36. L'Organizzazione Alba

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<<Ti senti meglio?>>

Tobi fa la sua entrata, indossando sempre la solita maschera a vortice che gli copre il viso.

<<Mi sentirò meglio quando saprò qualcosa su di voi>> ribatto aspra.

<<Beh, siamo l'organizzazione Alba, detta anche Akatsuki e io sono Tobi, il più simpatico del gruppo ovviamente...>>

<<Oh grazie tante, ora sono più sollevata>>

<<Non c'è di che>>

Cerco di riprendere la pazienza che quest'uomo mi prosciuga ogni volta che facciamo conversazione e gli pongo un'altra domanda.

<<Che cosa c'entra Akito con voi>>

<<Hai fame?>> chiede ignorando completamente la mia domanda.

<<Come farete a portare questa vostra "pace nel mondo">> chiedo ancora nella speranza di potergli estorcere qualche informazione.

Ho usato questo metodo anche con Itachi ieri notte, ma da quel momento non si è più fatto vivo.

<<Oggi torni ad allenarti>> continua a conversare ignorando sempre le mie domande.

Parla pure da solo, tanto non ti rispondo.

Tuttavia, la mia attenzione viene catturata dall'uomo con l'armatura rossa e i capelli lunghi che mi osserva con le braccia incrociate e le spalle appoggiate allo stipite della porta.

<<Ti serve qualcosa?>> chiede Tobi, accorgendosi anche lui della sua presenza.

<<Lasciaci un attimo soli>> ordina Madara con tono pacato.

Tobi alza le spalle indifferente e abbandona la stanza, mentre l'uomo dai capelli lunghi viene verso la mia direzione.

<<Akito è il fondatore dell'Akatsuki. L'idea era quella di fondare un'organizzazione con lo scopo di portare la pace nel mondo, senza odio, senza combattimenti e altro. L'idea è stata sua, io l'ho appoggiato come sempre, ma quando ha avuto te, si è allontanato dal gruppo con l'intento di dedicarsi solo alla sua famiglia. Dopo averti lasciata in una famiglia è tornato da noi, si è ripreso l'organizzazione e si è comportato come se non si fosse mai allontanato, era cambiato, era diventato più cauto e più determinato, ma l'unica cosa che era rimasta era la sua idea di un mondo senza odio>> lo guardo attentamente mentre mi rivela tutto quanto, senza avergli chiesto nulla.

Cerco nei suoi occhi, nel suo tono di voce la prova che stia mentendo, ma non c'è ombra di una reazione. Sta dicendo la verità, forse.

L'idea che papà ha fondato quest'organizzazione, il suo sogno di portare la pace nel mondo, tutto questo è assurdo.

<<Qualche settimana fa è tornato, faceva sempre avanti e indietro, finchè non ha deciso di allontanarsi definitivamente dicendo che avrebbe dedicato il suo tempo alla sua amata moglie e alla sua adorata figlia>>

Ora sembra tutto chiaro, la tunica, il fatto che volevano che mi allontanassi dal villaggio, tutto questo per non cadere nelle mani dell'organizzazione che lui stesso ha creato.

<<Qualcosa non torna, papà mi ha tenuta lontano da tutto questo>>

<<Perchè per il piano serve un potere immenso, un potere fuori dalla norma. Il tuo potere. Il Decacoda è l'unico in grado di attivare il piano, e tuo padre temeva che non ce l'avresti fatta. Ti teneva nascosta perché pensava che saresti morta, se cerchi di evocare il Decacoda e non sei in grado di ospitarlo, chiunque viva dentro di te ti consumerà fino alla morte>>

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