Sulla cima di quella grande pila di pietre corrose dalle intemperie, Jeff se ne stava immobile. Era in posizione eretta, con i piedi ben ancorati al suolo e le gambe lievemente divaricate; guardava il fratello dritto negli occhi senza più tremare, e con la mano sinistra impugnava la pistola con decisione. La punta della canna era poggiata delicatamente sulla sua tempia, ne sfiorava la pelle con una fredda ed immobile carezza; il colpo era pronto a venir esploso.
Liu rimase pietrifcato alla vista di ciò, e per una lunga manciata di secondi restò con il fiato sospeso. Si scolpí del tutto incapace di affrontare quella situazione: non era neanche più in grado di pensare in modo lucido e razione, e temeva che da lì a poco avrebbe udito il terribile suono dello sparo propagarsi nell'ambiente con inaudita violenza. La luce bianca della luna si rifletteva sui capelli lisci del killer, che adesso ondeggiavano spinti dal vento; sulla sua bocca un sorriso amaro, ma carico di affetto.
-Scusami tanto, Liu- mugolò Jeff con un filo di voce, ignorando le lacrime che stavano solcando il suo volto. -Ma non posso continuare così. Non posso biasimare il tuo odio, ma non posso neanche continuare a sopportare tutto questo-.
-Metti giù quella pistola- gli ordinò impetuoso il fratello, abbassando le mani ed allungandole invece verso di lui. Aveva ripreso il controllo quanto bastava per capire che avrebbe dovuto agire in fretta, ma non era certo di sapere che cosa avrebbe dovuto fare.
Ma il moro sembrava ormai aver deciso, e non essere più disposto ad arretrare. -Mi dispiace per tutto quanto, per quello che sono e per quello che ho fatto- continuò a mormorare, con voce tremante. -Il ricordo del tuo affetto mi aiutava ad andare avanti, ma era solo una fantasia- spiegò, accarezzando il grilletto con un dito come fosse rassicurato dal sentirsi così vicino al compim di quellatto folle. -Non voglio più farti del male in nessun modo-.
Ormai nel panico, Liu iniziò ad annaspare; era sicuro che non gli importasse piu assoluamente niente, eppure fu certo in quel momento di volergli impedire a tutti i costi di sparare. -Jeff, non ti azzardare!- gridò a pieni polmoni, ed a quel punto la sua voce fu udita anche da Jane e Jason, che si svegliò di colpo.
-Butta giù quella pistola e parliamo, per favore!-.
Non avrebbe mai potuto permettergli di farlo, non poteva tollerare di essere la causa di quel suicidio, e trovarsi ancora una volta a dover continuare a vivere con il peso di un senso di colpa che, ne era certo, questa volta non avrebbe potuto sopportare. Suo fratello minore gli stava per rovinare la vita una seconda volta, con quel gesto: e lo odiò ancora di più per questo.
Il volto di Jeff si piegò in un ghigno di dolore, ma non fece ciò che l'altro gli aveva chiesto. Dopotutto desiderava farlo da tanto tempo, e quale momento sarebbe stato più appropriato di quello? Non aveva mai pensato a quanto la sua semplice esistenza avesse potuto danneggiare quella dell'altro, ed avere l'ennesima conferma del fatto che lui non lo avrebbe mai perdonato lo aveva definitivamente privato di ogni desidero di restare in vita.
-Ti prego, prenditi cura di Jane... - balbettò, ormai in preda ai singhiozzi del pianto. Tutto il suo dolore sarebbe svanito in un attimo, gli sarebbe basato eseguire quel piccolo movimento.
-Non farlo, Jeff ascoltami per favore- continuò a dire Liu, iniziando però ad avviniarsi a lui nella speranza di riuscire ad afferrare l'arma e strapparla via dalle sue mani prima che potesse compiere l'insano gesto. -Possiamo parlare, ok? Parliamo quanto vuoi ma abbassa l'arma-.
Nel frattempo Jane si era precipitata all'esterno, e trovandosi davanti quella scena per poco non svenne: si trovò incapace di respirare, ad osservare la persona che amava di più al mondo in procinto di spararsi in testa. Ed era troppo, troppo lontana per raggiungerlo in tempo se davvero lui avesse deciso di farlo.
-Jeff! No!- gridò, iniziando a correre in sua direzione ed inciampando più volte, a causa della scarsa visibilità dell'ambiente. La luna alta nel cielo nero pareva osservare tutto quanto dall'alto, con la sua ineluttabile indifferenza.
Restando in silenzio il moro strinse le labbra ed assunse un'espressione rilassata: forse stava per premere il grilletto e sentirsi così prossimo alla morte lo stava rassicurando, ma le mani di Liu lo raggiunsero in quell'istante strappando via la pistola dalle sue mani e gettandola violentemente a terra. Poi, terrorizzato a morte, aprí le braccia e le fece scorrere attorno alla schiena del fratello, stringendo così forte da fargli male; fu un gesto assolutamente istintivo, che andava in netto contrasto con l'odio e la rabbia che stava provando.
Ispirò aria fredda, chiudendo gli occhi: era riuscito a fermarlo.
Lo aveva disarmato.
Colto da un'improvvisa crisi di pianto il poliziotto posò la testa sul petto del killer, e singhiozzando continuò a stringerlo a se con tutta la forza che aveva in corpo.
-Oh mio dio... - balbettò, lasciandosi trasportare dal pianto. E per la prima volta fu felice di saperlo vivo, fu felice di essere così vicino a lui. Lo strinse con le braccia che tremavano e pensò per la prima volta di essere stato davvero stupido a comportarsi in quel modo.
Jane li aveva ormai raggiunti seguita anche da Jason, ma vedendo i due fratelli abbracciarsi non osò intervenire; recuperò tuttavia la pistola da terra, per scongiurare il ripetersi di qualcosa di simile. Anche lei tremava come una foglia, perché per un attimo aveva creduto che avrebbe perso Jeff per sempre. Poche altre volte nella vita aveva provato una così profonda disperazione e si era sentita così tanto impotente, ma guardarli adesso così vicini le riempì il cuore di gioia.
-Calmati, è tutto ok- sibilò Liu nell'orecchio del fratello, che sentiva fragile ed emotivamente esposto sotto alle sue mani; ebbe l'impressione che lui avrebbe voluto sprofondare all'interno del suo corpo: si era lasciato andare, ed era abbastanza sicuro che se fosse indietreggiato in modo improvviso lui sarebbe caduto a terra.
Anche Jason stava osservando la scena con un'espressione sconvolta sul volto, era spaventato non meno degli altri ed aveva temuto il peggio, fino a pochi attimi prima. L'uomo lanciò uno sguardo pensieroso a Jane per assicurarsi che lei stesse bene, per poi restare fermo ad osservare gli altri due che, lentamente, scendevano giù dalla montagna di pietre l'uno accanto all'altro senza dire più una singola parola. Jane raggiunse Jeff non appena fu tornato con i piedi sull'erba bagnata, e lo prese per mano stringendo con forza; lui guardava a terra, sembrava essersi disconnesso da ciò che lo circondava ed essere sprofondato nella sua mente. Glielo aveva visto fare più volte, e sapeva di non doversi preoccupare più di tanto. Si sarebbe ripreso presto, aveva solo bisogno di recuperare la calma.
Liu si fermò per una lunga manciata di secondi, con il fiato corto ed il cuore in gola; aveva bisogno di recuperare la calma, si sentiva stordito e l'adrenalina che aveva in corpo lo stava facendo impazzire.
-Vieni dentro, sei congelato... - mormorò la ragazza, incitando Jeff ad accelerare il passo. Non gli disse niente riguardo a quello che era appena accaduto, anche perché non sapeva proprio che cosa avrebbe dovuto dire; si sentiva solo estremamente grata che non gli fosse accaduto nulla, e pensava tra se e se che avrebbe dovuto tenerlo d'occhio molto più del solito, da ora in avanti. Aveva rischiato davvero grosso, questa volta.
Raggiunse la porta quasi trascinando Jeff dietro si se, mentre Liu e Jason stavano bisbigliando qualcosa tra loro con due facce sconvolte. Entrò, ed accompagnò il moro fin vicino al falò ancora acceso, per poi recuperare la felpa asciutta e porgergliela. -Mettila dai, ti terrà più al caldo-.
Il killer eseguí l'azione come un robot, ma era evidente che la sua mente fosse da tutt'altra parte. Lo prese per mano e lo invitò a sedersi vicino al fuoco per scacciare via il freddo che gli era penetrato fin nelle ossa, e lui neanche si accorse di trovarsi così vicino alle fiamme: fosse stato più lucido, se ne sarebbe stato di certo preoccupato.
-Mi hai spaventata a morte...- mormorò la ragazza, senza mai lasciare la sua mano.
Aggiunse un paio di rami secchi per alimentare il falò, poi diede a Jeff un piccolo bacio sulla fronte non tanto per rassicurare lui, quanto per se stessa.
Liu e Jason tornarono all'interno della malmessa baracca poco dopo, e mentre l'uomo si posizionava a sua volta nel pressi del fuoco l'altro mantenne invece le distanze, restando in piedi con la schiena premuta contro al muro. Lanciò uno sguardo a Jeff, che fissava il fuoco con lo sguardo perso nel nulla, e si concentrò sulla sua stessa respirazione nel tentativo di calmarsi; non riuscendoci, poi, iniziò a camminare avanti e indietro lungo la stanza. Si stava anche chiedendo che fine avesse fatto la sua pistola, era stato così scosso da quella situazione che non aveva visto chi l'aveva presa; ed ora, non era di certo il momento giusto per domandarlo.
-Riposati un po', sbirro- borbottò la voce di Jason, che lo osservava da seduto a terra. -E se proprio non vuoi almeno smettila di andare avanti e indietro, mi irriti-. Si fece una piccola risata, cercando di sdrammatizzare ciò che era appena accaduto. -Magari se ti metti a dormire non fai altri danni, che ne dici?-.
Jane appoggiò la guancia sulla spalla di Jeff, cercando di farlo sentire al sicuro con il contatto del suo corpo; lo conosceva abbastanza da capire quasi sempre ciò di cui lui aveva bisogno.
-Va meglio?- gli sussurrò.
Ma lui non le diede alcuna risposta, e continuò a fissare un punto indefinito della stanza. Tutto ciò che fece fu stringere più forte la sua mano, per dirle che stava apprezzando davvero la sua preoccupazione.
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Into The Madness - 3
FanfictionTerzo libro della saga "Into The Madness". Nonostante le complicazioni dovute alla sua salute mentale, Jeff ritrova nella convivenza con Jane una sicurezza ed una tranquillità che per lunghi anni non aveva più sperimentato. Impara, per la seconda v...