Capitolo 48 ~

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Andai in classe con un fortissimo mal di testa.
In più c'era anche matematica e Jenna mancava, quindi si poteva definire una giornata di merda dato che la mia amica che per me era come la mia roccia, in quel momento mancava. Mi sosteneva e aiutava sempre e non sapevo proprio come fare senza di lei
-Potrei andare al bagno?- Chiesi al professore che annuì. Andai rapidamente, pensando ancora a quello che era successo a David; mi sentivo un pò in colpa perchè ne aveva passate tante per me ma al cuore non si comanda.
Io amavo follemente Andy.
Entrai al bagno e sentendomi stordita mi appoggiai al lavandino, rinfrescandomi un pò la faccia con l'acqua
-Oh.. ma guarda chi c'è- Ad un tratto, nel riflesso dello specchio mi apparve Amber. Restai a fissarla malevolmente mentre lei mi sorrideva in un modo insopportabile
-Che vuoi?- Ringhiai, cercando di non perdere il controllo e di non farmi sentire nel corridoio.
Il solo fatto di vederla m'irritava perchè ne aveva combinate abbastanza di cazzate: a me, a Andy e soprattutto a David.
Eravamo da sole in bagno, lei sembrava avere cattive intenzioni e vendicarsi di tutte le botte che gli avevo dato ma quel giorno, in quel momento, mi sentivo debole
-Cosa voglio? Che lasci stare in pace Andy, sai perchè? Perchè tu sei una bambina, una testa di cazzo! Lui ha bisogno di una ragazza grande, matura..- Prima che continuasse la guardai attraverso il riflesso, inarcando un sopracciglio
-Vuoi rotto il naso per una terza volta?- Chiesi, stuzzicandola a più non posso.
Lì la tensione cominciò a crescere, cosicchè mi prese per la nuca e mi fece sbattere sul lavandino di marmo. Sentii un fortissimo dolore alla schiena e mi accasciai per terra, gemendo dal male che provavo
-Scusa..non volevo!- Disse sarcasticamente per poi mettersi seduta sopra di me e prendermi a schiaffi. Aveva le unghia lunghe e mi graffiò lentamente le guance
-Oh.. questo non dovevi farlo!- Con tutte le poche forze che avevo, la feci cadere a terra. La presi rapidamente per il braccio e ci chiudemmo in un bagno.
-C'hai rotto i coglioni! LO VUOI CAPIRE CHE NON SEI NESSUNO PER ROVINARE LA VITA AGLI ALTRI? NON SEI UN CAZZO E SE CONTINUI A FARE COSÌ DIVENTI IL NULLA TOTALE- Gli ringhiai con tono striminzito. Lei mi guardava selvaggiamente, come se mi volesse uccidermi da un momento all'altro.
Con la mano presi un pò di ciocche dei suoi capelli e gli feci poggiare la testa al muro, avvicinandomi furtivamente al suo orecchio
-Un'altra mossa e giuro che ti ammazzo!- Gli bisbigliai, con tono provocatorio. Si scansò, facendomi sbattere nuovamente la schiena per poi uscire dal bagno.
Mi accasciai per il piccolo bagno con la schiena mal ridotta. Faceva malissimo e iniziai a piangere dal nervosismo. Invano cercai di soffocare quel fottuto pianto.
Perchè stavo piangendo? Perchè proprio in quel momento dopo che avevo avvisato ad Amber di finirla?
Forse perchè stavo rovinando la vita a tutti per quella stronza, forse perchè qualcosa prima o poi davvero doveva finire.
Asciugai le lacrime amare e uscii guardandomi allo specchio ma notai che era scritto con del pennarello nero: Le cose prima o poi finiscono.
La fissai per pochi secondi, poi notai che le mie guance erano rosse con piccoli graffi sanguinanti.
Addirittura mi aveva fatto uscire del sangue. Me le sciacquai diverse volte, poi cessarono di sanguinare.
Tornai in classe, sedendomi al mio banco abbastanza isolato e vuoto
-Kost, che hai al viso?- Mi chiese il professore
-Credo che le saponette del bagno mi abbiano fatto irritazione. Niente di preoccupante- Mentii, sorridendo falsamente. Il prof mi credette e continuò a spiegare la lezione tranquillamente.
Me ne andai 2 ore prima.
Oltre al lavoro che potevo avere in futuro grazie agli studi, per me la scuola un senso non l'aveva più dato che Jenna e Andy non venivano più come una volta; Venivano raramente.
Camminai a passo veloce, mi guardai un attimo le guance dallo schermo del display del telefono: Stavano spuntando lunghe ed evidenti croste. Cercai di coprirmi in ogni modo finchè non arrivai a casa.
Buttai me stessa e lo zaino sul divano. Ripresi a piangere, cosicchè sentii numerose lacrime scendermi dal viso.
Amber mi stava rendendo la vita complicata. Io me la spassavo mentre David veniva picchiato; lui non aveva fatto niente di male, teneva solamente a me e voleva difendermi.
Io ero stata una codarda sin dal principio: l'avevo sempre respinto, mai aiutato. La cosa mi fece sentire ancora peggio e pensai subito "Dove cazzo è Andy? Dove cazzo è Ash o.. Jinxx?" Avevo bisogno di essere consolata, abbracciata.
Ero sempre stata sensibile a cose del genere e per poco già mi sentivo malissimo. Avevo sopportato troppo
-Grace, sono Jenna. Apri!- Mi chiamò la ragazza, bussando ripetutamente. Avevo i graffi, li avrebbe notati. Volevo che nessuno sapesse dell'accaduto, nessuno!
Proprio tempismo perfetto. Così finsi di non essere in casa e poco prima smisi di piangere
-SO CHE SEI DENTRO, TI HO SENTITO PIANGERE!- Mi gridò, esigente che le aprissi.
Sbuffai e andai ad aprire. Soprattutto avevo bisogno della mia cara amica, di quella che mi faceva piangere sempre sulle sue spalle nel momento del bisogno.
-Oh mio dio. Che cazzo ti è successo?- Mi chiese allarmata mentre mi sedevo indifferente sul divano.
-Niente, sono caduta dalle scale- Mentii. Che cazzata avevo detto? Da quando in qua le scale graffiavano? Ero una frana a mentire, soprattutto a lei.
-Non prendermi per il culo. Chi ti ha fatto questo? Amber?- La nominò, cosicchè fui costretta a raccontargli tutto.
Della situazione mi parve abbastanza tranquilla ma poco dopo si alzò, andando verso la porta
-Vado ad ammazzarla- Mi avvisò serenamente. Cercai di fermarla e  iniziò a incazzarsi seriamente
-COME PUOI DIRE DI LASCIARLA PERDERE? GUARDA COME TI HA RIDOTTA! STA ROVINANDO TUTTO- Esclamò, guardandomi mentre ero sull'orlo delle lacrime. In quel momento stavo male, sia fisicamente che mentalmente. Ero debole, mi sentivo una stupida, un'ingenua.
-Scusami, sono una stupida. Piango inutilmente, faccio cazzate..- Scoppiai, mettendomi le mani sul viso.
Jenna mi guardò incredula e avvicinandosi a me, mi strette in un abbraccio forte e caloroso
-Ehy, ehy..tranquilla. Se vuoi piangere per sfogo stai tranquilla, ma non ne vale la pena- Mi suggerì, accarezzandomi la testa mentre piangevo aggucciata sul suo petto.
-Scusami.. è che sono fatta così- Confessai, abbracciandola anch'io
-Pensa, almeno gli hai detto quello che pensavi e non ti ha vista piangere. Sei un essere umano,è un diritto stare anche male. La vita non è sempre un sorriso- M'incoraggiò, sorridendomi.
Lì capii che Jenna c'era sempre stata, avevamo avuto solo qualche incomprensione ma era sempre presente, in un modo o nell'altro.

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora