10. Lucy in the Sky with Diamonds

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I never meant to cause you trouble

and I never meant to do you wrong

and I, well if I ever caused you trouble

oh no, I never meant to do you harm

Coldplay, Trouble



« E' passato, ma è presente. Di cosa si tratta? » cantò il battente a forma di corvo.

La ragazza, stralunata, spalancò lo sguardo. « Scusami? »

In una bassa melodia, il becco si spalancò riversando ancora l'indovinello sul minuscolo pianerottolo. Non ci fu alcun risultato, se non un paio di sopracciglia inarcate con grande perplessità.

« E cosa dovrei saperne? » Sbottò lei. « Andiamo, questa cosa non vale per me. Apriti » aggiunse con meno vigore.

La liscia superficie di legno rimase perfettamente immobile di fronte ai suoi occhi.

Perfetto, pensò con impazienza Ginny Weasley nell'incrociare torvamente le braccia. Non solo avrebbe dovuto fare i salti mortali per riuscire nella sua missione disperata, adesso ci si mettevano anche gli indovinelli complicarle le cose.

Sconfortata, la giovane Weasley si volse ad osservare il pianerottolo a spirale che si perdeva verso il basso. Non c'era nessuno; l'entrata alla sala comune dei Corvonero era totalmente silenziosa e, sporgendosi sulla ringhiera, Ginny scoprì che allo stesso modo si presentava il corridoio sottostante.

Possibile che dovesse davvero rifletterci sopra? In un cipiglio scettico, la Grifondoro avanzò di un passo e fronteggiò con decisione la testa del corvo scolpito sul battente di pietra, ricambiando il suo sguardo astioso. Era troppo determinata ad entrare a Corvonero per lasciarsi scoraggiare così facilmente; non poteva fingere, però, almeno con sé stessa, che un quiz di tale genere fosse l'ultima cosa che avrebbe mai potuto aspettarsi come 'prova' per varcare quella dannata soglia. Più che altro Ginny si era preparata a dover indovinare un'ipotetica parola d'ordine, ragion per cui aveva opportunamente portato con sé piuma e pergamena, così da richiedere seduta stante l'aiuto di Luna.

Un piano del tutto inutile, pensò Ginny con amarezza, la pergamena ancora stretta nella mano.

« E' passato, ma è presente » borbottò a bassa voce, decidendo una volta per tutte di ragionarci con serietà.

Cosa diavolo poteva essere? Se era passato non poteva certo essere presente, osservò Ginny con espressione pensierosa, a meno che non si trattasse di qualcosa svoltosi in passato il quale, in qualche modo, si ripercuoteva anche nel presente. Ma allora le risposte erano praticamente infinite; più o meno tutto ciò che vedeva apparteneva sia al passato che al presente, sempre che per passato si intendesse fino al giorno prima. O forse tale definizione si espandeva a molto più tempo, magari a un'ora prima, o un minuto? In tal caso, era la stessa domanda ad essere passata, ma comunque presente perché irrisolta?

Ginny si sentiva il cervello in fiamme; se sbagliava a rispondere probabilmente avrebbe dovuto attendere l'arrivo di qualcuno che potesse aiutarla, il che era qualcosa a cui stava cominciando sinceramente a sperare. Di sicuro doveva trattarsi di una risposta seria e profonda, niente a cui lei, con l'abilità di logica certamente sottosviluppata, sarebbe potuta arrivare nemmeno tra un milione di anni. Ma avrebbe avuto senso dare comunque la sua conclusione, pur sapendo che era sicuramente sbagliata?

Ginny sollevò lo sguardo sul battente immobile, decidendo sul da farsi. Magari avrebbe spedito lo stesso un gufo a Luna, chiedendole di mandarle la risposta tramite lettera; ma quello stupido corvo avrebbe approvato, nel vedere che la sentenza non era frutto dei suoi sforzi? Prendendosi altro tempo per pensarci, Ginny a malapena si accorse dei lievi passi che, alle sue spalle, si acuivano sempre di più all'avanzamento di ogni gradino. Fu improvvisamente che, rendendosi conto della presenza estranea, si volse di scatto.

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