chapter 46: spiegazioni

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[Nicole's pov]

Eravamo usciti tutti dalla torre, io e Nat siamo state le ultime e gli altri vedendoci arrivare rimasero stupiti

"Nicole! Rogers!"
disse mio padre sbucando dagli altri con tono severo e arrabbiato

"Nelle puntate precedenti di Nicole lavora da cani, ti avevo detto di restare a casa perché era troppo lontano e invece tu senza dire nulla a nessuno con il fidanzatino sperando che nessuno venisse mai a conoscenza della tua fuga amorosa sgattaioli via facendo l'unica cosa che ti avevo
detto di-NON-fare!!"
aggiunse corrugando la fronte mentre avanzava verso di me alzando mano a mano il tono.

"Papà.."
Risposi abbassando la testa e il tono

"No No papà un nel niente !a casa ne riparliamo"
mi disse con un'espressione delusa mentre si spostava verso il mio professore.

"Professore, qua non è più un posto sicuro per portare dei ragazzi a migliaia di kilometri da casa non trova?"
gli domandò retoricamente mentre non staccava il suo sguardo penetrante da me

"ha ragione.. Ragazzi domani mattina torneremo a casa"

"io proporrei adesso. professore!"
aggiunse con un sorriso retorico sul volto

"adesso? ehm- si si può fare Torniamo in hotel
ragazzi che abbiamo un volo da prendere"
rispose il prof tornando verso il pullman con il dito alzato facendosi seguire da tutti noi

"andrà tutto bene, ci penso io con tuo padre"
mi disse sorridendo Nat prima di lasciarmi andare via

"grazie"
gli risposi sorridendo dopo averla abbracciata tornando poi dagli altri per prendere le cose e tornare a casa.

[fine pov]

i ragazzi avevano ripreso le cose dall'Hotel e in questo momento si trovavano sull'aereo in fase di atterraggio che si sarebbe svolto a breve.

"perché sei scappata?"
domandò Peter mentre si preparava all'atterraggio

"te l'ho detto avevo bisogno di staccare"
"si ma hai infranto una regola di tuo padre, sai come fa dopo che non rispetti una sua regola"

"lo so dopo gliene parlerò ma ora che ho avuto un po' di tempo per pensare credo che inizierò ad abituarmi al fatto di chiamare Nat mamma"
rispose Nicole facendo sorridere il ragazzo che l'aveva tenuta per mano tutto il tempo.

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Giunti finalmente all'aereo porto di New York tutti i ragazzi riabbracciarono i genitori venuti a riprendere i figli , tra cui c'erano anche zia May e Happy, l'assistente di Tony

"Happy?"
domandò a voce alta Nicole mentre andava verso di lui

"si sono io, ho il compito di portare lei e il signor Parker alla torre"
risponde con tono freddo e serio

"anche Peter?"
"si."
"ah, d'accordo.. hai sentito Peter devi venire anche tu"

"Io?"
chiese il ragazzo indicandosi mentre si distaccava dalla zia

"già. sappiamo già perchè"
"d'accordo... zia il capo mi ha chiesto di andare in ufficio, ti dispiace se ci vediamo sta sera?"

"tranquillo Pit, poi dimmi che succede ok?"
"certo, a stasera"
"a stasera"

Nicole e Peter dopo aver salutato tutti salirono in macchina con Happy e nel giro di 10 minuti scarsi arrivarono alla Torre

"pronto?"
domandò deglutendo la ragazza

"non proprio.."
rispose deglutendo a sua volta lui poi entrarono nell'ascensore, nel breve tragitto si respirava solo tensione ansia e agitazione.

[Nicole's pov]

Sentii le porte dell'ascensore aprirsi, un brivido mi scese lungo la schiena mentre le mie mani iniziavano a tremare, non so se era paura ma qualcosa doveva essere.
Guardai Peter nella speranza di un suo segno ma nulla era impassibile,nemmeno un pesce,
Presi coraggio e mi avviai verso il salone.
Avevo letteralmente tutti gli occhi addosso, in particolare quelli di mio padre, si sentivano anche lontano kilometri

"ehilà.."
dissi provando a sdrammatizzare

"siediti!"
rispose a tono acido mio padre mentre mi indicava la sedia difronte al divano dove erano seduti lui Strange e Natasha.

"cos'è questo?"
mi chiese dopo aver sbuffato mostrandomi la lettera che gli avevo scritto

"era per dirti di restare tranquillo che stavo bene.."

"Nicole! NON MENTIRMI!"
disse alzando la voce

"perché mi hai disobbedito?!"
aggiunse, non risposi, abbassai solo lo sguardo mentre muovevo la gamba su e giù per l'ansia

"Nicole! rispondi!"
"papà.. sono stata male, ho provato a fartelo capire, mi sono chiusa in camera per tre giorni per fartelo arrivare ma naturalmente a te non è sorto il dubbio che la cosa non mi andasse bene!
inizialmente non ho accettato la cosa, una mamma? dopo 16 anni passati a combattere nello spazio con degli sconosciuti senza una famiglia non mi avrebbe cambiato molto soprattutto chiamare Mamma una persona che c'è sempre stata dall'inizio..
Poi è successo qualcosa, una visione.. non saprei come spiegarlo e mi sono ricordata una cosa, il legame che avevamo avuto un giorno sarebbe tornato e anche più forte di prima"
risposi guardando poi Natasha

"Strange dato che sei lo stregone della situazione, perché Nat nom si ricordava di essere mia madre?"
aggiunsi spostando l'attenzione su Stephen

"sai vige un detto in Sokovia,non so se sia qualcosa di reale ma dice che un legame fra due persone può essere spezzato solo dall'allontanamento di due corpi"
"cioè?"
"Devi sapere Nicole , quando ho riportato Natasha in vita , violando le regole del viaggio temporale, ha dovuto scegliere.
La vita in cambio dei suoi ricordi più belli, tra cui tu..
non so se dire fortunatamente o sfortunatamente ma so che lei Accettò il duro prezzo da pagare anche sapendo che tu non l'avresti mai dimenticata.
io ho sempre saputo che lei era tua madre ma non ho mai potuto dirtelo prima che lo scoprissi tu stessa"
Le parole di Stephen colpirono nel Profondo Nat, era davanti a me che si mangiava le unghie per non pensare all'accaduto ma si capiva tutto il dolore e il senso di colpa che stava provando, sembrava voler piangere ma conteneva le lacrime per nom farsi notare.

"perché non me l'hai detto prima?"
chiesi al dottore con tono curioso

"Se avessi violato una leggenda le conseguenze sull'infinito sarebbero state drastiche.."
"che leggenda?"
"la settima Gemma."

venom // avengers-peter parker-romanorgersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora