37. Tutto Quello Che Non Sai

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<<Avanti, ti ascolto>> lo sprono sedendomi a terra con le braccia e le gambe incrociate.

<<Ah. E niente giri di parole>> lo interrompo prima che possa dirmi una di quelle frasi che solo lui capisce.

Itachi tira un sospiro e inizia il suo monologo sotto la mia più totale attenzione.

<<Le cose che ti ha detto Sasuke sono tutte vere, del come ho sterminato il clan e come ho ucciso i nostri genitori risparmiando solo lui...>> un brivido si fa strada dentro di me. Non so se tremo per l'atrocità che ha fatto quest'uomo, per la pacatezza con cui la sta raccontando o semplicemente per la febbre.

<<...la cosa che nessuno sa, è che abbiamo evitato una guerra.

Il clan Uchiha era al centro di alcuni loschi piani sin dalla fondazione di Konoha, per decenni, i membri del clan uccisero i loro migliori amici per ottenere il Mangekyou Sharingan, uccisero perfino i loro parenti per possedere il potere oculare eterno.

Il clan era sempre corrotto perché gli Uchiha non facevano a meno di sfoggiare il loro nuovo potere>>

<<Tu li hai sterminati tutti per il potere oculare?>> chiedo incerta. So che non è così, altrimenti Sasuke non sarebbe nel mondo dei vivi in questo momento.

<<No, non mi è mai interessato del potere oculare, lo avevo già sviluppato ed ero forte abbastanza.

L'ho fatto per evitare una guerra civile che sarebbe costata la vita di molti innocenti, quando gli Uchiha progettarono un colpo di stato, ero stato costretto a sterminare tutto il mio clan, sotto comando dei consiglieri di Danzo.

La mia missione prevedeva che dopo aver fatto fuori tutti, sarei dovuto andarmene dal Villaggio della Foglia e abbandonarlo come un ninja traditore, in modo che tutta la colpa ricadesse solo e unicamente su di me e da far insabbiare la vicenda per sempre>>

<<In poche parole sei l'eroe di Konoha, anzi, del mondo dato che hai evitato una guerra>> constato facendo supposizioni a voce alta più per me stessa che per lui.

<<Non mi definisco eroe e nemmeno un cattivo>>

<<Perchè non hai detto la verità a Sasuke?>>

<<Io sono il suo unico fratello. Anche a costo di essere odiato, continuerò ad essere il suo muro da scavalcare>> dice sicuro di sé. Sembra che a ogni mia domanda abbia una risposta pronta.

<<Quindi per diventare più forte deve odiarti?>> chiedo con una smorfia contraddittoria.

<<Arriverà il giorno dove ci scontreremo e solo quando sarà forte abbastanza da battermi permetterò lo scontro>>

Non riesco a capire la logica di quest'uomo.

<<Mi stai dicendo che hai già previsto la tua morte?!>> esclamo alzando il tono sempre più arrabbiata.

<<Sai, dal momento che nasci in quel clan, sei destinato a una vita intrisa nel sangue, almeno Sasuke ha evitato di sporcarsi di sangue>> dice ignorando palesemente la mia domanda.

<<Per ora, perchè si macchierà del tuo>> gli faccio notare.

<<Hai paura della morte Asami?>> chiede guardandomi negli occhi.

Ho paura di tante cose ma <<Non ho paura della morte. È solo che non vorrei essere lì quando questo succede>> alzo le spalle come se la cosa fosse ovvia.

Itachi fa un sorriso fugace prima di riprendere a parlare con il suo solito tono alla Sasuke.

<<Sono davvero grato che il mio fratellino abbia "un'amica" come te, Asami>> dice mimando con le mani due virgolette alla parola amica.

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