Capitolo 56

4.1K 85 0
                                    

"Shot?" chiese Daniel, porgendomi un bicchierino contenente un liquido trasparente. Non so cosa fosse sinceramente, ma mi ero prefissata di divertirmi quella sera, e anche se iniziavo ad essere un po' brilla, accettai lo stesso.
L'australiano quel pomeriggio si era presentato in camera mia dicendo che aveva bisogno di bere prima del prossimo weekend. Se non fosse stato per i problemi con Charles, avrei rifiutato, ma volevo liberare un po' la testa dai continui pensieri, perciò mi ero vestita e lo avevo seguito.
Anche lui, come me, era rimasto a Silverstone, per il semplice fatto che tornare in Australia, avrebbe voluto significare farsi 48 ore di viaggio in aereo. Potevo solo immaginare quanto potesse essere estenuante. Stranamente erano rimasti anche Victoria e Carlos. A detta loro perché volevano ritagliarsi un po' di tempo da soli, lontani dai drammi familiari, dato che Verstappen e suo padre erano ancora all'oscuro della loro relazione. Preferivano non dirlo ancora, essendo neanche ad un mese dall'inizio, ma il loro modo di essere discreti, non era molto sicuro. Li avevo beccati più volte a baciarsi nei pressi del paddock e in posti che non passavano inosservati. Come avevo potuto beccarli io, poteva farlo chiunque. Comunque, la loro giustificazione non fu molto convincente. Sapevo che sotto sotto erano rimasti qui in Inghilterra perché io non sarei tornata a casa. Avevano iniziato a nutrire dei sospetti su questo ed erano preoccupati di ciò che potesse esserci sotto. Ma come a Charles non avrei detto nulla, neanche con loro avrei mai fiatato. Me l'ero cavata fino ad ora da sola, non serviva che si preoccupassero per me.
Scolai, in un colpo solo, il liquido contenuto in quel bicchierino. L'immagine del monegasco era tornata a tormentarmi la mente. La sua espressione delusa mi logorava dentro. Mi sentivo una stronza ad aver avuto quell'atteggiamento con lui quella mattina. Ma la paura prendeva il sopravvento di me, impedendomi di ragionare lucidamente. Essermi svegliata tra le sue braccia, mi aveva fatta sentire vulnerabile, esposta e, come meccanismo di difesa, ho creato un distacco fisico e mentale da lui, in modo da non farmi coinvolgere. Perché essere coinvolta fisicamente, cioè fare sesso con lui, era una cosa, ma essere coinvolta sentimentalmente, e quindi concedergli ogni parte di me, era tutta un'altra storia. E io non potevo farlo. Non potevo permettermelo.
"Cosa mi sono persa?" chiese Victoria, tornandosi a sedere tra me e Sainz, dopo essere andata in bagno. Almeno mi aveva distolto da quei pensieri.
"Shot" rispose, al mio fianco, Daniel, alzando il bicchiere ormai vuoto.
"No dai! Senza di me? Che bastardi!" si lamentò l'olandese, guadagnandosi un'occhiata truce dallo spagnolo, il quale aveva deciso di non bere per riportarci in hotel tutti sani e salvi. Non so perché si fosse proposto proprio lui. Forse sotto costrizione di Victoria, ma comunque non mi interessava. Potevamo prendere anche un taxi per me.
"Oh, wow!" disse Ricciardo, interrompendo il battibecco che era appena iniziato tra i due fidanzati. Ci girammo tutti verso di lui, incuriositi dal suo tono sorpreso. Stava guardando rapito qualcosa sul suo telefono.
"Che c'è?" chiese, con la solita impazienza, la mia amica. Ricciardo sollevò lo sguardo su Sainz.
"Il tuo compagno di squadra si dà da fare" disse con un sorrisetto sornione, ignorando la domanda dell'olandese, la quale sbuffò per il suo giro di parole poco chiaro. Io, però, stavo ancora analizzando la frase. Stava parlando di Charles, questo era sicuro, ma cosa intendeva con si dà da fare? Speravo vivamente che non fosse ciò che il mio cervello aveva appena collegato.
"Charles? Che ha fatto?" chiese curioso Sainz, sporgendosi a vedere ciò che Ricciardo fissava sul suo telefono fino a pochi attimi prima. Quando vide l'oggetto di tanto stupore, gli spuntò un sorriso sulle labbra.
"E bravo il monegasco!" disse lo spagnolo divertito. A quel punto Victoria, irritata, afferrò quel telefono e guardò ciò che i due ragazzi avevano già visto.
"Oh ma dai! Non stanno facendo niente. Sai quante foto del genere circolano su ognuno di voi? Non si stanno né baciando, né toccando in procinto di andare oltre. Anzi, Leclerc sembra anche infastidito" disse la mia amica, cercando di sdrammatizzare, lanciandomi, di tanto in tanto, un'occhiata. Sapevo che aveva un sospetto di un mio interesse per Charles già da un po'. Ma aveva rispettato il mio non volerne parlare e stava aspettando che fossi io a confessarglielo. Cosa che non avrei mai fatto.
Mi mostrai indifferente a tutto ciò che le mie orecchie stavano sentendo, anche se dentro sentivo una strana sensazione di dolore. Non guardai come loro ciò che, apparentemente, era su tutti i social, anche se morivo dalla voglia di farlo. Volevo vederlo con i miei occhi per capire quanto fossi stata stupida a fidarmi di lui, ma allo stesso tempo non volevo farlo qui, davanti a tutti, per paura di non riuscire a tenere il controllo. Perciò mi alzai senza dire niente e mi diressi al bancone per ordinare da bere.
Minuto dopo minuto, mi sentii sempre più leggera, e dopo un'ora ero completamente andata. Apparentemente, non capivo niente, ma in realtà capivo più di quello che avrei voluto, perché quando mi riportarono in hotel, letteralmente come un sacco di patate, e restai da sola nella mi stanza, la prima cosa che feci fu prendere il cellulare dalla mia borsa e digitare velocemente sui tasti del mio telefono il suo nome. Quello che mi apparse a primo botto, mi bloccò il respiro. E quando scorsi le immagini cercai di ripetermi le parole che Victoria aveva detto in quel locale. Non si stavano baciando, non si stavano toccando come se avesserono voluto proseguire la serata sotto le lenzuola, Charles era infastidito. Ma, in realtà, non riuscivo a cercare di essere obiettiva. Magari davvero Charles era innervosito dalla sua vicinanza, solo che io non lo sapevo con certezza, e tutto ciò su cui mi potevo basare, erano quelle foto. E lei era appiccicata a lui, con la mano sulla sua spalla e le labbra vicino al suo orecchio. Non sembrava essere una sua amica dall'atteggiamento che aveva il suo corpo. Sembrava volerselo portare a letto. E se ora fosse davvero con lei sotto le lenzuola? E se la stesse toccando come aveva fatto con me la domenica prima?
Al solo pensiero un conato di vomito mi salì e dovetti mettere da parte il telefono, quella foto e qualsiasi tipo di ragionamento. Corsi in bagno e mi accasciai sul water, rimettendo tutto ciò che avevo ingerito per dimenticare. Ma non era possibile dimenticare qualcuno che ti era già entrato dentro.

I Need You // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora