Alycia P. O. V.Dopo il pranzo tornammo in ufficio e passammo tutto il pomeriggio circondate da numerosi documenti e fogli pieni di calcoli. Stare con lei mi faceva pensare a cose che non avrei dovuto pensare, poteva essere una pazzia secondo me ma a volte sentivo i suoi occhi su di me in modo intenso, come Eliza avrebbe guardato Jasmin per meglio dire. O magari era solo il mio subconscio che mi faceva pensare che mi guardasse allo stesso modo.
"Potremmo dargli anche i bilanci dell'anno scorso." Dissi sistemando la grossa pila di fogli sulla sua scrivania, erano già passate le otto di sera.
"Sarebbe una grandi idea, non crede?" Disse con un piccolo sorriso. Sentì bussare debolmente alla porta ed ecco far capolinea Marcus. Aveva uno sguardo serio.
"Alycia, posso parlarti?"
Eliza lo guardò per qualche secondo, chissà cosa diavoli stava pensando e dopo si soffermò su di me.
"Marcus..."
"Vada a parlare con lui, signorina Debnam-Carey." Il suo tono di voce era freddo stavolta.
Chiusi gli occhi e uscì dalla stanza, con lui al seguito.
"Che è successo alla nostra cena?" Chiese infastidito.
"Mi dispiace ma credo di non poter venire."
Lui scosse la testa mettendo le mani sui fianchi con un'espressione irritata.
"Mi stai trattando come uno stupido, mi hai piantato per la seconda volta in un giorno solo."
"Cosa vuoi che faccia? Non ho altra scelta. Credi che mi piaccia lavorare fino a tardi?"
"Sai che hai la scelta di andartene, vero? Quella donna non va bene, ti sta pressando?"
"Shh! Abbassa la voce! Vuoi che ti senta? Devo fare il mio lavoro." Gli dissi infastidita.
"C'è qualche problema? " Sentì la voce di Eliza dietro di me. Oh bene! Ci mancava solo lei adesso.
"No signora..."
"Signora Taylor, quest'orario di lavoro è un po' fuori luogo non crede?" Marcus la stava chiaramente sfidando.
Potei vedere le vene di Eliza divenire più visibili attraverso la sua pelle di porcellana e la sua mandibola stringersi, dopo fece un profondo respiro e parlò.
"Signor Castrus , devo informarla che io sono la presidente di quest'impresa, di conseguenza non devo dare spiegazioni sugli orari dei miei impiegati. Se pensa che sia tardi, perché è ancora qui?"
Lei l'aveva letteralmente lasciato a bocca aperta, ero sicura che se Marcus avesse potuto uccidere con lo sguardo, senza dubbio l'avrebbe fatto. Le parole di Eliza erano decise e arroganti.
"Ha ragione signora Taylor, scusi la domanda."
"Non c'è problema. Signorina Debnam-Carey, appena finisce la sua conversazione devo mostrarle alcuni documenti."
Mi limitai ad annuire alle sue parole e la vidi poi tornare nel suo ufficio lasciandomi in silenzio insieme a Marcus.
"In questi giorni sarà impossibile, devo finire un bilancio generale con lei fino a lunedì, mi dispiace."
Il ragazzo mi guardò per qualche secondo e dopo giunse a una conclusione, la peggiore.
"Continua a fare il tuo lavoro, buona serata." E dove aver detto ciò si girò e se ne andò.
Voleva farmi sentire in colpa? Congratulazioni! C'era riuscito. Respirai profondamente e tornai in ufficio dalla la donna più attraente che avessi mai visto, non mi ricordavo nemmeno più di Marcus quando la vidi. Era seduta con la camicia sbottonata parzialmente all'altezza del seno, indossava degli occhiali che probabilmente erano quelli di riposo, i suoi capelli erano raccolti con un elastico sulla testa. Aveva un'espressione seria davanti ai fogli sulla sua scrivania. Sapevo che passare tante ore con lei era come fare un attentato alla mia salute mentale.
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The Stripper
FanfictionAvete mai immaginato di avere due vite? Essere due persone allo stesso tempo? Suppongo di sì. Ma tra immaginazione e realtà c'è una grande differenza, credetemi. Immaginiamo... Alycia, una donna dolce e delicata. Jasmin, una donna sexy e imponente...