℘ąཞɬɛ 31 - Divise

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Liu sollevò immediatamente lo sguardo e fu colto da un'improvvisa tensione che lo indusse ad irrigidirsi: aveva riconosciuto subito quella voce, si trattava di un agente di polizia che lavorava al suo stesso distretto, affiancato da un uomo più giovane che identificò come un probabile apprendista.
La tensione dentro di lui salì in modo vertiginoso, sapeva che avrebbe dovuto accampare una scusa credibile ed anche farlo in fretta, se non voleva vedere il suo piano andare in fumo. Allo stesso tempo, tuttavia, valutò anche l'opzione di rivelare le identità degli altri componenti del suo gruppo e chiedere supporto al collega per arrestarli; ma volle tenere questa soluzione come asso nella manica da utilizzare soltanto se le cose si fossero messe davvero male, perché così facendo probabilmente si sarebbe giocato la possibilità di continuare a cercare Judge Angel nonostante la sua sospensione dal servizio.
-Hei..- si limitò ad esordire, osservando con preoccupazione i due uomini in divisa che nel frattempo avevano accellerato il passo per raggiungerlo più in fretta.
Deglutendo a vuoto si voltò a destra con l'intento di rassicurare gli altri, ma in quel preciso momento realizzò che Jason e Jane si erano già allontanati da lui fingendosi dei perfetti sconosciuti, mentre Ben era completamente svanito nel nulla. Liu si guardò intorno cercando di non rendere troppo palese la sua espressione di stupore, e cercò con lo sguardo la figura del biondino; riuscì a scorgerlo in lontananza, mentre a passo svelto si dirigeva nella direzione dalla quale erano venuti, senza azzardarsi a voltare la testa indietro anche solo per un secondo.
Anche Jeff era fuori dal suo campo visivo, per quanto la cosa non potesse scuoterlo ma bensì fargli piacere.
-Che ci fai qui?- ripeté lo stesso agente, che ormai aveva raggiunto Liu seguito dal più giovane collega il quale tuttavia sembrava voler restare in silenzio. -Il capo ha detto che...-.
-Si, si, lo so- lo interruppe bruscamente il castano, passandosi nervosamente una mano dietro alla nuca. -Ma presto tornerò in servizio, e... Beh, tu mi conosci, sai bene che non riesco proprio a starmene con le mani in mano-. Tentò si simulare un atteggiamento quanto più possibile similare al suo normale modo di comportarsi, soffocando la tensione dietro ad un sorriso appena accennato.
L'uomo in divisa scosse la testa e sospirò, con una risatina amichevole. -Se il capo lo viene a sapere sono guai, ti aveva ordinato di stare a riposo!- esordì, gesticolando con le mani. -Non dovresti essere qui, e lo sai bene Liu-.
Il castano annuì, abbassando lo sguardo in modo istintivo. -Non sto indagando, comunque- tentò di difendersi. -Mi limito a gironzolare, ecco-.
L'altro gli rivolse uno sguardo pensieroso, per poi scuotere ancora la testa in segno di disapprovazione ma mantenendo un atteggiamento positivo; conosceva molto bene Liu, e nonostante tutto non dubitò per un secondo della sua buona fede. -Facciamo che noi due non ci siamo visti, ok?- borbottò. -Ma adesso tornatene a casa, testone-. Mentre pronunciava questa ultima frase, il poliziotto spostò lo sguardo sulle due figure che, una decina di metri più indietro, stavano passeggiando in direzione dell'unica strada asfaltata che percorreva quella zona periferica del borgo. Assottigliò lo sguardo, identificandoli nonostante fossero voltati di schiena come un uomo alto e robusto che portava sulle spalle una lunga e bizzarra capigliatura rossa, ed una ragazza più giovane che pareva avanzare con movimenti tesi e calcolati.
Rispettivamente Jason e Jane, ma di certo lui non avrebbe potuto saperlo.
-Proviamo a chiedere a quei due- esclamò il poliziotto, rivolgendosi al silenzioso apprendista che portava con se mentre li indicava con una mano in modo insistente.
Nell'udire quella frase Liuberth si irrigidì moltissimo, ma fece di tutto per non rendere evidente la sua reazione. Dapprima pensò di inventarsi una scusa per impedire loro di farlo, ma valutò molto velocemente che una reazione di quel tipo avrebbe potuto insospettirli; così si limitò a lasciarli fare, sperando che quello schizzato di Jason non avrebbe attirato su di se i sospetti dicendo qualcosa di sbagliato.
Mentre i due uomini in divisa richiamano l'attenzione dei due individui sconosciuti che avevano adocchiato, Jeff osservava l'intera scena restando immobile all'interno di quell'improvvisato nascondiglio, tra vecchie tavole di legno e pezzi di mobilio sverniciati; si trovava davvero a pochi metri di distanza dagli altri, tanto che si sforzò di trattenere il fiato temendo che anche il più piccolo dei fruscii avrebbe potuto tradirlo.
-Scusi, signorina?-.
Jane si voltò indietro, fermandosi nel mezzo di quel piccolo vialetto di terra e ghiaia e ritrovandosi faccia a faccia con i due agenti di polizia che, in modo anche piuttosto fastidioso, avevano iniziato ad osservarla.
-Si?- esordì, lanciando una rapidissima occhiata a Jason per verificare che anche lui stesse riuscendo a mantenere la calma.
Il poliziotto più giovane questa volta si fece avanti, salutando con un mezzo sorriso. -Lei è della zona? Insomma, abita qui?-.
La mora scosse la testa, mordendosi la lingua a causa della tensione. -No... Insomma, non ancora, borbottò, con un sorriso carico di nervosismo. -Sto cercando una casa in affitto, mi hanno detto che qui i prezzi sono molto bassi- improvvisò.
I due agenti la osservarono in silenzio per qualche secondo come stessero cercando di capire se lei stesse mentendo oppure no, per poi rivolgere le loro attenzioni anche a Jason, dal cui volto tuttavia non trapelava alcun tipo di emozione. Stava riuscendo a mantenere uno stato di calma totale nonostante fosse in realtà estremamente teso: era stato in carcere molto tempo, ed il suo non era esattamente un volto sconosciuto. Nel malaugurato caso in cui fosse stato riconosciuto, questa volta di certo la giustizia non sarebbe stata clemente con lui, anche considerato il fatto che era fuggito dalla clinica ove era stato consegnato come alternativa al carcere.
-Avete... Avete per caso incontrato una donna bionda, con capelli molto corti?- chiesero poi, rivolgendosi ad entrambi.
Fu Jason a rispondere a quella domanda, valutando che restare in silenzio e lasciare che fosse solo Jane a comunicare con loro lo avrebbe potuto farlo sembrare un tipo strano, più di quanto non fosse. -Non mi pare, perché la cercate?-.
I poliziotti si scambiarono uno sguardo, prima che fosse il più vecchio a parlare. -Che ti è successo al naso?- domandò, indicando la chiazza scura che l'uomo dai capelli rossi portava lungo il setto nasale, rimasuglio del violento scontro avuto con Jeff. Colto di sorpresa da quella domanda inaspettata Jason restò in silenzio, e per sua fortuna fu Jane a salvare la situazione.
-Oh, un piccolo incidente con la portiera dell'auto- esclamò.
Qualche secondo di silenzio precedette la risposta dell'agente di polizia. -Bene. Se doveste vedere quella donna, o doveste parlare con qualcuno che dice di averla vista, chiamateci- si limitò a dire, consegnando a Jane un biglietto da visita che riportava in grassetto un numero di cellulare.
-Buona giornata-.
Dopo aver salutato Liu con la mano, i due agenti ripresero il loro pattugliamento allontanandosi definitivamente da quel vicolo e dirigendosi altrove. Jeff tirò un piccolo sospiro di sollievo, e finalmente poté abbandonare il suo nascondiglio e tornare a respirare normalmente mentre suo fratello si riuniva al gruppo.
-Cazzo Liu, gran bella mossa. Questo posto è pieno di sbirri- esordì Jason, visibilmente nervoso. -Ho rischiato grosso, sai? Se mi avessero riconosciuto per me sarebb...-.
-Calmati, okay?- esordì il castano, assumendo un atteggiamento aggressivo. -Non potevo di certo prevedere questa cosa, e comunque che cosa ti aspettavi? Judge Angel è stata avvistata qui, è ovvio che stiano facendo delle ricerche-.
Jane tentò di placare le acque, anzando le mani e posizionandosi tra i due. -Manteniamo la calma vi prego, non è successo niente-. Anche lei era preoccupava, le sue gambe stavano ancora tremando: ma riteneva essenziale che il gruppo rimanesse compatto, se nessuno di loro voleva finire nei guai a causa degli altri.
Mentre Jason e Liu continuavano a battibeccare, tuttavia, alle loro spalle Jeff si era finalmente deciso ad avvicinarsi, seppur mantenendo un atteggiamento estremamente schivo e distaccato. Il moro posò uno sguardo quasi inespressivo su Jane, per poi abbassare la testa ed affondare le mani nelle tasche.
-Scusate- mormorò, attirando quasi istantaneamente l'attenzione degli altri nonostante non sembrasse affatto volersi ritrovare i loro occhi addosso. 
-Ma dov'è finito Ben?-.

Into The Madness - 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora