Capitolo 43 ~

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Rimasi bloccata per vari minuti al telefono; cercai di riprendermi e convincere mia madre di restare una volta e per tutte a Perth. Quello era il mio vero e unico obiettivo.
-Ma se tornate qui possono diminuirvi lo stipendio quindi meglio evitare, no?- Insistetti con gocce di sudore che scendevano dalla mia fronte.
Ero tesa, agitata; nella mia mente c'era lo tsunami e a poco l'avrei scatenato anche realmente. Divenni incazzata
-Che c'è, Grace? Non vuoi che ritorniamo?- Chiese mia madre, imitando la parte della vittima. Mi fece irritare ancora di più
-Senti.. non voglio insistere e andarti dietro. Restate lì che è meglio per tutti quanti- Ripetei un'altra volta, battendo spazientita il piede a terra
-Tesoro mio, perchè mai? Ci manchi tanto..- Confessò essa come se stesse sussurando con fare malinconico. Era probabile che voleva riagganciare rapporto oppure mi stava prendendo per il culo
-NON VOGLIO RIPETERLO UN'ALTRA VOLTA; STAI IN QUELLA FOTTUTA CITTÀ, NON VOGLIO VEDERTI PIÙ! NEANCHE TRA QUALCHE GIORNO, SETTIMANA O MESE.. CHIARO? NON VOGLIO SENTIRE PIÙ LA TUA CAZZO DI VOCE, VOGLIO SOLAMENTE SENTIRE QUELLA DI PAPÀ. FOTTESEGA OH- Gli bloccai il telefono in faccia dopo aver gridato come un'indemoniata. Sospirai vedendo che Ash, Jenna e Andy mi guardarono con occhi spalancati insieme a tutta l'altra gente che ci circondava.
Camminammo un pò per il vialetto della scuola, Jenna mi guardò incuriosita e stranita della mia reazione mentre Andy mi prese un attimo per la mano
-Che succede?- Mi chiese mestamente, guardandomi fisso negli occhi e sperando gli dicessi tutto. Decisi di non parlarne a nessuno della decisione di mia madre, così mentii a primo impatto
-Le solite chiamate anonime, tranquillo. Non è successo niente- Risposi al ragazzo, accarezzandogli la guancia e facendo segno di "Okay" ad Ash e Jenna.
Erano le 8 in punto; Ash salutò andando via.
Noi entrammo e arrivando verso il corridoio, notai che c'erano poche persone compreso David.
Mi sedetti un attimo sulla panchina posizionata al centro del corridoio e sospirai
-Prendo i libri che sono nell'armadietto e ti raggiungo- Avvisai Jenna mentre picchettavo nervosamente la mano sul muro che mi trovavo accanto.
Andy mi seguì e mi prese la mano per accarezzarla e poi baciarla.
-Ci vediamo fuori la scuola, bambina mia- Mi sussurrò all'orecchio in modo attraente e indimenticabile.
Sorrisi, seguendolo con lo sguardo finchè non girò l'angolo per arrivare alla sua classe.
Quegli occhi azzurri fottutamente perfetti, quel sorriso da far invidiare il mondo intero, quelle labbra morbide e vogliose, per quanto le avrei potute vedere e assaggiare?
Ero sull'orlo delle lacrime.
Quella mattina mi ero svegliata ed ero psicologicamente pronta ad affrontare la giornata e il resto della settimana, ma dopo quella notizia mi crollò tutto addosso.
Asciugai le lacrime che stavano quasi per bagnarmi il viso col dorso della mano, così David restò impietrificato a guardarmi.
Si avvicinò lentamente, un pò spaventato della reazione che avrei potuto avere
-Non cacciarmi via, Grace. Permettimi di starti vicino, ti prego..- M'implorò diventando triste in volto. Annuii guardandolo falsamente spensierata
-David, non ho niente.. devo andare in classe- Risposi sorridendogli mestamente.
Avrei voluto essere sul mio letto a prendere qualcosa a pugni e a piangere allo sfinimento; ne avevo davvero bisogno.
-Ti sei scordato della mia presenza quindi non dirmi cazzate- Mi guardò serio, asciugandomi le lacrime con un fazzoletto che dopo mi diede.
Gli sorrisi e rientrai in classe senza dire nulla. Apprezzavo la sua gentilezza ma non era la persona adatta per farmi riprendere del tutto.
Una volta entrata in classe, mi sedetti mettendo una delle mie famose maschere: La felicità.
Ripetevo ai professori le lezioni che sapevo particolarmente bene e i miei voti vennero alzati.
Ridevo alle battute di Jenna e fu contenta del fatto che mi aveva strappato dei sorrisi. Tutti avevano ottenuto quel che volevano, tranne me.
Per me cos'era la vera felicità? Restai a guardare un punto fisso e a pensarci sù.
Per me la felicità era Ash, che teneva dentro tutto il mio passato proprio come una cassaforte. Per me la felicità era Jenna che ogni giorno che mi vedeva arrivare all'entrata della scuola, mi correva contro e mi abbracciava come se non ci fosse un domani. Per me la felicità era quel famoso libro dei "Promessi Sposi" che mi fece scontrare con quegli occhi glaciali e sconosciuti che mi facevano rabbrividire in un solo secondo.
Finite le lezioni, potevo stare tranquilla. Avevo recuperato tanto in un solo giorno.
Raggiunsi Andy all'uscita della scuola ma vidi che andò da solo per la sua strada, guardandomi una sola volta.
Perchè non si era fermato ad aspettarmi?
Non ebbi neanche il tempo di raggiungerlo che non lo vidi più nonostante facessimo la stessa strada. Ritornai con lo sguardo abbassato verso casa e aprii la porta, tuffandomi sul divano.
Mi sentivo strana, un pò abbandonata.. ma crebbi che fosse solo una sensazione passeggera.
Accesi un pò la tv mangiando il mio panino con lattuga e pomodoro.
Mi squillò il telefono e mi arrivò un messaggio sconosciuto:
Le cose belle durano davvero poco, cara Grace!

Broken ||Andy Biersack||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora