8. Forced in

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Is our secret safe tonight

and are we out of sight

Or will our world come tumbling down?

Muse, The Resistance



Qualcuno mormorava parole sconnesse.

Cercare di coglierne il senso appariva inutile e difficoltoso; quella voce, seppur remotamente familiare, era talmente bassa e sfuggente da confondersi con il teso silenzio che le premeva attorno. Il suo era un dormiveglia caotico che la costringeva a palpebre serrate nonostante il notevole mal di testa che infuriava nella sua mente.

Hermione non sapeva quanto tempo fosse passato da quando aveva, anche se in modo lieve, cominciato a riacquistare coscienza; il tono che udiva, però, aveva ben presto smesso di bisbigliare ed era aumentato nel vigore imperioso di chi si sente arrivato al limite della pazienza.

Al di là degli occhi chiusi, Hermione riuscì a cogliere vari chiarori e flash di luce ad investirla. Proprio quando l'ennesimo baluginio cominciò, molto lentamente, a suscitare in lei un certo rimando a qualcosa di simile che doveva esserle accaduto in quello stesso arco di tempo, un suono deciso interruppe inaspettatamente il suo ammasso di pensieri disordinati.

« Innerva! »

Fu come se qualcuno l'avesse schiaffeggiata. In un balzo, Hermione si rizzò a sedere con l'aria disorientata di chi è a malapena cosciente della propria identità. Molte cose si affacciarono alla sua vista nel preciso istante in cui i suoi occhi poterono finalmente spalancarsi: banchi ordinati, sedie lucide e lavagne immacolate erano raccolte in una pozza d'ombra così scura da risaltarne a malapena i sottili contorni. Ma, cosa ancora più insolita, Draco Malfoy stava proprio a pochi passi da lei giocherellando beatamente con la propria bacchetta.

« Alla buon'ora, Granger. » Commentò piattamente. « Non ricordavo con esattezza quale fosse l'incantesimo giusto... così prima ne ho provati un po' ».

Represse un ghigno nell'abbassare gli occhi pallidi sulle proprie dita. Hermione, sconcertata, aveva ancora le labbra socchiuse in una sorpresa che ben presto collimò con lo sdegno più totale.

Pian piano, la confusione che aveva in testa unì i suoi tasselli sparpagliati in qualcosa di accettabilmente sensato; l'odiosa faccia di Malfoy, quel ghigno strafottente e la sua voce urtante, contribuirono alla grande a ricostruire in un batter d'occhio gli avvenimenti di cui Hermione poco prima non conservava alcun ricordo.

Fu con decisione che scivolò dal banco e si rimise in piedi, ma nel compiere il movimento si accorse di due cose terribilmente sconcertanti.

La tasca in cui era solita tenere la bacchetta era vuota, e i suoi capelli...

Trattenendo rumorosamente il fiato, Hermione si afferrò le ciocche cespugliose portandosele alla vista in un gesto frenetico. Il suo cuore sprofondò.

Erano blu elettrico.

« Tu! » Lo aggredì, infervorata. « Cosa diavolo... »

« Si è trattato di un comune sbaglio. » Fintamente ingenuo, Draco stava evidentemente trattenendo una risata. « Dovresti ringraziarmi, Mezzosangue; poco fa avevi il becco di una papera. Ti donava molto, sai, ma ho deciso di risparmiartela in quanto avrebbe reso la tua voce ancora più insopportabile ».

Gli occhi sgranati, Hermione si sentiva formicolare di una rabbia che non aveva quasi niente a che vedere con quello stupido colore di capelli.

Perché diavolo Malfoy l'aveva portata in quell'aula vuota? Cosa poteva volere da lei?

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