Capitolo 17 ~

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Dopo 10 minuti di strada arrivammo davanti casa mia senza dire una parola. L'aria era tesa e silenziosa, cosicchè mi sentii nuovamente a disagio, ma una cosa era certa: Dovevo salutarlo per rompere il ghiaccio
-Allora a stasera, Andy!- Lo salutai sorridente per poi baciarlo in guancia.

Lui mi prese e strinse a sè.

-A stasera, Grace..- Mi sussurrò all'orecchio baciandomi il collo.
Mi lasciò e andò via mentre io poggiai la mia mano sul punto baciato. Dopo alcuni minuti ritornai in me e con le chiavi di casa aprii la porta.
Feci il più silenzio possibile e vidi mia madre che dormiva profondamente sul divano, così in fretta e furia salii cercando mio padre
-Papà..- Lo chiamai controllando la camera da letto
-Papà?- Lo chiamai nuovamente
-Grace, sono qui!- Mi rispose. Mi voltai e notai che era nel corridoio ad aggiustare il chiodo di un quadro con un martello
-Che è successo?- Domandai guardando ciò che stava facendo
-Quando sei uscita tua madre si è innervosita e ha fatto cadere il chiodo del quadro dando un pugno al muro. Ora lo sto aggiustando- Confessò mio padre smettendo di martellare
-Ah..- Fui di poche parole. A volte era una pazza
-Che dovevi dirmi?- Esso mi scrutò con attenzione
-So che già ti chiedo troppo e so che non me lo merito per quello che ho combinato ma.. stasera potrei uscire a mangiare fuori con delle amiche?- Lo implorai, incrociando le mani
-Sì, va bene. Di quello che mi ha detto tua madre non ci credo neanche un pò- Ammise mio padre. Si riferiva sicuramente al sospetto che io fumassi
-Grazie!- Lo abbracciai per poi correre verso camera mia ad avvisare Ash che sarei venuta.
Avevo mentito a mio padre.
Se gli avessi detto la verità mi avrebbe detto "E questo Ashley chi sarebbe?". Gli inventavo sempre scuse banali pur di uscire e poi glielo avevo detto a lui perchè momentaneamente con mia madre non volevo parlarci e sarei stata idiota se gli avessi rivolto la parola dopo quello che aveva combinato.
-Ash.. ash.. Ashley! DOV'È IL NUMERO?- Esasperata mi ricordai che avevo riformattato la scheda.
Erano le sei e un quarto ed ero sicura che sarei dovuta andare a casa sua per le otto. Organizzava le cose sempre a quell'orario, così iniziai a prepararmi e pensandoci l'unico che mi poteva aiutare era proprio Andy. Però non sapevo se andare a casa sua e dirgli di accompagnarmi, magari avrei potuto dargli fastidio o magari non era direttamente in casa.
Aprii l'armadio e presi i vestiti più belli e nuovi che avevo: Dei jeans neri in pelle, una canotta bianca con stemmi neri e per completare una giacca blu notte.
Andai in bagno facendomi velocemente una doccia e indossando ciò che avevo scelto.
Infine iniziai a truccarmi mettendomi della matita nera e del mascara in abbondanza. I miei occhi erano chiari e risaltavano con dei colori scuri.
I capelli li lasciai sciolti coprendoli con un cappello nero. Erano davvero strani: A volte sembravano castano chiaro, a volte biondi. Quella sera erano biondi e dovevo ammettere che stavano bene con i vesititi, facevano contrasto.
Presi una borsetta dove infilai il telefono, le chiavi di casa e per sicurezza il portafoglio. Per concludere mi misi degli stivaletti neri
-Papà, io vado..- Gli bisbigliai scendendo le scale mentre aggiustava ancora il chiodo
-Va bene, Grace. A mezzanotte qui!- Mi avvisò prima che potessi definitivamente uscire di casa.
Annuii cercando di ricordarmi dove stesse Andy. Io abitavo nella Street 31, lui doveva trovarsi nella 40 quindi c'era ancora un bel pò di strada da fare.
Corsi e corsi fino ad arrivare ad una casa totalmente isolata dagli altri quartieri. Era quella senza alcun dubbio.
Sul campanello c'era marchiato il suo cognome: Biersack.
La porta si aprì interamente senza neanche volere risposta
-Andy..- Lo chiamai diventando tutta rossa a causa del suo petto nudo
-S-scusami se ti disturbo ma..- Non trovai il coraggio di continuare.

Sognavo ad occhi aperti: I tatuaggi che gli marchiavano i pochi muscoli, l'odore mascolino che aveva di sopra insieme a tutti quei capelli scompigliati. Era un vero e proprio dio.

-Cristo, mi dispiace se ti ho interrotto mentre stavi facendo qualcosa!- Dissi tutto ad un fiato. Lui mi prese per il braccio, facendomi entrare e chiudendosi la porta alle spalle
-Grace, non scusarti per ogni cosa. Mi stavo preparando e poi ti sarei venuta a prendere. Sapevo che saresti venuta- Confessò esso prendendo una canottiera da mettersi
-Ah.. bene- Sospirai
-Ho perso il numero di Ash. So dove abita ma non so a che ora andarci- Gli dissi un pò incuriosita della sua casa: Divanetti neri e rossi in pelle, dei poster sparsi ovunque, una chitarra elettrica al centro della stanza e varie porte che portavano ad altre stanze.
Tale padrone, tale casa no?
Notai anche delle scale che portavano ad un piano superiore.
Mentre si metteva la canottiera coprendo il suo petto, restò per vari minuti a squadrarmi dalla testa ai piedi
-Andy? Qualcosa non va?- Domandai inarcando un sopracciglio
-Stavo vedendo com'eri vestita. Sei diversa e..stai benissimo- Mi disse calorosamente, poi guardò l'orologio che era appeso al muro e guardò nuovamente me
-Sono le 7 e mezza. Conviene che mettiamo a fare strada- Consigliò mettendosi le sue solite catenelle e il suo giacchetto
Rimasi ancora allibita al complimento che mi aveva fatto, dopo di chè esso mi prese sotto braccio e chiuse la porta a chiave.
-Vivi da solo?- Gli domandai presa dalla curiosità guardandomi attorno e vedendo la sua bellissima moto nera lucida
-Sì, da quasi 2 anni ormai- Rispose per poi avvicinarsi a essa inserendo le chiavi
-Aspetta..- Mi aiutò a salire, facendomi mettere sul posto di dietro.

Mi sorrise, si mise davanti e iniziò a guidare.

Santo cielo. Menomale che ero andata io a casa sua.
Non osai immaginare cosa poteva succedere se veniva a prendermi lui sotto casa mia.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora