Sono passati due giorni, da quando sono arrivata e Kakashi non si è fatto più vivo. Sarà ancora in missione con la squadra 7.
Mi sembra tutto così strano, vivere da sola, in un nuovo villaggio con nessuno che conosco... mi fa sentire appena nata.
Prima vivevo in un villaggio molto distante da qua, Kakashi mi veniva a trovare ogni giorno per assicurarsi che stessi bene, vivevo in una casetta con una donna non tanto giovane, mi aveva detto che era amica della mamma, e così non ci ho messo molto a fidarmi.
Dopo aver passato i primi due giorni a disfare le valige e a spolverare tutti i mobili del mio nuovo appartamento, il mio stomaco decide che è l'ora di cenare.
Apro il frigo, ma non c'è niente che mi faccia venire l'acquolina in bocca, mi avvio verso l'armadio, metto i miei soliti vestiti: pantaloni neri, scarpe bianche e maglietta nera.
Chi non mi conosce potrebbe pensare che vada a un funerale, mi piace il nero e il mio armadio ne è la conferma.
Mi assicuro di aver chiuso bene la porta a chiave e cammino lungo le strade di questo meraviglioso villaggio, per poterlo conoscere meglio.
Di notte le strade di Konoha si illuminano e fanno intravedere le case, parchi e ristoranti ben allestiti.
Mi soffermo su una cosa che non avevo notato prima, difficile a dirsi da quanto è grande... una montagna dove sono scolpiti cinque volti, aspetta un attimo, ma li c'è Tsunade, ma certo, ne avevo sentito parlare, a Konoha scolpiscono i volti degli Hokage.
Sto in piedi a fissare la montagna scolpita e mi immagino il volto del biondino... Naruto affianco a quello di Tsunade.
Quel ragazzo ha piena fiducia in se stesso e quando ho sentito dire che vuole diventare Hokage ho pensato che stesse scherzando, ma quando l'ho visto negli occhi, ho visto subito la determinazione e la convinzione.
Penso anche a quanto ci starebbe bene la mia faccia scolpita su quella montagna, sarà impegnativo diventare Hokage, ma cosa non lo è. Tanto, che cosa ho ha perdere?
Scaccio via subito l'assurdo pensiero, sono ormai le sette di sera e il mio stomaco non regge più.
Un piacevole profumo si insinua nelle mie narici, non l'avevo mai sentito prima, attratta da quell'odore vado verso un ristorante, o è un locale, non importa, l'importante è che ci sia qualcosa di commestibile.
Sembra un locale, non troppo grande, ma neanche troppo piccolo, il giusto, non ha porte o finestre, davanti a me vedo degli sgabelli e un bancone.
Mi avvicino e mi accomodo su una sedia in attesa che, quello che presumo sia il cuoco, si volti e noti la mia presenza.
<<Ma chi abbiamo qua>> pronuncia quella frase con troppo entusiasmo, sembra che la gente sappia solo sorridere qua, non che mi dispiaccia certo, mi trasmettono tanta allegria.
<<Cosa posso portarti?>> l'uomo vestito con il camice da cuoco, bianco, si rivolge a me con un sorriso a trentadue denti che, ovviamente, non tardo a ricambiare.
<<Faccia lei, mi stupisca>> dico, un pò imbarazzata siccome non so neanche che cosa si mangi qua dentro.
Dopo aver annuito si volta e prende ad armeggiare con pentole, mestoli e padelle.
Accanto a me si mette a sedere un ragazzo dall'aria piuttosto annoiata e irritata, sembro io quando mi sottraggono le ore del pisolino.
Ha i capelli neri raccolti in una coda di cavallo molto alta e gli occhi sono stretti e castani.
<<Choji, per quanto tempo hai intenzione di mangiare ancora?>> sbraita una ragazza che siede affianco al ragazzo dalla coda alta.
<<Puoi contenerti almeno? siamo in un luogo pubblico>> afferma in modo pacato e indifferente il ragazzo seduto accanto a me.
Mi sporgo verso il bancone per vedere se trovo una faccia famigliare, anche se dubito, e vedo una ragazza dai capelli biondi, anche i suoi raccolti in una coda di cavallo alta, ma con un ciuffo che le ricade sulla fronte, ha gli occhi di ghiaccio, sono azzurri. E' bellissima, e devo dire che il viola le dona molto.
Affianco a lei c'è un ragazzo piuttosto robusto, i capelli sono castani e a punta, si staccano verso l'alto per via del copri fronte.
E' concentrato sul menù per dare attenzioni alla ragazza che li sta rifilando il fatto di avere mangiato troppo.
<<Ecco a te>> torno composta sullo sgabello quando il cuoco mi porge una ciotola piena di.... spaghetti?
<<Sei nuova qui, non è vero?>> mi volto alla mia destra quando mi accorgo che il ragazzo che siede affianco a me mi sta rivolgendo la parola. Ma qui tutti conoscono tutti?
<<Ehm... sì>> dico impacciata.
<<Si vede da come guardi il ramen>> mi indica la ciotola di spaghetti, beh, ramen e io seguo il suo dito con lo sguardo,
D'un tratto mi sento in totale imbarazzo, forse non era una cattiva idea mangiare i ravioli avanzati dal pranzo, a casa.
<<E' la prima volta che mangio ramen>> dico facendo una smorfia, come se potesse alleviare il mio senso di imbarazzo.
<<Se ti sentisse Naruto...>>
Alzo la testa di scatto e lo guardo negli occhi <<Conosci il biondino?>> chiedo, magari se è suo amico è pure simpatico, quel ragazzo mi trasmette un sacco do simpatia.
<<Si, siamo amici e tu come fai a conoscerlo? Da quanto sei qua?>> chiede con tono investigatorio.
Sembra che con chiunque parli, sospetti di me, come se pensino che sia una persona sospetta o un criminale, ma d'altronde sono ninja, che mi aspettavo.
<<L'ho incontrato quando sono venuta qua, non ci ho parlato molto ma sembra piuttosto simpatico>> affermo.
<<Hey, Shikamaru, perchè non ci presenti la tua nuova amica?>> domanda la ragazza bionda sporgendosi verso il bancone per poter fare conversazione.
Solo ora mi ricordo di non avergli detto come mi chiamo, beh, non me l'ha chiesto.
<<Sono Asami, piacere di conoscervi>> sorrido aspettando che si presentino, sempre se abbiano voglia di farlo.
<<Io sono Shikamaru, lei è Ino>> indica la ragazza dagli occhi azzurri che mi saluta tutta entusiasta <<e lui è Choji>> dice indicando il ragazzo formoso accanto a Ino <<Hey, scusa se non ti calcolo ma ho da fare>> afferma Choji riprendendo a mangiare insaziabilmente la ciotola enorme di ramen.
Scoppio in una leggera risata dopo avergli detto di non preoccuparsi mentre Ino alza gli occhi al cielo.
Per tutta la serata non abbiamo fatto altro che parlare e scherzare mentre Choji mi insegnava l'importanza del cibo.
<<Si è fatto tardi, meglio che vada>> affermo alzandomi dallo sgabello, mi aspetto che anche loro si alzino siccome si è fatto veramente tardi, ma non è quello che succede <<Noi stiamo ancora un pò, ho ancora fame>> dice Choji con la bocca piena di ramen.
<<Ma non hai paura di ingras...>> non faccio in tempo di finire la frase che Ino e Shikamaru saltano giù dagli sgabelli facendoli cadere e mi tappano la bocca con le loro mani, Choji si gira verso di me con la bocca piena chiedendomi se ho detto qualcosa.
<<Nono, ha detto che dovrebbe andare ora>> rispondono all'unisono Ino e Shikamaru scuotendo la testa con fare nervoso.
Dopo essersi assicurati che non avrei finito la frase, mi tolgono le mani dalla bocca e tirano un sospiro di sollievo.
<<Ma che ho detto di male>> dico con tono innocente, non avrei offeso nessuno, credo.
<<A Choji non piace essere chiamato "grasso">> dicono l'ultima parola sussurrando, quasi non la sento.
<<Oh, scusate>> alzo le spalle e assumo un'aria dispiaciuta.
Saluto i miei nuovi amici e mi dirigo verso casa mentre sento la pancia scoppiare, penso che non mangerò per i prossimi vent'anni.
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L'Ultima Erede
FantasyUna ragazza che fin da bambina ha vissuto nelle menzogne e provato un dolore che insieme ai sensi di colpa con cui ci conviverà finché non diventerà grande. Cresciuta senza genitori, ma con solo l'affetto della migliore amica ormai deceduta e del su...