Capitolo 50 ~

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Sabato mattina. Non avevo voglia di dormire; un enorme e fastidiosa calorìa me lo impediva, così mi svegliai.
Aprendo gli occhi vidi che Andy stava ancora dormendo in tranquillità, era bellissimo anche da addormentato.
L'unica cosa brutta era che non potevo vedere i suoi occhi abbaglianti che tanto adoravo.
Mi sentii un pò stonata, scesi maldestramente dal letto andando al bagno per lavarmi i denti. Mi sarei rinfrescata.
Dopo aver fatto ciò, andai al piano inferiore. Mi diressi in salotto e potei intravedere la finestra che mostrava quasi l'alba, era davvero prestissimo.
Sbadigliai e uscii fuori casa, socchiudendo la porta.
Non m'importava se ero in pigiama, avevo solamente voglia di vedere quello spettacolo da vicino e nel silenzio più totale.
Sbadigliai e con occhi semichiusi vidi il cielo diventare arancione, giallo.. il sole era splendido, caldo. Era il protagonista del momento.
Non c'era nessun uccello, nessuna nuvola. Si vedevano solo quei colori e il padrone del giorno che stavano dando spettacolo.
Rimasi lì, immobile, a pensare a tutto quello che mi era capitato: Le liti con mia madre, aver conosciuto quei ragazzi stupendi che diventarono miei amici ma prima di tutto ciò pensai a quando trascorrevo la mia giornata solamente con Riki, Jenna e David. Quando ancora Amber non mi rompeva, quando ancora eravamo tutti in sintonia.
In quel periodo avevo la lacrima facile e mi ritrovai sull'orlo, cercando di trattenerle. Non c'era nessun motivo di piangere dato che la mia vita stava andando bene e a poco sarei potuta stare senza pensieri dato che dovevo dire ai miei di me e Andy.
In mente mi sfiorò un pensiero: A quanta colpa avessi io per il fatto di David. Era stato picchiato e disprezzato da Amber per colpa mia, perchè lui voleva difendermi.
Ero nostalgica dei vecchi tempi ma non sapevo il motivo, non lo riuscivo a capire.
Una lacrima mi rigò la guancia; era calda, insensata; almeno, così la ritenevo.
Mi sentivo strana ma credevo fosse normale dato che mi ero svegliata presto.
Dalla bocca iniziarono a uscirmi dei piccoli singhiozzi ma mi distrassi sentendo il cigolìo della porta.
Non mi voltai, era stato quello stupido venticello ma mi sbagliavo
-Bambina, perchè piangi?- Mi chiese dolcemente Andy, avvicinandosi a me per poi asciugarmi la guancia e baciarmela
-Allergia, sto bene!- Cercai di riprendermi, stropicciandomi gli occhi con il dorso della mano.
Non aveva senso, mi avrebbe preso per stupida dato che tutto stava andando bene.
L'ansia per i miei era passata, quindi non dovevo temere niente.
La notte precedente avevo anche passato una serena e intima serata con Andy al ristorante, si era conclusa in bellezza. Che mi stava prendendo?
-Nostalgia dei vecchi tempi, eh?- Inarcò un sopracciglio per poi stringermi in un forte e comprensibile abbraccio.
A quelle parole restai un pò incredula: come sapeva dei miei pensieri? Non era la prima volta che mi leggeva nel pensiero. Una cosa era certa, Andy mi sapeva capire veramente.
Annuii leggermente, stringendolo ancor di più
-Sai cosa avete in comune tu e l'alba? Siete incredibili, ma tu di più- Mi sussurrò all'orecchio, accarezzandomi le ciocche dei capelli.
Gli sorrisi e per un attimo mi venne in mente una domanda da fargli: Il ragazzo tanto misterioso, tanto riservato.. aveva qualche nostalgia? Glielo chiesi e per pochi secondi ci fù un silenzio totale
-Ricordo quando i miei genitori mi portarono sulla London Eye a guardare tutto il panorama di Londra. Luci, colori.. c'era tutto- Raccontò con voce delicata e fragile, andandomi stringendo con tenerezza
-Mi sentivo a mio agio tra gli abbracci di mia madre e i sorrisi di mio padre. Per una volta avevo ricevuto l'affetto che i miei genitori avevano sempre nascosto. Mi sentivo veramente bene, anche perchè non volevo che finissero mai quei brevi ma intensi giri sulla ruota panoramica - Finì, sospirando per poi alzare lo sguardo.
Mi tolsi da lui, mettendogli le braccia intorno al collo e guardandolo sempre più vicina a lui
-Ti mancano?- Gli domandai, accarezzandogli la guancia col pollice.
Annuì, sorridendomi come se niente fosse
-Può capitare.. sei sempre un essere umano- Lo incoraggiai a tono basso. Ridacchiai un pò per farlo ridere
-Poco dopo sei arrivata tu, Grace. Con te, mi sono sentito veramente amato- Confessò, guardandomi negli occhi per poi andare verso le labbra.
Quella era la cosa più bella che mi avesse mai detto.
Ci baciammo e rientrammo dentro. Ci addormentammo per un pò sul divano, cosicchè ci alzammo a mezzogiorno
-Mmh..il telefono- Mi disse Andy con voce ancora impastata dal sonno. Il mio telefono squillava, così un pò più attiva andai a prenderlo. Erano i miei.
-Pronto?- Risposi serena
-Tesoro, quanto mi sei mancata! Non vedo l'ora di ritornare lunedì- Confessò mia madre. Sembrava dolce, sincera..
-Anche tu.. mamma- Un pò mentivo e un pò dicevo la verità. Dopo avergli raccontato alcune cose, chiusi la chiamata vedendo che Andy mi stava osservando.
-Non vedo l'ora che sia lunedì- Mi disse con sguardo compiaciuto e liberatorio. Annuii, preparando alcune cose per la colazione e ridendo per il fatto che disse la stessa frase di mia madre
-Credo di dover andare- Sbuffò, addentando un cornetto alla marmellata
-Che succede?- Gli chiesi, pulendo il tavolo
-Ash mi ha detto di andare a casa sua, vuole parlarmi- Confessò, iniziando ad alzarsi dal tavolo per poi aiutarmi a sistemare.
-Vai, tranquillo. Ci penso io. Il bagno come già sai è di sopra se devi lavarti- Lo avvisai
-Già fatto prima di venire da te questa mattina. Ci sentiamo presto- Mi lasciò un tenero e dolce bacio sulle labbra per poi uscire e andare via.
Siccome la giornata era appena iniziata, pensai di prepararmi per uscire un pò con Jenna. Ieri non l'avevo sentita più.
La chiamai per varie volte ma stranamente non rispondeva
-Uff..- Sbuffai, prendendo dall'armadio un semplice leggins grigio, una canottiera bianca e una camicia blu.
Dopo essermi lavata e sistemata mi vestii, andando verso casa sua.
Non rispondeva nessuno e la cosa mi stranizzava parecchio dato che il telefono l'aveva sempre a portata di mano e a casa sua c'era sempre qualcuno.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora