ridacchiò. -Ovviamente-.
Con disinvoltura si allontanò lungo il corridoio, mentre un uomo anziano si affrettava a prendere il suo posto davanti al pc.
Tutti all'interno della clinica psichiatrica avevano un buon rapporto con Jason, dallo staff medico, agli addetti alle pulizie, agli agenti di sicurezza. Si era rivelato un uomo gentile e propenso all'utoironia, dipingendo un quadro di se stesso molto diverso da quello con cui era stato descritto dai poliziotti che lo avevano condotto in struttura settimane or sono. Era così calmo ed equilibrato che persino agli psichiatri veniva difficile immaginare che si trattasse dello stesso serial killer che si era macchiato dell'uccisione di diverse persone a lui care, che aveva poi trasformato in orripilanti bambole umane.
Per chiunque lo avesse guardato adesso, Jason era un uomo come molti altri.
Un individuo che rientrava, nonostante le sue stranezze, nella monotonia della normalità.

Into The Madness - 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora