Everything you gave
and nothing you would take
nothing you would take
everything you gavePearl Jam, Just breathe
All'una in punto, Hermione Granger chiuse la sua copia di Numerologia e Grammatica e si affrettò a raccogliere le penne d'aquila in un astuccio.
Non poteva più ignorare il brontolio che le solleticava lo stomaco da più di mezz'ora. Arrotolò con cura un grosso, malconcio rotolo di pergamena fitto di strani e complessi calcoli – avrebbe dovuto consegnarlo alla professoressa Vector soltanto l'indomani – e lo ficcò nello zaino.
Un minuto dopo era già fuori dalla biblioteca camminando spedita verso il suo pranzo.
Dal momento che Hagrid, su caldo consiglio di Silente, non si arrischiava più a fare lezione con una tormenta di neve in arrivo, la sua lezione era stata annullata.
Hermione aveva avuto così una felice mattina piena di compiti, studio e centinaia di libri polverosi. E soprattutto, priva della presenza dei suoi compagni di Casa.
Avendo saltato apposta la colazione, non aveva incrociato ancora Ginny, Harry o Ron, e nemmeno Calì e Lavanda; l'idea, se possibile, la metteva a disagio.
Avrebbe tanto voluto tornare indietro di un giorno, ai bei momenti passati con Draco, e restare rinchiusa per sempre nella Torre di Astronomia. Lassù si era sentita al sicuro, e non aveva dovuto pensare più di tanto alle vicende della sera prima.
Oh, era stato meraviglioso, e almeno a se stessa poteva ammetterlo – perché a Draco, da ora in poi, avrebbe dato ben poche soddisfazioni.
L'unico sbaglio era stato confessargli di essere innamorata di lui. Non avrebbe dovuto sbilanciarsi così tanto.
Ma lui non le aveva chiesto più niente, perciò forse aveva capito che, per ora, quello non era proprio un discorso da affrontare. Meglio così.
Avevano fatto troppi sbagli in passato, Hermione per prima. Aveva sempre preso tutto troppo sul serio, costringendo Draco a rassicurarla su ogni singola sfumatura del loro rapporto, spesso e volentieri soffocandolo, imponendogli la propria visione delle cose. Da ora in avanti avrebbe vissuto il loro rapporto giorno per giorno, senza farsi troppi castelli in aria.
Dopotutto, le relazioni serie non l'avevano mai portata da nessuna parte; bastava vedere quella con Ron e, in un certo senso, quella con lo stesso Draco.
Tante aspettative, nessuna certezza alla fine. Non avrebbe fatto di nuovo gli stessi errori.
Conscia di non trovarsi in una storia ufficiale, ma in una storia agli inizi, segreta e intima, Hermione si sentiva infatti più serena e rilassata. E anche stranamente di buonumore.
Raggiunse la Sala Grande con un grande buco nello stomaco, e con rammarico notò Ginny che, in bilico sulla panca di legno, la stava evidentemente aspettando.
Aveva una faccia ansiosa come poche, il piatto ancora intatto. Hermione non ebbe altra scelta che sedersi vicina a lei.
Disapprovava il comportamento dell'amica, ma era anche curiosa di sapere se le dicerie di Terry fossero vere. Cercò di non sembrare troppo contrariata quando la raggiunse.
« Hermione! » Ginny si portò i capelli rossi dietro le orecchie. « Ma dove accidenti sei stata? »
Lei posò lo zaino sul pavimento, dopodiché, calma, afferrò un vassoio di verdure. « Cosa intendi? »
« Cosa intendo? » Ginny sembrava fuori di sé; Neville, Seamus e Dean si voltarono verso di loro. « Morgana, ci siamo chiesti tutti che fine avessi fatto! Sei sparita sabato sera e spunti qui adesso, lunedì all'ora di pranzo! Ma dove sei stata? Ti ho anche mandato un bigliettino... »
Hermione masticò lentamente e si volse a guardarla. « Sì, Ginny, e ti ho risposto che stavo bene e di non preoccuparti ».
« Bella roba! Un giorno e mezzo senza dare tue notizie e tu pretendi... »
« Dovevo forse rimanere al vostro festino? » domandò Hermione, sempre molto tranquillamente, ma con una nota di severità. « Dovevo rimanere dopo quello che mi avevano fatto Calì e Lavanda? »
Ginny, stavolta, parve sgonfiarsi. Perdendo molta della sua rabbia, si grattò la nuca. « Oh, okay, hai fatto bene ad andartene. Anche perché quel gruppo di Tassorosso ha distrutto il camino e abbiamo rischiato di morire in un incendio... » scosse la testa, « quegli idioti continuavano a gettare Firewhisky sulle fiamme... sai com'è... si sono dileguati tutti prima di mezzanotte... » si schiarì la voce, « ma il punto è che potevi dirmi almeno dov'eri! Sono stata in pensiero! E se ti preoccupavi di quelle stupide di Calì e Lavanda, stai pure tranquilla: Calì non è ancora riuscita a farsi ricrescere i capelli e Lavanda si è beccata una punizione! Gazza l'ha trovata ancora ubriaca la mattina dopo... »
Nonostante Hermione, intimamente, fosse inorridita da quelle rivelazioni, prese un sorso di succo di zucca e scosse decisa la testa.
« Non mi importa niente di Calì e Lavanda. Non avevo soltanto voglia di tornare ».
« Ah, ho capito... eri con Malfoy! » sbottò Ginny, a metà tra lo scioccato e l'emozionato. « Avete fatto pace? Quell'ignobile sacco di sterco di drago ti ha almeno chiesto scusa? »
Hermione, soffocandosi con le patate arrosto, guardò ancora l'amica.
Pensava che così Malfoy ti avrebbe notata più facilmente... che resti fra noi... aveva bisogno di nuove idee per mandare avanti il suo romanzo...
« Non ero con Malfoy. » disse subito. « Ma toglimi una curiosità, sei davvero stata tu a inserirmi nella recita scolastica? »
Il repentino cambio d'argomento fece quasi cadere Ginny dalla panca. Specialmente perché si trattava di quell'argomento – lo aveva dato per morto e sepolto ormai ed era scioccante, evidentemente, sentirselo tirare in ballo proprio adesso.
« Cosa? Io... » si torse le mani, lanciando una mezza occhiata al tavolo di Corvonero, « Cavolo, non mi dire che quell'idiota è venuto a dirti qualcosa! »
« E tu non dirmi che è vero! » rispose Hermione, cogliendo l'aria colpevole dell'altra.
In quei casi, Ginny era come suo fratello Ron. Le orecchie le divennero rosse. Sospirò.
« Sì, l'ho fatto... ma non lo rifarei se tornassi indietro! » esclamò precipitosa. « Pensavo solo di... aiutarti ad emergere, sai come la pensavo, ero sciocca, frequentavo Calì e Lavanda da mattina a sera. So che sono passati solo pochi mesi, ma non la penso più così, io... »
« L'hai fatto perché speravi di far accadere qualcosa tra me e Malfoy? »
Ginny, stavolta, parve sinceramente indignata. « Ma no! Cioè, poteva succedere, ma l'intenzione non era quella... te l'ho detto, cercavo di farti uscire dalla tua, ehm... tomba sociale » ammise, vergognandosi un po'.
Hermione non ebbe bisogno di sentire altro.
Mollò il piatto ancora pieno per metà, agguantò lo zaino e partì diretta verso l'uscita. Sentì Ginny richiamarla almeno due volte, ma non l'ascoltò.
Si sentiva tradita.
Ginny era sempre stata una – se non l'unica – amica fidata. Aveva dato per scontato che Terry avesse parlato per orgoglio di maschio ferito, e invece aveva detto la verità.
Non era preparata a ciò; le doleva la testa. Hermione si arrestò proprio all'entrata.
Lì nell'atrio, girato verso il giardino, c'era Draco.
Stava fumando insieme a Pansy Parkinson.
Non richiesta, una stretta allo stomaco le mozzò il fiato.
Ricordò improvvisamente la loro vicinanza al festino; li aveva visti parlare in modo intimo, confidenziale.
Hermione cercò di scacciare subito il pensiero che tra i due potesse esserci qualcosa, ma non ci riuscì. Draco le aveva dimostrato di tenere a lei, sì... ma cosa ne sapeva lei, in fondo, della sua vita a Serpeverde? Cosa ne sapeva degli amici di Draco, dei loro rapporti?
In quel momento non stavano facendo niente di strano; si distanziavano di almeno un metro, parlando di chissà cosa. Ma Hermione si infastidì lo stesso.
Mordendosi le labbra, fece per andarsene, ma un urlo agghiacciante risuonò nella Sala Grande.
Hermione si voltò.
In fondo, al tavolo di Corvonero, Terry Steeval era appena stato colpito in pieno da un Orcovolante.
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The Theatre
FanfictionQuesta storia è di proprietà di Lylasly, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=590384&i=1 Draco/Hermione Ginny lasciò cadere il discorso...