43. Guerra o Pace?

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<<Come puoi essere ancora vivo>> dice incredulo Kakashi.

Madara non si muove di un millimetro, come se fosse sicuro che nessuno possa toccarlo con un dito.

In risposta socchiude gli occhi e sorride per godersi la paura che emanano i due davanti a noi, anzi, che emana ogni forma di vita presente attorno a noi.

<<Che cosa le hai detto>> questa volta è Naruto a parlare.

Lo guardo corrucciata, non capisco di cosa stia parlando, ma qualsiasi cosa sia, sono sicura che è una scusa per potermi fermare.

<<Avete finito? Ho delle cose da fare>> chiedo ironicamente, sperando che tutto sto parlare cessi all'improvviso.

<<Quello che ha detto il maestro Kakashi è vero. Tu diventerai l'Albero Divino e noi sprofonderemo in un sonno eterno. Questa non è pace>>

Per quanto voglia credere a questa storia, la mia fiducia verso il mio maestro è ancora più forte.

<<E ditemi, per quale motivo il mio maestro mi avrebbe mentito?>> chiedo aspettando una risposta che non tarda ad arrivare.

Nel frattempo, Madara mi guarda con la coda dell'occhio, con la scintilla di fierezza che passa da un occhio all'altro. Sa che non lo tradirei mai.

<<Perché lui da solo non è in grado di fare tutto questo! Sei solo la sua arma! Svegliati e apri gli occhi cazzo!>> sputa fuori di sé Naruto.

La mia testa inizia a ospitare mille domande e pensieri che vengono subito cacciati via da Madara che prende in mano la situazione.

Quando capisco cosa sta succedendo, Naruto è almeno a sei metri di distanza steso a terra. Respira ancora, vedo il suo petto gonfiarsi e sgonfiarsi velocemente.

Madara gli ha rifilato un attacco a sorpresa, scaraventandolo a metri di distanza da noi.

Lo guardo dritto negli occhi come per rimproverarlo, ma a quanto pare, quello che riesco a fare è invitarlo a continuare.

'Vi voglio tutti pronti e chiunque osa intralciarci uccidetelo'.

Queste sono state le parole di Madara riguardo alla guerra, e io non ho osato obiezioni. Neanche ora.

<<Ops>> Tobi sembra essersi materializzato davanti a noi, cogliendo Kakashi alla sprovvista e rifilando un colpo alla nuca.

Una briciola di rabbia sembra voler farsi strada dentro di me, ma la scaccio subito prima che possa fare qualcosa di cui pentirmene. In fondo chi sono io per provare qualcosa?

Kakashi non perde tempo e si rialza subito preparando il Mille Falchi nella mano destra.

Lo sferra contro Tobi, ma gli trapassa il corpo come se fosse un fantasma. Tipico di suo.

<<Non hai delle cose da fare?>> mi chiede il più simpatico dell'Organizzazione.

Rivolgo un ultimo sguardo a Kakashi che sembra essere preoccupato per me, ma non si rende conto che quello in pericolo tra i due è lui.

Naruto giace ancora a terra e mi chiedo quando avrà intenzione di alzarsi e interrompermi di nuovo, mentre Sasuke è ricoperto di sangue come lo è anche Itachi, ancora che combattono tra di loro.

Lascio le cose come stanno, e torno al mio punto fondamentale accompagnata da Madara che questa volta sembra voglia farmi da scudo, così che nessun altro possa disturbarmi.

Non ci metto tanto a riprendere la concentrazione e liberare la mente, la quale, questa volta sembra non avere nessuna domanda o pensiero con cui possa pressarmi.

Passati alcuni secondi, in mezzo al frastuono della guerra che ormai mi giunge ovattato nelle orecchie, le unghie finalmente si colorano di bianco.

Manca l'ultima fase, i vestiti e poi potrò finalmente rendere papà e mamma orgogliosi di me.

Vengo teoricamente interrotta dalla voce di Naruto che sovrasta tutta la confusione, nel tentativo di fermarmi. Un'altra volta.

<<Fermati!>> urla in preda alla paura e alla disperazione.

<<Non passerai oltre>> Madara prende le mie difese così da potermi permettere di continuare ciò che sto facendo.

<<Così la ucciderai! Ci ucciderai tutti noi!>>

<<Tu sei la Forza Portante del l'Enneacoda, prova a fermarla>> lo provoca Madara.

Naruto fa per avvicinarsi ma il mio maestro lo blocca tentando di attaccare per primo. Fortunatamente il Biondino schiva per un pelo l'attacco e torna nella sua posizione di difesa.

I miei vestiti iniziano a tingersi di bianco lentamente, se vado di questo passo tra mezz'ora solo la maglia sarà bianca.

Un brivido insieme a un tremolio mi pervade tutto il corpo, inchiodando i miei piedi a terra, le braccia lungo i fianchi e le mani aperte vicino alla coscia insieme al collo dritto e il viso rivolto verso Naruto e Madara.

Cerco di dimenarmi ma l'unica cosa che riesco a fare è muovere gli occhi, nient'altro.

<<Perchè non le dici la verità?>> Naruto sembra calmarsi, volendo giocare alla carta dello psicologo. Vuole attaccarlo verbalmente.

<<La verità è che se non vi togliete dai piedi, non potrà realizzare il sogno di suo padre>> risponde Madara tranquillo.

I leggeri fastidi che prima inondavano il mio corpo, ora sono sostituiti da vere sensazioni di dolore. Sembra che le ossa si stiano spezzando, sento i muscoli tirare e la mia faccia fare una smorfia di dolore.

<<Fermala! Si sta facendo del male>> urla per l'ennesima volta a Madara.

Questa volta sono d'accordo con il Biondino, voglio fermarmi. Questo dolore è insopportabile, è come se mi stessero squarciando l'anima. Ma adesso che ci penso, ho un'anima io?

<<Sta andando tutto secondo i piani. Resisti>> mi incoraggia Madara.

Ha ragione, devo resistere.

<<Asami, mi senti?>> ecco un altro tentativo di Naruto. Mi ero dimenticata di quanto fosse determinato e insistente <<Avevi promesso che ci avresti protetto e invece guardati intorno. C'è un bagno di sangue! Questa non è pace, è la guerra>>

Per quanto voglia riflettere sulle parole dette dal ragazzo dagli occhi color oceano, non posso permettermelo. Devo tenere la mente libera e non pensare.

Madara questa volta risponde con la violenza, attaccando brutalmente il ragazzo davanti a sé.

Lo fa rotolare a qualche metro di distanza lasciando dietro di sé una nube di terra.

<<Mi hai stancato ora>> annuncia il mio maestro facendo due grandi passi vittoriosi verso la sua figura. Tuttavia, Naruto non sembra essere per niente intimorito da lui.

Chiudo gli occhi per non vedere l'orrore che si è creato a me e per non sentirmi un mostro nel provare piacere verso ciò che stanno guardando i miei occhi.

Prima di chiuderli, un'altra raffica di vento si fa strada attorno a me, formando una specie di tornado.

Una luce accecante sembra partire dal mio petto e quando abbasso gli occhi per vedere da dove proviene, vedo la collana che mi regalarono i miei genitori anni fa illuminarsi, sfoggiando una luce bianca accecante.

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