chapter 55: illusione numero 2

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[Nicole's Pov]

Ero ancora sul mio letto, in preda ad una crisi, piangevo e piangevo senza fare nulla, non volevo vedere nessuno nemmeno i miei genitori..

Poi mi addormentai.

Caddi in un sonno profondo, ma inaspettatamente sognai qualcosa, la stessa stanza dell'altro giorno, buia, ed io ero sollevata nella stessa maniera.
"ti prego non dirmi che sono finita di nuovo qua!"
esclamai battendo un piede
"è un piacere rivederti anche per me"
rispose qualche istante dopo la voce profonda del demone
"perché sono di nuovo qui?"
chiesi con voce instabile dopo aver fatto un passo indietro
"voglio farti capire-"
"COSA DEVI FARMI CAPIRE! mi stai letteralmente mandando in collisione. non c'è la faccio più cosa vuoi da me!"
Si avvicinò, sempre di più finendo praticamente faccia a faccia con me, la sua melma nera e il suo respiro mettevano in suggestione mentre i suoi denti aguzzi e i sui occhi enormi totalmente bianchi iniziavano a spaventarmi
"Io sono Venom e tu sei mia"
disse con un certo tono d'arroganza dopo aver sfoderato la sua lunga lingua biforcuta
"Come sei ingenua"
aggiunse voltandosi
"perché non controlli di nuovo le tue mani"
disse accompagnandosi con una piccola risata
Abbassai lo sguardo, notai di nuovo quel particolare, tutto quel sangue.
"no! non è mio! mi stai solo manipolando"
esclamai portandomi le mani dietro la nuca mentre sulla mia guancia cominciava a scendere una lacrima
"ah no? guarda tu stessa.."
disse ridendo e poi si spostò..
Davanti a me uno scenario pietoso, un palazzo distrutto, cumuli di pietra ovunque e ammassi di vite ormai perse..
Guardai meglio, spostando lo sguardo intravidi un viso che mi sembrava familiare, corsi da lui
"PETER!"
esclamai gettandomi a terra di fianco a lui
"c-che cosa hai fa-fatto N.."
"cosa ho fatto Peter?"
provai a dargli un piccolo schiaffo  per risvegliarlo, ma niente da fare era morto fra le mie braccia..
"sei un mostro!"
urlai piangente girandomi verso Venom divertito dalla conversazione .
Mi rialzai, continuai a guardare il viso privo di vita di Peter mentre le lacrime non cessavano, mi sentivo tremendamente in colpa..
"Perché non guardi difronte a te"
disse Venom alle mie spalle, alzai la testa e il mio sguardo cadde su un cumulo di macerie in particolare..
Tutti gli Avengers.. uno di fianco all'altro.. non si muovevano
"CHE COSA GLI HAI FATTO!"
esclamai nella rabbia totale mentre incominciavo a stringere i pugni dal dolore
"io non gli ho fatto un bel niente"
rispose divertito
"Non sei reale!"
"si che lo sono e lo sai Nicole"
"NO NO BASTA!"
"non mi manderai via così facilmente, ormai sei
mia-"
"BASTAA!"
urlai in ginocchio con la faccia distrutta dal pianto portandomi le mani sulle orecchie per non sentirlo più.
L'illusione cessò ancora una volta

Mi svegliai urlando, ero panicante, il cuore a mille non aiutava e respiravo a fatica.
Gli altri non tardarono ad arrivare, al lato del mio letto apparvero  i miei genitori, svegliati di soprassalto dalle mie urla

"Che succede!"
mi chiese mia madre mentre si sedeva vicino alle mie gambe, non risposi, i miei respiri profondi iniziarono ad aumentare, proprio come un'attacco d'ansia o di panico

"Parlami Nicole"
esclamò mio padre mentre con le sue grandi mani mi circondava il volto come aveva sempre fatto quando stavo male

"credo stia avendo un'attacco di panico"
disse Banner agitato mentre guardava con gli altri me in quello stato

"un che?"
"un'attacco, Steve bisogna calmarla il prima possibile!"

"papà.."
dissi com un filo di voce mentre respiravo a malapena

"Tesoro"
mi rispose mio padre abbracciandomi in preda all'ansia

"cos'è successo"
mi chiese mentre lentamente mi calmavo fra le sue braccia

"i-io non"
risposi crollando a piangere

"sta tranquilla, siamo qua Tesoro"
disse Nat prendendomi la mano per poi stringerla forte mentre poggiata con testa sulla spalla di Steve tiravo su con il naso e la guardavo sorridente.

Chiusi gli occhi, non riuscivo a pensare ad altro che a quello che avevo appena visto.
Avevo lo stesso problema della scorsa volta, tirai un sospiro

"sarà reale?"
pensai stringendo i pugni mentre gli altri parlavano fra loro e alternavano su di me lo sguardo penetrante e preoccupato.

[fine pov]

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