Capitolo 32 ~

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-Grace, devi andare!- La voce stridula e affannata dell'infermiera mi svegliò di soprassalto. Aveva una dannata voce che faceva venire dei brividi pazzeschi; e non erano affatto piacevoli da sentire di prima mattina!
Mi stropicciai gli occhi, girandomi dall'altra parte. Avevo ancora un pò di sonno ma quando ripresi a dormire mi ricordai che dovevo andare via da quel noioso ospedale.
Mi alzai di scatto, accorgendomi che l'infermiera mi guardava sotto shock mentre Riki stava per entrare nella stanza
-Pff.. qui sono tutti cosa da manicomio, altro che ospedale!- Sbuffò seccata essa mentre usciva via a passi pesanti e frettolosi, squadrando Riki
-Buongiorno, buonasera e buonanotte! Sbrigati che ti porto via da questo posto- Avvisò esso ridacchiando
-Mi lavo a casa. Un attimo che prendo le mie cose- Risposi sorridendogli. Non era mancato proprio nessuno a farmi visita.
La cosa mi fece sorridere più che mai perchè sapevo che c'erano persone a cui importavo.
Mi girai verso il letto ricordando una cosa: Andy? Dov'era finito?
Guardai la stanza, esaminando ogni posto stretto e largo. Pensai per qualche minuto mentre prendevo il cellulare, le chiavi ecc.. mancavano anche i suoi vestiti.
Solo dopo capii che era tutto frutto della mia immaginazione; probabilmente l'avevo sognato o pensato prima di andare a dormire e la cosa mi era dispiaciuta abbastanza. Troppo bello per essere vero e per ritrovarmelo accanto l'indomani mattina.
Invece le visite degli altri erano tutte vere, solo il momento in cui accendevo la luce e me lo trovavo sul letto era finto. Quasi piangevo per il nervosismo, perchè non poteva essere mio?
Ero così contenta a pensare che avevo passato una serata solo con lui tra baci, abbracci, soprattutto col suo profumo mascolino che avrei potuto ritrovarmi sul cuscino.
-Andiamo..- Dissi tristemente a Riki mentre andavo verso di lui con lo sguardo basso
-Che hai?- Mi chiese mettendo amichevolmente il suo braccio attorno alle mie spalle. La sua mano pendeva sul davanti del mio petto e la strinsi cercando di non piangere e fargli capire che andava tutto bene.
Purtroppo Andy era anche l'unico che non era venuto da me. Non avevo niente di grave e menomale, però poteva passare a salutarmi dato che io prima ero andato a vedere lui
-Nulla, voglio solo andare a casa- Mentii con tono rigido mentre scendevamo le scale dell'ospedale. Un odore di amuchina e disinfettante girò nell'aria, facendomi venire la nausea e il volta stomaco
-Grace, devi prendere queste pillole per la pressione alta. Sembra che ti si alzi facilmente, dentro c'è scritto tutto- Mi fermò l'infermiera avvisandomi di ciò che avevo. Annuii e la salutai per poi riprendere a camminare con Riki verso l'uscita. Ci mancava questa cazzo di cosa
-Oggi che giorno è?- Gli domandai ad esso mentre salivo scarsamente sul suo motore
-Domenica- Rispose brevemente per poi mettersi davanti a me, iniziando ad accendere il motore mentre mi aggrappavo saldamente a lui.
Però ero sicura che ieri sera quello sulla moto nera che mi sorrideva era Andy! Era troppo vero per pensare che fosse stato tutto un sogno o un'immaginazione.
Sentii provenire da un bar l'odore dei cornetti appena fatti e del caffè dolce appena pronto. Era intenso, piacevole; le narici scoppiavano e quasi quasi avevo anche l'acquolina
-Devo fare colazione. Tu devi prenderti qualcosa?- Mi domandò esso mentre accostava. Feci cenno di sì e in fretta e furia corsi verso il bar prendendo i soldi dalla tasca in modo veloce e maldestro
-Un cornetto con la crema gialla e del succo d'arancia!- Dissi al barman allegramente mentre porgevo i soldi alla cassa. Avevo una fame tremenda, sembrava che non mangiavo da settimane.
Ricordai di chiamare i miei, così dopo aver preso le ordinazioni ed essermi seduta al tavolino accanto a Riki chiamai mio padre dato che ancora non mi sentivo di parlare con mamma.
Riki iniziò a mangiare i suoi pasticcini con fare svelto e goloso mentre io ridacchiavo e andavo mangiando la mia roba. Era tutto caldo, gustoso!
Al bar c'erano sedute poche persone: Una era Amber che mi squadrava da testa a piedi in modo malevolo e provocatorio. Gli avrei tirato il piatto, solo che era un vero peccato per i cornetti e per i soldi che avevo speso.
-Grace!- Rispose mio padre abbastanza entusiasto della mia chiamata. Gli domandai come andava, come stavano
-E tu? Come stai?- Mi domandò mentre masticava qualcosa con fare distratto
-Io sto benone!- Non era assolutamente vero apparte il fatto dell'ospedale.
-Mi fa piacere! Noi siamo arrivati ad Adelaide e tra poco partiamo per Perth. Vuoi passata mamma?- Mi chiese indaffarato mentre sentivo dei rumori cartacei. Stava sicuramente pulendo il tavolo che aveva sporcato (tipico di papà!)
-No papà, ci sentiamo stasera. Ti voglio bene!- Lo salutai allegramente mentre bloccai la chiamata e continuai a essere nervosa per Amber. Perchè cazzo l'avevo incontrata? Perchè quella mattina che un pò mi stavo riprendendo?
-Mantieni la calma, non ti agitare!- Mi suggerì Riki mentre andava a pagare il conto.
Finito il mio cornetto mi alzai, sorseggiando il succo d'arancia senza lasciar andare via Amber con lo sguardo.
Mi guardava compiaciuta, sempre stuzzichevole. Io ricambiavo in modo freddo e pericoloso anche se già sapevo che ci sarei riuscita poco.
Feci cenno a Riki di andarcene anche se dovevamo passare davanti al suo tavolo dove era in compagnia con alcune sue amiche ma m'importava poco. Andai a passo veloce ma lei si alzò e uscì venendo verso di me
-Stai attenta. A Andy non piacerà che stai con altri maschi!- Mi ricordò con tono convinto e superficiale. Continuava a guardarmi insieme a quei due occhi azzurri da completa psicopatica
-Stai attenta tu prima che ti lascio morta a terra- L'avvisai mentre salivo sul motore. Lei ridacchiò facendomi piccoli applausi e ritornando dalle sue amiche mentre Riki iniziò a guidare il più veloce possibile
-Dovevi farmela ammazzare..- Sibillai all'orecchio di esso
-Meglio evitare- Rispose sicuro di sè mentre arrivammo in 5 secondi davanti casa mia. Lo salutai rapidamente per poi andare verso la porta
-Dio mio..- Cercai le chiavi tra le tasche colme di roba.
Sospirai e dopo averle trovate aprii la porta richiudendola con fare agitato e violento. Salii immediatamente sopra e aprendo l'armadio presi una canottiera blu e degli shorts che si abbinavano, così entrai in bagno e dopo essermi lavata e sistemata con i nervi a mille sentii qualcuno tenermi per i fianchi.
Iniziai a sudare freddo e a tremare senza sapere chi fosse.
Una volta voltata agilmente vidi che era Andy che mi guardava incantato
-COME SEI ENTRATO?- Gli domandai incredula mentre andavo indietreggiando verso il letto. Lui avanzava ancora di più e mi guardava spavaldo e compiaciuto della mia reazione
-Dalla finestra che avevi lasciato mezza aperta- Rispose divertito mentre si metteva sopra di me, una volta distesa a letto
-Ieri sera ti è piaciuta la mia compagnia?- Mi sussurrò all'orecchio con fare malizioso mentre mi baciava il collo e poco dopo la clavicola.
Mi teneva ferma, immobile.. m'imbarazzai e subito dopo capii che ieri sera era successo tutto per davvero. Il cibo che mi aveva portato, i baci intensi, la porta chiusa a chiave. ERA STATO TUTTO REALE.
E sicuramente la stronza dell'infermiera era entrata grazie a una chiave che apriva tutte le stanze
-Sono dovuto andare via per quell'infermiera ma adesso sono qui..-Bisbigliò malizioso mentre mi accarezzava l'interno coscia lentamente. Stavo morendo dalla voglia e qualcosa mi spingeva a farlo per davvero.
Stava realmente cambiando o voleva solo andare a letto con me? Optavo per la prima opzione perchè mi sentivo che stava maturando, che probabilmente voleva davvero qualcosa di serio.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora