Il fatto che avesse indagato sul mio conto, mi faceva capire che sapeva già ciò che stava succedendo nella vita di Victoria. Probabilmente aveva fatto delle ricerche su ogni singola persona all'interno di quella stanza. Nulla però lo giustificava sull'aver tirato fuori quella storia che riguardava la mia vita privata. L'aveva spiattellata così, davanti a tutti, senza avere rispetto per ciò che era il mio passato. Per la sofferenza che avevo provato.
Aveva trovato il mio punto debole e lo aveva sfruttato a suo favore. Qui davanti a persone a cui io non lo avrei mai probabilmente detto. Doveva rimanere per me, doveva essere il mio segreto. Ora, invece, tutti sapevano ciò che mi portavo dentro. Ciò che aveva causato tutta quella freddezza nella mia persona.
Pierre, Daniel, Lando, Max, Victoria, Carlos, e soprattutto Charles, ora erano a conoscenza di ciò che mi turbava da sempre. Di ciò che alimentava le mie paure.
Tutto questo solo perché stavo difendendo la figlia.Non avevo parole della cattiveria che potesse uscire fuori da quella persona. Della freddezza con cui aveva dato voce a quelle parole. Non si era fatto un solo scrupolo, neanche per un secondo. Per lui era normale tutto questo. E allora capii da dove veniva l'atteggiamento del pilota della Redbull. Max era esattamente come lui. Forse non avevo capito niente di quest'ultimo. Forse il bene che avevo visto dietro a tutte quelle offese che mi aveva rivolto, non esisteva. Non riuscivo più a comprendere niente in quel momento. Mi sarei lasciata crollare a terra in mille pezzi se non avessi avuto quel minimo orgoglio a cui aggrapparmi.
Era quello che voleva, distruggermi. Vedermi crollare davanti a lui. Proprio come aveva fatto con la figlia per tutta la vita continuando a ripetergli quanto fosse una nullità. Ma io non ero Victoria. Io non gli avrei mai dato la soddisfazione di vedermi soffrire. Io non mi sarei mai mostrata debole ai suoi occhi. Non gli avrei dato alcuna soddisfazione.
Perciò raccimolai tutta l'aria possibile all'interno del mio corpo e riacquistai l'indifferenza che mi contraddistingueva.
A testa alta e con sguardo fiero, aprii la bocca per l'ultima volta quella sera.
"Piuttosto che avere una famiglia come la sua, preferisco non averla affatto" dissi inespressiva. Dopodiché gli diedi un ultimo sguardo e lo superai. Ne avevo abbastanza di quell'uomo.
"Oh, andiamo! Questa è la più grande cazzata che io abbia sentito in vita mia!" disse scoppiando poi a ridere. Non gli diedi ascolto e mi diressi al bancone, dove ero poco prima, e dove l'australiano era rimasto tutto il tempo. Non incrociai lo sguardo di nessuno perché sapevo perfettamente che mi stessero guardando con compassione e io la compassione non la volevo avere da nessuno. Era per questo che non lo volevo dire. Era per questo che doveva rimanere un segreto.
"Smettila! Lei non c'entra niente!" disse Victoria riprendendosi dal suo stato di trance. La risata del padre si interruppe, ma fui sicura che il sorriso era ancora stampato sul suo volto nonostante, avendogli dato le spalle, non riuscissi a vederlo.
"Ha iniziato ad entrarci da quando si è immischiata nel nostro discorso" rispose alla figlia con orgoglio.
"E non mi sembra giusto che adesso si sia tirata in dietro, soprattutto quando la conversazione stava iniziando a diventare interessante" continuò. Mi irrigidii di nuovo. Se avesse continuato a parlare, non sarei più riuscita a controllarmi. Se avesse continuato a raccontare del mio passato, avrei perso completamente la calma. Se avesse continuato a sparare a zero sulla mia persona, avrei dato definitivamente di matto.
"Smettila papà. Non è di lei che stavamo parlando. È Victoria che ha tirato fuori la storia del suo nuovo innamorato" intervenne sorprendentemente Max Verstappen. Mi lasciò di stucco. Pensavo stesse godendo nel vedermi in difficoltà finalmente. Di aver trovato qualcosa con cui ferirmi.
"Non mi interessa di tua sorella. Ormai si è rovinata con le sue stesse mani. Non c'è neanche più divertimento a dirle ciò che penso di lei" rispose con noncuranza il padre. Strinsi la mascella con forza. Più andava avanti nel parlare, più sentivo la necessità di esplodere.
"Voglio divertirmi con la Signorina Smith. Ha molti segreti tenuti nascosti a quanto pare. E io odio i segreti" aggiunse. Sentii i suoi passi avvicinarsi sempre di più. Ma non mi girai neanche per un secondo. Il mio sguardo rimase fisso davanti a me cercando di racimolare quel poco di autocontrollo che mi rimaneva.
"Lo vuoi dire tu agli altri ciò che nascondi? Credo abbiano il diritto di saperlo" disse quando la sua voce divenne fin troppo udibile alle mie orecchie. Stava invadendo il mio spazio personale e avrei tanto voluto girarmi e spingerlo il più lontano possibile dal mio corpo, ma non potevo perché avrei dato sfogo alla mia rabbia e quindi alla mia debolezza.
"Credo stia esagerando. Noi non vogliamo sapere niente se Catherine non si sente pronta a dirlo" intervenne anche Ricciardo a quel punto. Ciò che mi feriva di più era che l'unica persona che avrei voluto dicesse anche una minima parola, era rimasta in silenzio per tutto quel tempo.
Adesso che aveva saputo quel che voleva sapere non gli interessava più niente? Per lui era normale tutto ciò che stava accadendo? Riusciva a guardare impassibile la ragazza per cui diceva di provare qualcosa, cadere a pezzi?
"Oh, ma lei non sarà mai pronta a dire niente e so che qualcuno in particolare di voi ha bisogno di avere risposte" rispose con ancora il ghigno stampato in faccia. La confusione si fece spazio in me. Sapeva anche di ciò che stava succedendo tra me e il monegasco? Era impossibile. Non poteva averci visti. Eravamo stati così discreti. Così attenti.
"Nessuno ha bisogno di risposte" controbatté quella volta Norris. E capii dal tono di voce che non era contento di ciò che Jos Verstappen stava facendo.
"Io credo che sia meglio chiudere qui questa serata" intervenne anche Pierre, cercando di attenuare la tensione che si era creata.
"Tu Charles che vuoi fare invece? Vuoi sapere la verità o continuare a sentire menzogne?" chiese l'uomo dietro di me, rivolgendosi all'unico in quella stanza che ancora non aveva aperto bocca. Non era un caso che stesse cercando proprio una risposta da lui.
A quel punto ebbi la consapevolezza che realmente lui sapeva. Non so come aveva fatto, ma aveva scoperto tutto. Aveva aspettato il momento giusto per far crollare tutte le barriere che mi ero creata. Aveva trovato una nuova vittima per il suo divertimento.
Ma no, non gli avrei dato la soddisfazione di fare ciò che aveva programmato con così tanta precisione. Non sapevo cosa avessi fatto a quell'uomo per meritarmi tutto quello. Ma se voleva che la verità venisse a galla, non sarebbe stata lui a dirla.
Mi girai lentamente verso la sua direzione e lo guardai senza alcuna emozione.
"Non ho mai detto menzogne nella mia vita. Ho semplicemente omesso il mio passato. E non perché me ne vergognassi sia chiaro. Se sono quella che sono oggi, è proprio per questo. Ma non le darò la soddisfazione che la verità esca dalla sua bocca da pezzente. La verità sulla mia vita la so solo io. E sono io a doverla dire" dissi con durezza. Mi fermai un attimo giusto per riprendere fiato, e quando cercò di ribattere riaprii subito bocca pronta a fermarlo. Ma fummo entrambi ad essere sovrastati da una terza voce.
"Non voglio sapere niente finché Catherine non sarà pronta. Non è lei a dover decidere quale sia il momento giusto o meno. Questa conversazione finisce qui. Questa serata finisce qui. Questa presa per il culo termina in questo istante" tuonò Charles zittendo e sorprendendo tutti. Mi girai di scatto a guardarlo e incontrai i suoi occhi già fissi nei miei. L'intensità del suo sguardo mi fece rabbrividire. Aveva rinunciato alla sua opportunità di sapere la verità. Aveva scelto di aspettare che fossi io pronta per farlo. Mi aveva dato la possibilità di scegliere. Perciò quando mi fece cenno con la testa di uscire, non me lo feci ripetere due volte.
Senza degnare neanche di uno sguardo il capo famiglia dei Verstappen, e continuando a tenere i miei occhi incastrati a quelli verdi del monegasco, mi alzai per la seconda volta in quella serata da quello sgabello e mi avvicinai a lui.
Nessun bacio, nessun contatto, solo occhi contro occhi. Ma quello contava più di ogni altra cosa. Lo sguardo comunicava più di mille parole.
Insieme, seguiti poi da tutti gli altri, tranne la signora, il signore e il più piccolo dei Verstappen, uscimmo definitivamente e finalmente da quel locale.
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I Need You // Charles Leclerc
RomanceLei non sapeva cosa volesse dire avere bisogno di qualcuno al suo fianco. Troppo impegnata a lasciare i sentimenti fuori per non soffrire. Troppo sovrastata dalle paure dovute al suo passato tormentato. Puntava solo a eccellere nel suo lavoro. Quell...