℘ąཞɬɛ 32 - Balcone

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Liubeth, aggrottando la fronte, si voltò indietro e scrutò l'ambiente sbattendo le palpebre di tanto in tanto, a causa delle goccioline di pioggia fredda che stavano scendendo leggiadre dal cielo grigio. Forse a causa della tensione dovuta a quell'incontro imprevisto non si era reso conto dell'assenza del ragazzino dai capelli biondi, ma come poteva lui stesso verificare quest'ultimo sembrava sparito nel nulla senza che nessuno dei presenti se ne fosse reso conto.
-Oh, se l'è data a gambe quel piccolo bastardo- commentò Jason, con una smorfia sprezzante. -C'era da aspettarselo, diciamo che non ha esattamente un buon rapporto con gli sbirri in generale-.
Liu lanciò all'uomo uno sguardo pensieroso, per poi puntare le mani sui fianchi. - Ah davvero? Perché, invece tu?- commentò, con aspra ironia.
L'uomo dai capelli rossi tacque, evitando di fornire una risposta a quella domanda; tuttavia, fu proprio il suo silenzio a rappresentare per il castano una chiara e limpida risposta.
-Dove sarà andato?- intervenne la voce di Jane, che continuava a guardarsi intorno cercando la figura esile del ragazzino tra quelle dei pochi passanti, senza però riuscire ad individuarlo. Jeff, distante da lei un paio di metri, si limitava a fissare l'asfalto sotto ai suoi piedi con le mandible serrate.
Liu sospirò. -Non importa, noi altri dobbiamo iniziare con le ricerche- grugnì, impaziente. Ma la ragazza intervenne ancora, con un gesto deciso della mano: -No, dobbiamo aspettarlo qui, o non riuscirà più a trovarci - esordì.
-Sono d'accordo- aggiunse Jason con un pesante sospiro, mentre era intento a scrollarsi via dalle guance le goccioline di pioggia che gli stavano creando un fastidioso prurito. - Anche se a dirla tutta sono abbastanza convinto che Ben se la sia filata e basta, potrebbe anche esser già saltato sul treno di ritorno mentre noi parliamo- aggiunse.
Mentre la pioggia iniziava a farsi più insistente, Liu fece cenno al resto del gruppo di seguirlo fin sotto allo stretto balcone di una vecchia palazzina all'apparenza disabitata, che fronteggiava la strada pochi metri oltre. Era stata costruita con sassi e mattoni, chissá quando tempo prima: presentava ormai gravi ed evidenti segni di danneggiamento dovuti alle scosse di terremoto che si erano sfogate sulla cittadina nel cordo dei ultimi trent'anni. L'insolito gruppo sfruttò quei pochi metri quadri rimasti asciutti per attendere il ritorno di Ben evitando di inzupparsi i vestiti, anche perché da quel punto potevano tenere sotto controllo l'intera strada antistante la stazione.
Sotto a quel rifugio improvvisato vi sarebbe stato spazio sufficiente per tutti e quattro, ma Jeff si rifiutò silenziosamente di unirsi a loro, e preferì invece incamminarsi sotto alla pioggia, con le mani affondate nelle tasche, alla ricerca del ragazzino; Jane lo guardò allontanarsi, ma comprendendo le sue intenzioni non osò dir nulla.
Un breve lampo si espanse nel cielo, seguito da un tuono.
Jason si mise a sedere a terra con le gambe incrociate e le braccia avvolte sul petto, disturbato dallo sguardo di Liu che sentiva posarsi continuamente su di lui; era certo che il giovane poliziotto nutrisse ben più di qualche sospetto nei confronti della sua persona, perciò doveva continuare a comportarsi normalmente per non alimentare tali sospetti. Volse lo sguardo alla strada bagnata, ove le gocce precipitavano dal cielo rimbalzando sull'asfalto e sui pochi tetti scoloriti delle abitazioni contadine di cui erano circondati. "Questo posto è una vera merda" pensò tra se e se, giusto un attimo prima di udire la voce di Liu. - Hei, ti chiami Jason, giusto? -.
Ecco che di nuovo tenta di avviare una conversazione con me, pensò l'uomo. Sospirando, sollevò il capo ed incrociò lo sguardo del castano, percorrendo d'istinto i solchi delle cicatrici che portava sul volto; si domandava in che modo si fosse procurato quelle ferite, che avevano una posizione e forma davvero inusuale. - È esatto- si limitò a dire.
L'altro annuì vagamente. -Non che io abbia voglia di fare conversazione, ma vorrei solo far passare il tempo- precisò, allungando lo sguardo sul dorso scuro della montagna, ricoperta da una fitta e selvaggia vegetazione sulla quale adesso si stavano ammazzando nubi di condensa. - Mi chiedevo per quale motivo sei anche tu alla ricerca di Judge Angel-.
Jason dapprima tacque, scambiandosi uno sguardo pensieroso con Jane. Sapeva che dire la verità avrebbe potuto creargli guai seri, anche se Liubert non sembrava aver intenzione di arrestarlo; non voleva correre il rischio, e così optò per dire una mezza verità. - La stronza ha cercato di farmi fuori, settimane fa... Così voglio assicurarmi che non ci provi ancora-.
Il poliziotto emise un lento sospiro, senza distogliere lo sguardo dalle fronde scure degli alberi. - Curioso- commentò. - Sulla base delle mie ricerche personali, quella donna non attacca chiunque in modo indiscriminato. Deve esserci un motivo se ti ha preso di mira- incalzò. Ciò che voleva ottenere era una confessione da parte di Jason, per quanto riguardava gli ipotetici crimini violenti di cui forse era stato protagonista in passato e che lo avevano reso oggi un obiettivo primario di Judge Angel, ma l'uomo non rispose affatto alla sua provocazione. Rimase bensì in silenzio, con una smorfia di fastidio dipinta sul volto.
-Dunque... L'hai incontrata di persona- continuò Liu, questa volta volgendo la faccia all'interlocutore.
-L'ho vista per pochi attimi, non te la saprei descrivere- restò vago l'uomo dai capelli rossi. -E per la cronaca non sono un assassino, né un pedofilo, né un mafioso- aggiunse, aspro.
Jane gli lanciò un'occhiata incredula nell'udire quell' affermazione, ma non la commentò.
-Non ho mai detto di sostenere il contrario- fece Liu, con una risatina nascosta sotto alla mano.
Pochi vicoli più in là, sotto alla furia della pioggia che si stava riversando sul quel piccolo centro abitato immerso tra le montagne, Jeff procedeva ad andatura decisa sul marciapiede, scrutando le vetrine dei negozi chiusi senza mai sollevare la testa; riuscì ad individuare i due agenti di polizia incontrarti poco prima, che stavano salendo a bordo dell'auto di servizio probabilmente a causa del sopraggiungere di quel maltempo, ma non trovò il giovane Ben da nessuna parte.
Inspirò aria fredda nei polmoni sollevano la faccia verso il cielo soltanto per un paio di secondi, senza smettere di camminare. La sua mano destra tremava sensibilmente all'interno della tasca dei jeans, e si sentiva fortemente confuso; era praticamente certo di essere in astinenza da qualsiasi farmaco Jane gli avesse somministrato negli ultimi mesi, solo questo poteva spiegare ciò che gli stava accadendo. Ma non era spaventato o preoccupato; provava un certo fastidio, questo si.
Svoltò a destra, schivando lo schizzo d'acqua che una vecchia auto sollevò all'improvviso al suo passaggio, per poi girarsi e tornare indietro: se Ben non si fosse fatto vivo, sapeva per certo che suo fratello non avrebbe perso altro tempo ad aspettarlo.
A passo svelto tornò fino alla stazione dove diede un'ultima occhiata, per poi ritornare dal resto del gruppo che se ne stava ancora al riparo dalla pioggia sotto a quel malconcio balcone. Si avvicinò con decisione, e per un brevissimo frangente il suo sguardo si incrociò con quello del fratello, che voltò la testa quasi immediatamente.
-Niente? Non l'hai trovato? - gli chiese Jane, facendogli cenno con la mano di mettersi a riparo accanto a lei. Jeff scosse la testa, strizzandosi i vestiti nel tentativo di rimuovere almeno parzialmente l'acqua di cui erano intrisi.
Nel frattempo, fortunatamente, le nuvole grigie sembrava avessero iniziato lentamente a dissiparsi.
-Sarà tornato indietro, non perdiamo altro tempo- disse Liu, staccando la schiena dal muro di mattoni sul quale si era appoggiato. - Muoviamoci, ora. Per prima cosa chiederei informazioni nei posti più ovvi-.
-Che sarebbero? - domandò Jason, sospirando.
-Bar, ristoranti, motel- rispose il giovane poliziotto, continuando ad evitare di proposito di voltarsi in direzione di Jeff. - I proprietari delle attività commerciali sono le persone che più probabilmente possono aver incontrato Judge Angel, se davvero si sta nascondendo in questa cittadina-.
Facendo cenno agli altri di seguirlo Liu si incamminò lungo la strada, e nel farlo sfiorò con la mano destra il calcio della pistola che teneva legata in vita, nascosta sotto alla giacca; era un gesto che faceva spesso, e che serviva a rassicurarlo quando si sentiva incerto. Sapeva che aver scelto di collaborare con quell'inusuale gruppo di persone rappresentava per lui un rischio enorme, e che se per caso il suo capo lo fosse venuto a sapere avrebbe passato dei guai molto seri. Tuttavia, il suo desiderio di fermare le gesta folli di quella donna andava ben oltre tutto questo, e sapeva che se fosse riuscito a fermarla avrebbe potuto in seguito indagare anche sugli altri, attuando magari un molteplice arresto. Doveva solo avere pazienza, e mantenere sempre il totale controllo della situazione.
Aprendo la fila e seguito dagli altri tre, Liu camminava a passo svelto sul bordo della strada, osservando con occhi scaltri il panorama nostalgico e malcurato; un vecchio trattore percorreva la strada guidato da un anziano che, passandogli accanto, sorrise brevemente. Dalle finestre si potevano invece scorgere i volti delle persone che, incuriosite dalla presenza di estranei in quel luogo in cui non andava mai nessuno, si affacciavano ai vetri. Quel paese pareva essersi fermato ad una cinquantina di anni prima, ed anche i cellulari avevano una scarsa connettività a causa delle montagne, che rendevano complicato l'arrivo del segnale.
Un centinaio di metri più avanti, proprio quando stava per domandare a Liu se sapesse dove stava andando, Jason sollevò lo sguardo e scorse il lontananza l'insegna scolorita di un bar, che penzolava attaccata a due catene arrugginite, spinta dal vento. Un anziano era seduto davanti alla porta con una birra in mano, intento a chiacchierare con qualcun'altro che doveva trovarsi invece all'interno del piccolo locale.
Con una lieve titubanza Liu si avvicinò, poi poi rivolgersi al resto del gruppo. - Non dovremmo entrare tutti quanti. Andrò io da solo, voi aspettate qui fuori- annunciò.

Into The Madness - 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora