Jane ascoltò tutta la conversazione restando quasi completamente in silenzio, ma concentrando la sua attenzione su Jeff per tutto il tempo. Non aveva idea di quale fosse la verità, non poteva saperlo: ma qualunque essa fosse, l'unica cosa di cui era davvero preoccupata era l'effetto negativo che quella faccenda avrebbe potuto avere sulla salute del ragazzo, che era già di per sé compromessa in modo tanto grave quanto irreversibile.
Quegli ultimi giorni erano stati particolarmente difficili per lui, e di certo la situazione paradossale che stavano vivendo non avrebbe potuto far altro che peggiorare ogni cosa.
-Lavora alla stazione di polizia sulla ventiquattresima strada, o almeno è li che si è svolto l'interrogatorio- esordì Jason, sollevando le spalle. -Giusto, Ben?-.
Il biondino fece scendere nella gola l'ultimo sorso della bevanda gassata, ed annuì, gettando la lattina nella pattumiera che distava tre o quattro metri da lui. -Mi pare di si-.
-Okay- mormorò Jeff, infilando le mani in tasca come volesse nascondere agli altri due il fatto che stessero continuando a tremare vistosamente. -...Allora vado a verificare-.
-Cosa? No!- intervenne bruscamente Jane, afferrando il polso sinistro del ragazzo ed iniziando a scuoterlo. -No, Jeff, fermati un attimo a pensare!- disse ancora, sperando che anche gli altri avrebbero concordato con le parole che stava per pronunciare. -Stiamo parlando di una centrale di polizia, cavolo! Per te sarebbe rischioso anche solo uscire per strada, figuriamoci fare irruzione in un posto pieno zeppo di poliziotti!-.
Il moro chiuse gli occhi ed affogò i polmoni in una grande boccata d'aria, cercando di abbattere la costante sensazione, causata dalla crescente ansia, di essere in debito d'ossigeno.
Era ben conscio del fatto che lei avesse ragione: il suo aspetto era facilmente riconoscibile e ormai tutto il paese conosceva il suo volto. Sarebbe stato sufficiente che una sola persona l'avesse visto anche solo da lontano, e sarebbe finito di nuovo nel mirino della giustizia. Dopotutto era stato dichiarato morto, e come un morto doveva comportarsi: ma i morti, di certo, non li si può incontrare per strada.
-Jane- mormorò, con il fiato mozzato dal dolore. -Capisco che vuoi dire ma...se esiste anche solo la più piccola possibilità che io possa rivedere mio fratello, non...-.
-Lei ha ragione, però- lo interruppe Ben, avvicinandosi con un atteggiamento disinteressato. -E comunque, c'è anche un'altra cosa che dovete sapere-.
Il moro gli rivolse uno sguardo stanco aspettando di sentirlo parlare, ma anche questa volta fu Jason ad occuparsi della spiegazione.
-Siamo venuti a cercarti anche per un'altra cosa... Beh, a dire il vero questo era il motivo principale per cui volevo parlarti-.
-Vai al punto, Jason- ghignò il moro, esausto di prendere parte alla conversazione.
L'uomo dai capelli rossi si passò una mano sulla bocca per ripulirsi del sangue che la imbrattava, poi si mise a sedere.
-Ho bisogno che tu uccida una persona per me. O meglio, ho bisogno che mi aiuti ad ucciderla. Lo faremo insieme-.
L'altro gli rivolse uno sguardo stupefatto, per poi voltarsi per un secondo in direzione di Jane; lei scosse lievemente la testa, come volesse dirgli di non accettare quell'assurda proposta.
Ma non fu per questo, che Jeff negò il suo aiuto a Jason: si era fatto una promessa importante, non voleva più uccidere nessuno. E di certo non l'avrebbe infranta solo per offrire il suo aiuto a quell'uomo.
-Ho chiuso con questo, Jason- disse. -Non posso aiutarti-.
Ma l'uomo, come se non avesse neanche udito quella risposta, ricominciò a parlare.
-Non so se voi due state seguendo i telegiornali, se siete a conoscenza di quello che succede- disse. E subito dopo, non ricevendo risposta ne da Jane ne da Jeff, continuò. -Una donna sta giocando a fare la paladina della giustizia, prende di mira la gente come me e come te, Jeff. E la faccenda non mi sarebbe interessata più di tanto, se non fosse che giorni fa questa tipa è venuta alla clinica psichiatrica ed ha tentato di uccidermi-.
-..Cosa?- mormorò Jane.
L'uomo strinse le spalle e riprese a parlare, dondolandosi sulla sedia. -Non so come abbia superato i controlli di sicurezza e sia arrivata in giardino, ad ogni modo non ha avuto la meglio-. Sospirò per poi rivolgere lo sguardo alla finestra chiusa, ed al raggio di sole tiepido che filtrava attraverso il vetro. -Però nessuno è riuscito a fermarla, è scappata via e sono certo che tornerà. Perciò, voglio essere prima io a trovare lei-.
Jeff scosse la testa con decisione, senza fermarsi neppure un secondo a pensare. -Mi dispiace Jason, ma no- esordì, schietto. -Non ucciderò nessuno, tantomeno perché sei tu a chiedermelo-.
Fu diffcile per lui pronunciare quelle parole, perché la parte più malata ed irrazionale della sua mente stava scalpitando da intere settimane, bramosa di sangue; ma la promessa che aveva fatto a se stesso era una cosa davvero importante per lui. Fino a che non avesse più causato la morte di qualcuno, sarebbe stato sicuro di avere ancora il controllo dei suoi istinti. E dunque, sapeva che anche Jane sarebbe stata al sicuro.
L'uomo si scambiò uno sguardo con lui per una lunga manciata di secondi, durante i quali sembrò pensare intensamente con un'espressione delusa dipinta sul volto; poi però, dopo essere rimasto a lungo in totale silenzio, arricciò le labbra e sollevò il capo. -Devo farvi vedere una cosa- disse, per poi dedicare la sua attenzione a Jane. -Hai un pc da prestarmi per qualche minuto?-.
La ragazza aggrottò la fronte. -Che... A che cosa ti serve?- domandò.
L'uomo sospirò, tornando a dondolarsi con le spalle premute sullo schienale della sedia. -Mi serve un pc o al massimo un cellulare, ma preferirei il primo- continuò a dire. -Ho trovato un forum. C'è un tizio anonimo che posta regolarmente degli aggiornamenti, sembra stia indagando anche lui sulla questione di questa pazzoide... Quindi magari può darci informazioni utili-.
Udendo quelle parole, Ben rizzò le orecchie ed assunse un'espressione palesemente stupita. -Cosa? Perché non me ne hai parlato, cretino?- esordì, rivolgendosi a Jason.
Quest'ultimo fece spallucce. -Non lo so... Che importa?-.
Il biondino scosse energicamente il capo, sbuffando. -Se me lo avessi detto, adesso sapremmo già dove trovare l'autore di quel forum- esordì. Poi, con un odioso sorrisetto, concluse: -Me la cavo bene con gli aggeggi elettronici, è probabile che io riesca a individuare l'indirizzo ip-.
Mentre i due battibeccavano, Jane era già andata in sala a recuperare il suo computer portatile dal tavolinetto da fumo, per poi riporlo sgraziatamente sul tavolo ove Jason aveva puntato i gomiti. -Eccolo- si limitò a dire, per poi tornare da Jeff. Allungando un braccio lo avvolse dietro alla sua schiena, ed adagiò una guancia sulla sua spalla; per quanto potesse sembrare che in quel momento lui avesse il totale controllo delle sue emozioni, sapeva bene che non era così.
"Tutto ok?" sussurrò alle sue orecchie, stringendolo al suo corpo.
Jeff non rispose, ma lo sentì sospirare.
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Into The Madness - 3
FanficTerzo libro della saga "Into The Madness". Nonostante le complicazioni dovute alla sua salute mentale, Jeff ritrova nella convivenza con Jane una sicurezza ed una tranquillità che per lunghi anni non aveva più sperimentato. Impara, per la seconda v...