Capitolo 9 ~

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-Non è vero. Smettila di dirmi così!- Negai coprendo le mie guance con le mani
-Uhuh! Ti piace il Biersack, eh?- Mi stuzzicò Riki dandomi dei colpetti alla spalla
-E smettila di rompere le palle!- Protestò sulla difensiva Jenna che gli diede un forte colpo sul collo con la sua potente mano
-AHI!- Gridò esso con voce stridula
-16 anni persi caro mio, 16 anni persi..- Ricordò essa.
Ci dirigemmo tutti in classe.
-Grace, Jenna e.. Riki!- Ci chiamò la professoressa di arte. La Memphis!
-Grace, ultimamente ti vedo distratta. Cos'è successo? Forse è la compagnia che non và!- Disse dispiaciuta per poi guardare male Jenna e Riki che si sedettero nei loro posti senza degnarla di uno sguardo.
-Oh..no professoressa, loro non c'entrano assolutamente niente!- Dissi sorridendogli e cercando di rispondere con fermezza e serenità
-Lo spero. Comunque sia, accomodati così iniziamo ad interrogare un pò- Annunciò la Memphis guardando i cognomi esposti nel registro.
Sospirò e squadrò per bene quelli presenti, fino a che dalla sua misera bocca non uscì "Cooper..INTERROGATA!".
Guardai Jenna stringendo i denti in segno di "provaci". Lei mi fece capire che era fottuta, così gli aprii il libro e gli feci vedere la pagina della lezione.
Era accanto a me e a quel gesto mi guardò lieta come per ringraziarmi.
-Allora, hai studiato o devo aspettarmi una pessima risposta?- Gridò la Memphis battendo una mano sulla cattedra.
Lei ripetè tutto per filo e per segno senza dare troppo all'occhio e guardò la pagina assegnata
-Vedo che Grace ti è molto d'aiuto!- Commentò la Memphis orgogliosa
-Non è merito mio. È anche suo dato che ha messo la buona volontà- Sorrisi discretamente mentre tutti ci guardavano.
-Grazie..- Mi sussurrò Jenna per poi metterci a parlare del più e del meno.
Non avevamo solo arte, avevamo anche altre materie.
Raramente la matematica, spesso la grammatica e molte altre ma maggiormente avevamo storia dell'arte e pratica dato che il liceo era fondamentalmente basato all'arte.
Finite le ore chiusi lo zaino con tutti i libri e scocciata andai verso l'armadietto
-Ehi, che succede?- Jenna mi scrutò con attenzione
-Niente- Finsi accasciandomi sulla panca di legno che c'era in corridoio
-Non dire cazzate. Che ti prende?- Mi domandò nuovamente
-Che mi prende? Che sento di non viverle queste giornate..- Confessai tutto ad un fiato mettendo le ginocchia piegate al petto
-Che intendi dire?-
-Intendo dire che è sempre la stessa vita monotona. Non la sopporto! Non succede mai niente di nuovo- Mi lamentai mettendomi imbronciata
-Tesoro mio, sei tu che non fai succedere le cose- Rispose essa mestamente
-Nel senso che stai sempre dentro, fai le solite azioni. Io penso che dovresti fare cose diverse. Ti porteranno a conseguenze ed esperienze nuove, nel senso che devi conoscere altra gente e andare in posti diversi posti- Sbuffò lei per poi alzarsi
-Avanti, andiamo- Mi fece l'occhiolino e mi prese a braccetto per poi uscire fuori.
-Che fai questo pomeriggio?- Mi domandò Jenna accendendosi una sigaretta
-Credo che sono da mia zia. Mia madre madre me lo aveva detto che in questi giorni ci saremmo andati- Risposi ferma e annoiata
-Pff..- Sbuffò essa mettendosi a sedere sugli scalini
-Mmh.. credo di dover andare- Guardò il display del telefono.
Mi salutò rapidamente e se ne andò di corsa.
-E te ne vai così? Senza dirmi nulla?- Gli dissi a tono alto e vivace sentendomi toccare la schiena.
Mi voltai un pò scossa e vidi Andy che scoppiò a ridere.
La sua risata fece tremare le mie gambe e fece accellerare il battito del mio cuore
-Ehy- Lo salutai intimorita.
Mi misi a braccia conserte, pizzicandomi segretamente il braccio dall'ansia
-Facciamo strada assieme- Esclamò iniziando a camminare.
Così? Dal nulla?
-Credo che non ti dispiace, no?- Chiese con voce calorosa rallentando di passo
-Eh.. no, assolutamente!- Risposi per poi stoppare i miei stupidi pensieri.
Vedevo già delle ragazzine che ci fissavano dato che camminavamo accanto. Non sembravano contente.
-Quanto le odio, cazzo. Se potessi le eliminerei dalla faccia della terra- Ringhiò esso sentendo gli squittii e le voci stridule chiamarlo amorevolmente
-E ci credo.. ti tormentano dalla mattina alla sera di quanto ne so io- Dissi acidamente.
Bloccai la mia bocca con la mano. Stavo attaccando bottone con Andy? Quelle parole da dove sono saltate fuori?
-Ah .. quindi vedo che non sei una di quelle che mi domandano "perchè ti danno così fastidio? Te ne dovresti vantare e blabla.."- Sospirò leggermente per poi sorridere
-Vedo che facilmente ti danno fastidio le ragazze- Confessai impulsivamente.
Aspettai che mi dicesse qualcosa di negativo, tipo "come fai a dirlo se manco mi conosci?" oppure "cazzi miei". Invece no, annuì e mi guardò per un attimo, ma io continuai a camminare.
Lui si fermò
-Grace, sei arrivata!- Mi ricordò scoppiando a ridere. Risi anch'io per non imbarazzarmi dalla brutta figura fatta
-Ti.. ringrazio per avermi accompagnata- Dissi velocemente per poi diventare rossa e aprire la porta.
La targa del mio cognome sulla porta era così evidente che era impossibile non riconoscere casa mia.
-Non pizzicarti più il braccio- Consigliò con voce roca inarcando il sopracciglio
Entrai e vidi mia madre che se ne stava dietro la porta
-Era Riki?- Mi domandò guardandomi male.
Posai lo zaino sul divano e iniziai a mangiare la pasta al ragù
-Di solito mi domandi "Ehy, com'è andata a scuola?" Oppure.. "Tutto bene?"- Risposi.
Mi aveva chiesto se era Riki essendo che era l'unico mio compagno di scuola che conosceva.
Salii al piano di sopra, ma prima la fulminai con lo sguardo.
Non la sopportavo quando doveva farsi i fatti miei. Anche per poco su questa cosa m'incazzavo facilmente.
Andai in camera mia cosìcche mi arrivò un messaggio inaspettato al telefono.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora