Capitolo 5 ~

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Il pomeriggio passò in fretta e furia.
Lo passai distesa sul letto: Tra auricolari e i Promessi Sposi.
Ero così immersa in quel mondo che non mi accorsi che erano le 8 di sera
-Tesoro mio, le tagliatelle sono pronte!- Cantilenò mia madre, entrando in camera mia per poi sedersi sul bordo del letto
-Ooh.. amore mio, vedo che stai leggendo! Vediamo un pò- Disse incuriosita per poi levarmi delicatamente tra le mani il libro
-I Promessi Sposi di Manzoni..- Sussurrai per poi sorridere
-Beh.. uno dei migliori libri mai scritti- Confessò essa baciandomi la fronte
-Ti va di mangiare questa sera con noi?- Mi domandò mia madre dirigendosi al margine della porta.
Feci di sì con la testa.
Dopo qualche minuto chiusi il libro mettendogli un segnale e scesu giù.
Salutai mio padre, dopo di chè mi sedetti a tavola pronunciando un basso e delicato "Buon appetito"
-Grace, in questo periodo ti vedo raramente- Boffonchiò mio padre alzando la forchetta con alcune tagliatelle al sugo infilzate
-Oh tesoro, devi capire la nostra Grace. È un'alunna modello!- Avvisò fiera mia madre
-Proprio "modello" no.. ma me la cavo- Precisai prendendo un tovagliolo
-Cara, così la metti in imbarazzo!- Sussurrò mestamente mio padre con tono comprensivo.
Era vero. A volte ero così al centro dell'attenzione che arrossivo anche davanti ai miei genitori, così annuivo e tacevo pur di non essere al centro di ogni discorso.
Finii di mangiare le tagliatelle e svelta svelta aiutai mia madre a sparecchiare. Una volta finito corsi verso camera mia dando la buonanotte ai miei genitori
-Già vai a letto?- Domandò papà mentre parlava con mamma
-No papà. Vado un pò in camera mia- Sorrisi ferma sulle scale per poi raggiungere camera.
Mi buttai sul letto e presi il telefono vedendo un messaggio da parte di Jenna:
Ti hanno rapita gli alieni?
Un risolino mi uscii dalla bocca ma poco dopo gli risposi brevemente:
"Sono viva.. keep calm"
Mi diressi in bagno per lavarmi e mettere il pigiama, contemporaneamente pensavo. Pensavo che la mia vita alle superiori la immaginavo diversa; più movimentata: Magari avendo rapporti con gente nuova, essere più moderna .. o magari avere anche un ragazzo.
Pensavo a ciò mentre stavo eseguendo gli esami di terza media, pensavo che ci sarei riuscita ma non è stato così. 
L'idea di avere pochi amici ma buoni, l'idea di avere la mia famiglia accanto mi rasserenava perchè in fondo non si può sempre avere sempre quello che vogliamo. Ci vengono date le persone di cui abbiamo bisogno.
Andai a letto pensando alla giornata che avevo trascorso in biblioteca; Mi ricordai di quegli occhi azzurri così da addormentarmi con un sorrisetto sulle labbra.

Domenica. Una giornata piena di solitudine e malinconia allo stato puro.
L'amavo perchè potevo dormire quanto volevo e potevo stare anche con i miei genitori, ma era una cosa monotona. Dormire, mangiare, stare con loro ecc.. Anzi l'unica cosa che mi rendeva felice era quella di poter stare un poco con la mia famiglia. Fortunatamente la domenica l'avevano libera, così scesi giù saltellando per le scale
-Mamma, papà!- Li chiamai sorridendo a 32 denti.
Non trovai nessuno giù, solo un post-it appeso al frigorifero: "La nonna sta molto male. Torneremo stasera"
-Perfetto..- Bisbigliai malinconica per poi accasciarmi sul divano.
Erano le 13:30 e mi stavo già annoiando.
Cosa poteva andare storto? Tutto!
Andai di sopra a lavarmi e misi un leggins e una felpa che indossavo per stare in casa.
Sbuffai sedendomi sul letto.
Avrei voluto così tanto uscire con i miei, magari andare al centro a passeggiare o al cinema.
Non mi andava di mangiare, dormire o leggere.. mi era passata la voglia di fare tutto.
Un rumore di motore mi fece drizzare le orecchie quasi come un cane. Mi affacciai alla finestra per poi aprirla
-BUONGIORNO GIULIETTA! CHE DICI DI SMUOVERTI E FARCI UN BEL GIRO?- Gridò allegramente Jenna sopra il suo motorino grigio, anzi, quello di suo padre
-Arrivo!- Gli sorrisi sfoggiando un sorriso che arrivava dall'orecchio all'altro.
Aprii l'armadio prendendo velocemente il mio jeans grigio chiaro e una maglietta con dei laccetti ai fianchi bianca e nera. Per completare misi le mie scarpe da tennis nere e scesi giù, prendendo le chiavi e il telefono chiusi poi la porta di casa.
-Ma come siamo attraenti oggi!- Mi disse scherzosamente Jenna facendomi mettere dietro ad essa. Poco dopo si girò, sciogliendomi i capelli che avevo legato in una coda alta
-Qui non si accettano capelli legati!- Avvisò per poi scansarmi il ciuffo ribelle
-Adesso và meglio. Tieniti forte- Disse frettolosamente per poi girarsi e cominciare a guidare.
Guidava forte ma attentamente, sapeva che se fosse successo qualcosa al motore di suo padre poteva definirsi morta e sepolta.
-Dove andiamo?- Dissi irrigidita tenendomi stretta a lei
-Nel posto più frequentato di domenica- Rispose ovvia per poi guardarsi attorno.
Dopo 10 minuti arrivammo in un grosso cancello metallico che si aprì da solo. Era tutto all'aperto.
Vidi tantissime panchine sparse e del verde..verde così intenso e meraviglioso insieme ad alberi e cespugli.
Era un giardino.. era anche pieno di ragazzi e ragazze che parlavano, scherzavano ecc..
-Che sarebbe?- Domandai incuriosita a Jenna che si tolse il casco per poi cercare qualche sigaretta.
-Ora vedi- Disse prendendomi a braccetto.
Ci addentrammo in quel posto immenso ma dentro me sentivo che sarebbe successo qualcosa.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora