℘ąཞɬɛ 44 - Fumo

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Attraverso il foro della finestra, ed in mezzo alle colonne di fumo denso che si stava propagando con prepotenza, la giovane donna lo osservava dall'alto in basso. Un lieve accenno di sorriso era impresso sulle sue labbra sottili, un ghigno crudele che esprimeva una marcata soddisfazione in ciò che stava vedendo.
Aveva teso la trappola perfetta.
Ed il suo corpo era tutto un fremito, nell'attesa del prossimo assoluto trionfo del suo personale concetto di bene contro al suo personale concetto di male. L'ennesima vittoria.
Lo sguardo di Jason si riempì di stupore nel momento in cui la vide ed istintivamente prelevò il coltello che custodiva nella tasca, seppur conscio che a ben poco gli sarebbe stato utile in quella occasione; mentre Liu, visibilmente scosso, tornava ad alzarsi in piedi con le palpebre spalancate ed i denti stretti.
-Mi avete reso le cose davvero troppo facili- commentò Judge Angel con una breve quanto fastidiosa risatina, rivelando il tono squillante della sua voce che, nonostante l'aspetto mascolino e grezzo, risultava essere piuttosto delicata. -Sono quasi delusa, devo ammetterlo-.
L'incendio avanzava con una rapidità davvero preoccupante, e fu per questo che Jason scelse di distogliere la sua attenzione da quella squilibrata ed impegnarsi invece a cercare un modo per uscire dalla baracca, per evitare di morire bruciato da quelle fiamme. Con una rapida occhiata capí che le uniche due vie d'uscita erano la finestra, davanti alla quale Judge Angel era posizionata per assicurarsi che nessuno vi uscisse, e la porta d'ingresso; quest'ultima, tuttavia, stava venendo divorata dell'incendio.
Coprendosi la bocca con una manica nel tentativo di inalare meno fumo possibile, l'uomo dai capelli rossi fece appello al suo coraggio per gettarsi in pasto alle fiamme ed assestare con decisione una possente spallata contro alla porta; ma questa non si aprí. Era probabilmente stata bloccata in qualche modo dall'esterno.
-Merda!- gridò per scaricare la tensione, mentre tornava ad indietreggiare fino al centro della stanza, dove le fiamme non erano ancora arrivate.
E la donna, scoppiando in una sadica risata, piegò la testa di lato e continuò ad osservare la scena con insana goduria. -Potete scegliere di morire bruciati... O magari preferite che vi mozzi la testa?- esordì, sghignazzando.
Liu sollevò le braccia in segno di resa, iniziando a tossire in modo violento a causa del fumo che era già penetrato abbondante nei suoi polmoni. -Non serve a niente, ti troveranno..- riuscì a dire, con enorme fatica. -C'è un'intero squadrone di poliziotti alle tue calcagna!-.
Judge Angel poggiò a terra la punta della sua luccicante spada assumendo un'espressione estremamente divertita. -Non preoccuparti sbirro, a questo penserò più tardi- rispose, piena di sé. -Non fraintendermi, non era mia intenzione punire anche te, non sei un criminale dopotutto; ma mi hai causato non pochi problemi fino ad ora-.
-Hei, troia!-. Il grido di Jason rimbalzò sulle pareti vuote della vecchia baracca, sovrastando con prepotenza il fracasso generato dalle fiamme che stavano divorando le travi. -Ti ricordi di me?-.
La bionda lo scrutò solo per un secondo, tornando poi a ridacchiare in modo fastidioso. -Come potrei dimenticare. Mi sei scappato per un pelo, Jason The Toymaker-.
-Ecco, molto brava- ribatté lui, avanzando minaccioso verso la finestra alla quale lei si affacciava. Se quella era l'unica via d'uscita percorribile, aveva pensato con amarezza, avrebbe dovuto tentare di utilizzarla a costo di farsi davvero male. -Anch'io non ti ho dimenticata affatto-.
Con uno scatto agile, Jason spinse via Liu che stava occupando la strada e balzò sul davanzale della finestra, per poi tentare di afferrare il braccio destro della donna con il quale lei reggeva saldamente la spada. Non riuscì nell'intento, ma il suo tentativo di aggressione la fece arretrare di un passo garantendogli un piccolo spiraglio attraverso il quale riuscì a saltare giù, e quindi uscire all'aria aperta.
Non ebbe però neanche il tempo di inspirare una boccata d'aria, prima di ricevere un fendente che lo ferì sulla spalla sinistra.
-Sei coraggioso- commentò lei, che lo osservava con divertimento mentre lui, rotolando a terra, guadagnava un paio di metri di distanza per poi tornare prontamente in piedi. La ferita iniziò da subito a sanguinare abbondantemente ma Jason non se ne preoccupò, anche perché adesso che si trovava all'esterno aveva potuto notare che Judge Angel non era sola: vi erano due robusti uomini assieme a lei, e si comportavano come se fossero sue personali guardie del corpo.
"Cazzo" pensò. "Si mette male".
Nel frattempo, orientandosi ormai a fatica nel fumo che aveva riempito completamente l'aria, Liu riuscì a raggiungere Jane. -La pistola, dammela, presto!- esordì scuotendole una spalla; aveva intenzione di sfruttare la distrazione fornita da Jason per attaccare, ma non avrebbe potuto farlo senza la sua arma.
La ragazza, a sua volta in preda a violenti colpi di tosse, lo guardò negli occhi e si rese conto che era spaventato almeno quanto lei; esitò qualche attimo, non era sicura di volergliela consegnare, ed il castano non ebbe la pazienza di attendere perché iniziava a sentire la mancanza di ossigeno stordire i suoi sensi. Lo vide scattare via come una lepre verso l'uscita e pensò che avrebbe dovuto seguirlo, perciò si mise a cercare disperatamente la figura di Jeff tra le colonne di fumo nero: sapeva che seguire le orme di Jason e saltare giù dalla finestra sarebbe stato estremamente pericoloso, ma l'alternativa a quel punto sarebbe stata morire intossicati all'interno di quella maledetta baracca.
Con notevole fatica riuscì a distinguere la sagoma di Jeff in piedi al centro della stanza, e con decisione lo afferrò per un braccio: lui era totalmente paralizzato dalla paura, terrorizzato dalle fiamme che adesso lo circondavano completamente. Quella situazione per lui doveva essere stata un vero e proprio incubo.
-Jeff, dobbiamo uscire subito!-.
Lui non sembrò capire ciò che gli aveva detto, probabilmente non la stava neanche ascoltando: il suo sguardo era perso nel vuoto, le palpebre spalancate e gli occhi lucenti di terrore; ma non oppose resistenza. Si lasciò trascinare per qualche passo, poi si limitò a seguirla fino a raggiungere la finestra che Liu, nel frattempo, aveva a sua volta scavalcato.
Quando il giovane poliziotto ebbe poggiato le suole a terra si ritrovò immediatamente bloccato dalla violenta presa di uno degli uomini di Judge Angel, che lo afferrò per il collo e lo gettò a terra, bloccando i suoi movimenti con facilità. Non riuscì a difendersi in alcun modo perché era del tutto disarmato, ed in netto deficit di forza nei confronti del suo assalitore; si ritrovò in un secondo con la faccia al suolo, e la terra dentro la bocca.
-Forse vi ho un po' sottovalutati, dopotutto- commentò Judge Angel, che teneva lo sguardo fisso su ogni più piccolo movimento che Jason potesse anche solo pensare di compiere. -Sarà divertente, in fin dei conti-.
L'uomo dai capelli rossi sorrise, poggiando il palmo della mano sulla ferita che stava imbrattando di rosso i suoi vestiti; forse grazie all'adrenalina, forse grazie ad un ritrovato sadico divertimento, non sentiva più alcun timore di affrontare uno scontro con quella pazza. Sarebbe stata una buona occasione per vendicarsi.
-Su una cosa ti do ragione, mi hai sottovalutato- ghignò, eseguendo uno scatto improvviso verso di lei con la lama del coltello saldamente stretta nella mano. Riuscì ad evitare il secondo fendente della sua spada conficcando l'arma nel bacino di Angel, ma fu afferrato dal secondo scagnozzo che lo sbatté contro alla parete con una forza quasi disumana, facendogli per qualche attimo perdere i sensi.
Le fiamme nel frattempo erano cresciute a dismisura, arrivando a divorare il soffitto; Jane e Jeff riuscirono a saltare fuori giusto un attimo prima che una delle travi crollasse al suolo, portando con sé buona parte del tetto che all'impatto con il terreno generò un fracasso infernale. La ragazza prelevò prontamente la pistola dalla tasca dei pantaloni ove l'aveva conservata fino a quel momento, e senza alcun tipo di esitazione caricò il colpo e premette il grilletto, dapprima mancando l'obbiettivo, poi freddando l'uomo che stava aggredendo Jason con un secondo sparo. Un attimo dopo, in preda ad una lunga serie di colpi di tosse, Jane volse lo sguardo a Jeff per assicurarsi che stesse bene; lo vide immobile, disconnesso da ciò che gli stava accadendo intorno, e si sentì profondamente disperata: avrebbe dovuto recuperare il controllo prima di subito, se volevano uscire tutti quanti vivi da quello scontro infernale.
-Jeff!- gridò, richiamando disperatamente la sua attenzione.
Nello stesso momento Jason stava tornando ad alzarsi in piedi con estrema fatica, finalmente libero dalle grinfie del suo assalitore, ma un calcio ben assestato dritto in pancia lo fece soccombere ancora: Judge Angel era in piedi davanti a lui, sadicamente divertita nel constatare il suo dolore.
-Sei un osso duro, uh?- esclamò, con un secondo calcio dritto in faccia.
Pochi metri più in là Liu veniva ancora tenuto con la testa premuta a terra, ed era in debito di ossigeno: tentava invano di liberarsi dalla pesa del secondo scagnozzzo ma senza risultato alcuno, e temeva il peggio per se stesso. Con un filo di voce riuscì a chiamare il nome di Jane, la quale fortunatamente intervenne giusto un attimo dopo: con le mani che tremavano sparò un terzo proiettile, che trapassò la spalla dell'assalitore. Tuttavia, l'uomo non lanciò la presa su Liu neanche a seguito dello sparo: al contrario applicò più forza, tentando di strozzarlo con entrambe le mani.
-Lascialo!- gridò Jane premendo il grilletto ancora una volta.
Ma questa volta, solo un misero click metallico fuoriuscì dalla canna: le munizioni erano già esaurite.
La mora guardò l'arma stretta tra le sue mani con le palpebre spalancate, e capí di aver sfruttato molto male le possibilità che aveva avuto a disposizione. Che avrebbe potuto fare, adesso?
Il volto di Liu si era tinto di rosso, non riusciva a respirare e le mani attorno al suo collo sembravano stringersi con sempre più forza. -Hei, tu!- gridò Jane a pieni polmoni rivolgendosi all'assalitore, e sperando in qualche modo di riuscire a catturarne l'attenzione in modo che allentasse quella presa mortale su Liu: Ma proprio in quel brevissimo lasso di tempo, paralizzata dalla disperazione, vide Jeff scattare rapidamente verso l'uomo ed assalirlo con una ferocia disumana.

Into The Madness - 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora