Capitolo 64

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GRACE POV'S

Erano le 2 del pomeriggio di una fresca mattina di domenica.
Il tempo era nuvoloso, lo riuscivo a capire dalla finestra trasparente che permetteva di vedere tutto il cielo grigiastro.
La sera precedente avevo scostato leggermente quella tenda rossa che la copriva sempre ed ero rimasta ad ammirare il cielo nero per un pò; privo di stelle e di nuvole.
A volte lo guardavo con Andy.
Non mi ricordavo esattamente l'ultima volta che l'avevo visto a quando risaliva ma proprio mentre pensavo ad esso mi squillò il telefono. Era lui
-Buongiorno bionda!- Mi diede il buongiorno. La sua voce era così calorosa e pacata.
-Giorno a te, cretino!- Ridacchiai mentre mi mettevo comoda tra le soffici lenzuola del letto
-Quando torni?- Non esitai a chiedere. Sbuffai. Ero triste, asociale, paranoica ultimamente.
-Ancora non lo so di preciso, piccola. Ti posso assicurare che New York è una città splendida!- Confessò sognante.
Potevo percepire la sua eccitazione attraverso un semplice telefono.
Ero molto contenta per lui ma cazzo, mi mancava.
-Davvero?- Risi fingendomi contenta. Lo ero ma non così eccessivamente.
-Sì. Approposito, hai visto se è arrivata qualche lettera?- Ricordò facendo il finto tonto.
Risi e capii immediatamente che mi scrisse una lettera. Sorrisi e lo salutai per poi precipitarmi giù.
Ero scalza e in pigiama ma chissene!
Corsi verso la buca delle lettere e aprendola notai che vi era una sola lettera bianca, immacolata.
La presi tra le mani e entrai dentro. Prima preparai una tazza di cioccolata calda dato che fuori c'era molto freddo, poi mi gustai la lettera, accoccolata sul divano.
"Non è mio solito scriverti lettere e fare il romanticone. Sai benissimo che queste cose non mi piacciono molto ma, mia Grace. Queste parole devo proprio dirtele:
Ti porterò a New York sotto la Statua Della Libertà a gridare tutto il mio amore verso di te,
Ti porterò a Roma vicino il Colosseo e affermerò di combattere come un gladiatore pur di non perderti,
Ti porterò in Egitto davanti le piramidi più belle e famose del mondo ad annunciare che l'amore di Cleopatra e Antonio non è mai morto perchè tu sei la mia Cleopatra ed io il tuo Antonio.

Prometto tutto ciò. Torno presto, ti amo. -Andy"

La lettera mi scivolò in modo imprevedibile tra le mani, come se un soffio di vento me l'avesse portata via.
Sorrisi, calmando la pelle d'oca. Quelle parole erano indescrivibili. Parole talmente belle non me le dissero neanche i miei genitori.
Stare a casa di Andy, stare tra le sue cose e ricevere quella lettera da parte sua me lo faceva sentire vicino più che mai.
Mi dovevo rassegnare; era solo un viaggio di lavoro, prima o poi sarebbe tornato. Non era morto, era vivo e vegeto. Sorridente tra le strade di New York ad ammirare nuovi posti e approfondire il suo sogno felice più che mai.
Mi lavai mettendomi una semplice tuta e riflettendoci, era da un bel pò che non andavo dai miei genitori nonostante qualche messaggino reciproco.
Feci qualche passo verso casa loro un pò in ansia. Cosa mi avrebbero detto dopo che era da un pò che non andavo a fargli visita?

ANDY POV'S

Era tardo pomeriggio. Mi trovavo nella casa in cui alloggiavo da qualche settimana con Juliet e Simon.
Ero sdraiato sul mio letto a fumare qualche sigaretta e ascoltare un pò di musica dei Misfits attraverso gli auricolari.
Era domenica e voleva dire eterno riposo.
Da quando ero partito, avevo incassato parecchi soldi che quasi non ci credevo.
Era ovvio che la maggior parte li avrei spesi in mutuo e altre scocciature varie; Al solo pensiero mi tormentava un nervosismo immaginabile.
Qualcuno bussò in camera mia.
Domandai un semplice "Chi è?" e rispose Juliet.
Acconsentii al farla entrare e restai impassabile.
Ero terribilmente stanco.
Quando a Londra successe quello strano caso in terrazza dove stava quasi per violentarmi, mi chiese scusa e una cosa del genere non successe più fortunatamente.
Parlavamo e ci confidavamo spesso.
Notai che era una ragazza a cui piaceva molto scherzare e questo fece allievare la mancanza che sentivo di Grace.
Si sedette sul letto insieme a me, accendendosi una sigaretta.
Poi mi sorrise, scompigliandomi i capelli
-Allora, come va?- Le chiesi mentre mi rotolavo per trovare la posizione più comoda possibile.
Mi resi conto della figura di merda che stavo facendo, così rimasi fermo
-No ma tranquillo. Puoi continuare!- Rise diventando tutta rossa in viso.
Lì scoppiai a ridere anche io.
-A me va tutto bene. A te, piuttosto?- Rispose gettando con un gesto semplice la cenere della sigaretta nel posacenere.
-Sono stato a Londra, adesso sono a New York. Credo basti come risposta, no?- Feci spallucce spegnendo la cicca finita.
-Credo di sì- Ammiccò e notando che per terra avevo lasciato alcune bottiglie vuote di birra.
Avevo scordato di buttarle.
-Allora, non mi offri niente?- Poggiò freneticamente una mano sotto il mento, guardandomi con astuzia.
-Devo farti bere? Qui? In camera mia?- Finsi di fare il pignolo standomi sempre fermo. Lei alla mia risposta rise a non finire.
-Ci siamo bevuti qualche cocktail a Londra, ricordi? La birra in confronto è semplice acqua- Ricordò spegnendo anch'essa la sua cicca.
-Sì, hai ragione. Puzzona- La insultai scherzosamente.
Mi alzai a prendere due bottiglie di birra per poi stapparle con i denti. Le tenevo dentro un mini frigo nascosto. Se Simon avesse saputo che tenevo alcolici dentro la camera e ne abusavo eccessivamente, mi avrebbe fatto un cazziatone colossale.
Gli porsi una bottiglia di Forst per poi sedermi accanto a lei mentre lo stereo produceva come canzone "American Psycho" dei Misfits.
Juliet udì i primi secondi della canzone. Poggiò un attimo sul comodino la birra per poi ballare sopra il letto e cantare alcune strofe con fare spensierato e contento.
-Adoro questa canzone- Confessò sorridente, prendendomi per la mano mentre poggiai subito la birra prima che cadesse e sporcasse tutto.
Ballammo e cantammo divertiti durante la canzone. Facemmo anche 5 minuti di pausa bevendo la birra che fortunatamente era rimasta fresca.
Lei sembrava molto contenta di passare del tempo con me.
Dopo aver finito la sua birra, si catapultò sopra di me che stavo seduto in un angolo del letto.
Finì sopra di me per poi abbracciarmi calorosamente e con una sincerità che non avevo mai sentito da parte sua.
La strinsi ricambiando il gesto
-Grazie tesoro, grazie davvero di quello che stai facendo per me- Mi baciò a metà labbro serenamente mentre nella stanza entrò qualcuno. Restai paralizzato.

SALVE RAGAZZE MIEEEE!!! Come va? Spero bene. Mi siete mancate tantissimo e mi è mancato tanto continuarvi la storia dato che non l'aggiornavo dall'Estate. Mi dispiace e mi scuso per essere mancata ma ho avuto tantissimo da fare.
Riprenderò a scrivere più presto:)
Fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo.
Kiss and huggggsss♡♡

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora