<<Sai, i miei genitori sono morti il giorno in cui sono nato>> inizia a raccontare dopo minuti di silenzio dalla mia storia.
<<Quattordici anni fa, mia madre era la forza portante della Volpe a Nove Code e al momento del parto il sigillo si indebolì, c'era qualcuno, dicevano che era un uomo mascherato che sfruttò quel momento per liberare la Volpe, mio padre, il Quarto Hokage, assieme a mia madre, diedero la vita per salvare il villaggio e sigillarono la Volpe dentro di me>> conclude.
Abbasso la testa, e sussurro un <<Mi dispiace>> a entrambi, la vita è così ingiusta con noi, cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo dolore?
Ora capisco perché il Quarto Hokage mi sembrava di averlo già visto, è suo padre e li assomiglia molto.
Stiamo lì, il silenzio regna ancora una volta su di noi, mentre, ad un tratto sento la presenza di qualcuno in lontananza, sembra come se qualcuno ci stia spiando.
Mi giro di scatto e un'ombra si sposta velocemente, non perdo tempo, mi alzo e vado verso il cespuglio alle nostre spalle <<Hei! ma dove vai!>> mi richiama Naruto, ma sono già scattata via.
Arrivo dietro al cespuglio ma non c'è nessuno, sposto lo sguardo guardandomi intorno e vedo una persona, non so se è uomo o donna, ma ha indosso un mantello e il viso è coperto dal cappuccio <<Fermati!>> esclamo, faccio per raggiungerlo in fretta che questo è già scomparso nel nulla.
<<Che ti prende?>> domanda Naruto una volta che mi ha raggiunto.
<<C'era qualcuno, ne sono sicura, è scomparso nel nulla e io non ho potuto fermarlo magari stava origliando e se...>> inizio a parlare a raffica presa dall'ansia quando Naruto mi prende le spalle e mi scuote leggermente per riprendermi.
<<Sta calma, va tutto bene>>
<<No che non va bene, tu non puoi capire, tutti sanno che tu sei la forza portante del l'Enneacoda ma nessuno, eccetto Kakashi e tu sa del mio potere, e se avesse sentito?>> sto andando in panico, Kakashi non me lo perdonerebbe mai.
<<Non può aver sentito, lo avresti percepito dall'inizio no?>> forse ha ragione, ma questo non basta a placare l'ansia che è in me.
<<E' meglio che vada, ho un impegno importante>> liquido così il mio amico e lascio la montagna per andare non so dove.
Sono le diciannove di sera e il sole sta per tramontare, decido di tornare a casa, mangio qualcosa e esco, di nuovo.
Sono a pochi metri di distanza dal cancello, le guardie non mi farebbero mai uscire senza permesso o una missione, quindi, prendo la rincorsa e faccio come quando ho scommesso le cinque ciotole di ramen con Naruto, chiudo gli occhi e corro. Corro il più veloce possibile e quando riapro gli occhi sono in mezzo agli alberi esultando tra me e me per averla scampata.
Con un salto, mi arrampico su un albero e mi siedo su un suo ramo in alto.
Sto lì, non so per quanto tempo, forse una mezz'ora buona, quando qualcuno si siede vicino a me, il ragazzo dagli occhiali dalla montatura tonda mi saluta e si fa spazio accanto a me.
<<Per caso mi spii?>> domando scherzosamente, in parte.
<<Si>> mi giro verso di lui preoccupata dalla sua risposta.
<<Sto scherzando>> affoga una risata e i miei muscoli tesi si rilassano.
Kabuto mi è indifferente, non mi sa di uno che porti guai o qualcosa del genere, mi sembra più una brava persona ed è per questo che non l'ho ancora cacciato via a calci per aver interrotto il mio momento.
<<Che ci fai qui>>
<<Stacco la spina, tu?>> li faccio cenno con il capo per indicarlo e torno a guardare il buio davanti a noi.
<<Giretto notturno>> risponde vago con una scrollata di spalle.
<<Sai...>> inizio a parlare ricordando alle cose che mi aveva detto quella sera <<...stavo pensando alla cosa che mi hai detto l'altra sera>>
<<Quale di preciso? te ne ho dette tante>> afferma sorridendo.
<<I miei genitori, secondo te sono vivi?>> mi faccio piccola nelle spalle come se avessi paura della risposta.
<<Beh, non li conosco, ma so di certo che quando qualcuno viene a mancare, dovrebbero esserci le lapidi e da quel che ho capito, tu non hai mai visto quelle dei tuoi genitori>> si porta l'indice della mano sulla montatura degli occhiali e ci fa una leggera pressione per riportarli su, ora come ora, la sua espressione è indagatoria, sembra che stia pensando.
<<Tu sai qualcosa di me?>> dovrei sentirmi in imbarazzo a chiedere a qualcuno che conosco a malapena se conosce qualcosa di me, ma non mi resta altra scelta.
<<Dovresti fare attenzione alle persone che ti circondano, alcune, seppur le conosci da una vita, potrebbero essere le stesse che ti mentono d'allora>>.
Rimango pietrificata da quell'affermazione, non so a cosa faccia riferimento, ma non ho tempo di chiederlo che mi interrompe ancora prima che io parli <<Devo andare, sono sicuro che ci rincontreremo, Asami>> dopo questa, fa un salto e scende giù dall'albero scomparendo nel buio della notte e lasciandomi sola, ancora scossa da quella frase. Intende che conosce qualcosa di me? Ma non avrebbe senso, perché la risposta che mi ha dato non c'entra niente con la domanda che gli ho fatto... adesso che ci penso ha evitato la mia domanda, perchè?
<<E tu che ci fai qui!>> esclamo all'ultima persona che pensavo di rivedere qui e ora.
<<Ci vengo ogni notte, qualche problema?>> il tono pacato e calmo di Sasuke mi fa pensare che non abbia emozioni, è davvero così?
<<N-no è solo che non mi aspettavo di vederti qui>> non so perchè ma con lui non riesco a parlare come una persona normale, sembro quasi Sakura, ma io a confronto suo so controllarmi molto di più.
Abbasso il capo guardando i miei piedi penzolanti per non guardare in faccia il ragazzo accanto a me <<Mi dispiace per l'altra volta>> mi scuso, anche se non ne sono poi così sicura di doverlo fare.
Sasuke prima di parlare fa un sospiro <<Non dovevo prendermela con te, ho sbagliato>> un mezzo sorriso si fa strada sulle mie labbra, non mi ha chiesto scusa direttamente, ma so il significato di quelle parole se sono dette da lui.
<<Non ti montare la testa, non saremo mai amici>> tuttavia, il suo egoismo deve rovinare il momento, ma di questo non mi preoccupo, so che prima o poi diventeremo amici e sotto sotto, sono sicura che anche lui ne è consapevole.
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L'Ultima Erede
FantasyUna ragazza che fin da bambina ha vissuto nelle menzogne e provato un dolore che insieme ai sensi di colpa con cui ci conviverà finché non diventerà grande. Cresciuta senza genitori, ma con solo l'affetto della migliore amica ormai deceduta e del su...