44. La Profezia

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Riapro gli occhi e il cielo impastato dal color arancione del tramonto è la prima cosa che vedo.

Mi alzo a sedere e guardandomi intorno noto di essere in un parco vuoto, sono seduta su un telo a quadri rossi e bianchi. Uno di quei teli che si usano per i pic-nic.

Ancora spaesata cerco di ricollegare ciò che è successo e mi porto la mano destra sulla collana con il ciondolo del fiore di loto e la stringo, come se potesse staccarsi da un momento all'altro, prendere vita e volare con il pendente a forma di ali che la caratterizza.

<<Ce ne hai messo di tempo>>

Rabbrividisco a quella voce così familiare e allo stesso tempo impossibile.

Volto il capo e di fronte a me scorgo la figura dell' uomo dalla chioma color pece con qualche capello bianco, legata in un codino alto, gli occhi contornati da delle lievi occhiaie che si mescolano perfettamente con le rughe.

Indossa i suoi soliti vestiti neri; maglietta e pantaloni. Le scarpe invece sono bianche. Lo stile combacia con quello di sua figlia.

<<P-papà?!>>

Un mix di emozioni mi lacera il petto, mi fiondo su di lui accogliendolo in un abbraccio quasi soffocante.

Una sensazione sconosciuta di bagnato sulle guance mi fa curvare la fronte.

Mi stacco dall'abbraccio e con i polpastrelli caldi, papà mi asciuga le lacrime che mi rigano il viso.

Dopo tre lunghi anni, riesco finalmente a provare qualcosa.

<<In carne e ossa scimmietta>>

Scimmietta, si è proprio lui.

<<Che ci fai qui>> chiedo ancora incredula.

<<Questo dovrei chiedertelo io. Che stai combinando>> ribatte.

Se non fosse che non ci vediamo da anni, posso scommettere di aver sentito un tono predicatorio nell'ultima frase.

<<Che cosa intendi>>

<<Dal giorno dell'incendio non ti abbiamo mai lasciata sola. Ti abbiamo guardata tutto il tempo>> mi informa guardandomi con occhi pieni di amore.

<<A-aspetta, sono morta?>> domando con occhi sbarrati.

Non posso essere morta, non ora che ero a pochi passi dal realizzare il suo sogno.

<<No scimmietta. Vedi, quella collana>> indica il pendente che porto al collo e io lo seguo con lo sguardo <<C'è un po' del mio chakra insieme a quello di tua madre, lo abbiamo custodito lì perchè possiamo vederti un ultima volta>> afferma con occhi lucidi.

<<Aspetta, dov'è la mamma?>> chiedo guardandomi intorno, non mollando per un secondo la collana.

<<Dice che non è ancora il momento, non vuole sprecare l'unica occasione che ha ora, ma stai sicura che la rivedrai molto presto>> mi fa l'occhiolino.

Annuisco e devio subito la direzione dei miei pensieri, portandoli al presente. Devo rendere papà orgoglioso di me.

<<Ho scoperto tutto... Di come hai creato l'Akatsuki, di come conoscevi Madara e sono venuta a sapere anche del tuo sogno papà>> dico euforica e con l'adrenalina che mi scorre nelle vene.

<<Mi dispiace non averti detto tutto dall'inizio, volevo tenerti lontana da quelle persone che vogliono solo...>>

<<Ma che stai dicendo>> lo interrompo subito.

<<Madara ti ha mentito>> dice dispiaciuto.

<<I-impossibile, lui mi ha raccontato di come eravate uniti da giovani, di come è nato il tuo sogno...>>

<<Quello è il sogno di Madara, scimmietta. Lui aspira a diventare il più potente dei ninja e quando è venuto a sapere della profezia insieme alla tua nascita, ho dovuto nasconderti e tenerti alla larga da loro e da me>>

<<Q-quale profezia, ma d-di che c-cosa stai p-parlando>> fatico a parlare, mi sforzo per dire parole con un senso. Tutto questo è assurdo.

<<Un'antica profezia, creata da Kaguya, la madre dei ninja, diceva che sarebbe nata un'unica creatura con un potere al di fuori delle righe. Una creatura che quando è calma è una normalissima umana, mentre quando tende a perdere il controllo, come fanno le forza portanti, diventa per metà angelo e per metà diavolo Quella creatura sei tu piccola mia.>>

<<Quindi lei mi ha pronosticato? Ha predetto tutto questo?>>

<<No tesoro, lei ha predetto solo la tua nascita e ciò che vive dentro di te, ma quando Madara è venuto a scoprirlo, ha fatto di tutto per portarti via da me>>

Quelle parole sono peggio di mille lame conficcate nel petto, peggio delle grida di dolore, le urla che chiedono pietà che ho ignorato pochi minuti fa.

Che cosa ho fatto.

<<Mi stai dicendo che non ci sarà nessuna pace nel mondo e che niente di tutto ciò fa parte del tuo sogno?>>

<<Ho creato l'Organizzazione Alba per portare la pace nel mondo, per far diminuire l'odio fino a farlo cessare del tutto, ma ho subito capito che l'unica pace che c'è si trova qua>> dice infine indicando il posto in cui è seduto.

<<Ho dato via alla guerra, è tutta colpa mia. Come ho fatto ad essere così ingenua>> mi metto le mani nei capelli che sembrano tornati alla normalità, come il resto del mio corpo e li tiro fino a farmi male.

Papà poggia le sue mani sulle mie per darmi confronto e scuote la testa con un sorriso malinconico stampato sulle sue labbra.

<<Non darti la colpa, tu non lo sapevi. Ti hanno ingannata>> afferma in tono tranquillo.

<<Posso ancora rimediare, posso fermare la transizione così Mad->>

<<NO! Non ci pensare proprio. Tu porterai a termine la trasformazione, non ti assicuro che non sarà doloroso, o faticoso. Ma se non termini ciò che hai fatto allora morirai e non è ancora la tua ora>> mi blocca con gli occhi sbarrati per la paura che io possa morire.

<<Si ma se mi trasformo allora Madara l'avrà vinta>> dico preoccupata.

Papà scuote la testa e continua a sorridermi dicendo:<<Quando diventerai l'Albero Divino, ci sarà una persona pronta ad aiutarti. Ti indicherà lei la strada e Madara non otterrà ciò che vuole>> conclude sicuro di sé.

Ripone tutta la sua fiducia in me. Nonostante sia l'artefice della guerra in corso e forse, anche della fine del mondo che seguirà se non risolvo al più presto le cose.

<<Non ti deluderò papà>>

<<Non l'hai mai fatto e so che mai lo farai. Sono fiero di te>>

Una lacrima mi riga il viso, mentre sorrido alla frase detta con determinazione dall'uomo di fronte a me.

<<Non fare i miei stessi errori, sei invincibile. Ricordatelo per sempre, scimmietta>>

Ad un certo punto, allunga la mano verso il cesto che non avevo notato accanto a noi e tira fuori due buste di carta un po' umide.

Me ne porge uno e dice:

<<Abbiamo ancora il tempo per un ultimo gelato>>

L'Ultima EredeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora