Capitolo 17 - Conoscere la famiglia

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Eliza  P. O. V.

Guardavo attraverso il piccolo finestrino dell'aereo che attraversava le nuvole, esibendo un bel paesaggio in quel pomeriggio. Era un po' di tempo che non mi sentivo totalmente felice di tornare a casa dalla mia famiglia. Non è che io non li ami, al contrario erano una delle cose migliori della mia vita. È solo che la vita a volte fa molti giri e si ferma nel momento sbagliato.

Dalla mia infanzia erano cambiate tante cose, le mie basi, ed il mio posto-sicuro non erano più solidi.  Odiavo sentirmi debole o fragile. Sentivo di poter collassare in qualsiasi momento, il che era contro la mia naturalezza. Però stavo così adesso, come tutte le altre volte che ero andata a fargli visita. Diversamente dalle altre, adesso qualcuno mi avrebbe aiutata ad uscirne. 

"Lei ha delle riunioni importanti lunedì."

Sentì la voce di Alycia vicino a me. Mi girai a guardarla, lei era bella anche con la faccia addormentata. Per quanto possa sembrare incredibile, sono sempre stata abituata ad essere riservata. Non mi stava interessando cosa avrebbero detto di me per aver portato Alycia. Lei era la via di fuga perfetta da quel posto, e non solo per quello. La signorina Debnam-Carey negli ultimi giorni era la mia miglior compagnia, aveva delle buone conversazioni ed un'energia positiva. Tutto ciò di cui avevo bisogno giorno per giorno. Magari con lei io ero diversa, mi sentivo più rilassata, come se sapessi che lei non mi avrebbe fatto del male. 

"Ce le ho? Con chi?"

Lei continuò a far scivolare le dita sullo schermo dell'IPad sugli impegni della mia agenda.  "Con qualche interessato del Brasile. Vogliono conoscere i suoi servizi."

"Brasile? Wow, è fantastico!"

"Sì? Ci ha già pensato? Costruire una succursale brasiliana?"

"Non ci avevo mai pensato, però è una buona idea. Ci lavoreremo duro, va bene?"

"Può contare su di me, signora."

Lei non avrebbe mai perso l'abitudine di chiamarmi signora? Guardai la donna con aria di rimprovero. 

"Che è successo?"

"Signora?"  Roteai gli occhi. 

"Mi dispiace, Eliza."

Le sorrisi e lei fece lo stesso. Allora tornò a guardare il dispositivo tra le sue mani. Non capivo cos'aveva Alycia da farmi sentire così a mio agio con lei, che avevo la tentazione di lasciar perdere tutte le nostre questioni professionali per essere semplicemente sua amica. 

Amica...  È qualcosa che speravo da quella donna? La guardai senza che lei se ne rendesse conto. Guardando i suoi tratti delicati ed angelici, Alycia era una donna dolce che inteneriva perfino il cuore più duro, come il mio. Non avevo dubbi che lei sarebbe la donna perfetta per sposarsi ed avere dei bellissimi figli.  Figli? Mio Dio Eliza, a cosa stai pensando?

"Va tutto bene?"  La sentì chiedermi. 

"Sì, stavo solo pensando."

Le sorrisi e lei annuì appoggiandosi al suo sedile e chiudendo gli occhi. Alycia aveva dei lineamenti così familiari, dovevo solo capire con chi. Ore dopo atterrammo all'aeroporto di Los Angeles, come ci si aspettava. La nostra macchina ci stava già aspettando per portarci. 

"Eri mai venuta a L.A prima?"

"In realtà no, non ho avuto l'opportunità."

"Vedo che ci sarà l'opportunità per conoscere molti posti, signorina Debnam-Carey."

Alycia  P. O. V.

Mi sentivo un po' in imbarazzo. Eliza ed io non avevamo tanta intimità al punto di passare un fine settimana insieme, io sapevo che quella situazione era per scappare dal fine settimana con la sua famiglia. Però nonostante tutto io ero felice, felice di avere la sua presenza che mi faceva così bene. 

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