14. Wicked games

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Non è una linea sottile quella tra amore e odio... al contrario!

E' una grande muraglia cinese con sentinelle armate ogni sette metri!

Dr. House

« Senti, l'Incantesimo di Scambio non era stato inventato nel 1365? »
« Nel 1816, Lavanda ».
« E perché la McGranitt mi ha segnalato l'errore sulla quarta legge dell'evocazione degli elementi? »
« Perché l'hai confusa con la settima ».
« Ah, c'è qualche differenza? Non l'avevo mai notato! » considerò con una risatina.
Le palpebre di Hermione si abbassarono ad invocare pazienza.
Soltanto la molesta presenza di Lavanda si dimostrava capace di rendere la biblioteca un posto infernale come pochi – e ciò era in gran parte dovuto al fatto che dovunque la civetta si trovasse, il luogo in questione finiva misteriosamente spopolato nel giro di qualche minuto. Il loro tavolo sembrava infetto da una malattia paurosamente contagiosa. Gruppi interi di studenti infastiditi si erano spostati a ridosso delle pareti, lasciandole isolate nel bel mezzo di una libreria inframmezzata dai ripetuti squittii di Lavanda.
La penna di Hermione continuò a scorrere ferocemente sul tema di Incantesimi. Dal momento che Calì era ancora malata e Ginny aveva lezione di Cura delle Creature Magiche, Lavanda, pur di non stare da sola, le si era prontamente attaccata. Non che quest'ultima si fosse subito arresa alla condanna; aveva passato più o meno un quarto d'ora a tentare di ficcarle in testa che non le avrebbe assolutamente rivolto la parola per tutto il tempo, ma Lavanda non si era nemmeno lontanamente scoraggiata.
Fino a pochi minuti prima si era svagata distraendosi in quelli che Hermione giudicava i modi più rumorosi e fastidiosi che la mente umana potesse concepire; canticchiare canzoni stonate, tagliuzzare la pergamena, ridere rumorosamente al passaggio dei giocatori di Quidditch e passarsi lo smalto, soffocando in breve l'altra con quel forte odoraccio, erano stati i suoi passatempi preferiti prima che Hermione, con i nervi a fior di pelle, le avesse sbottato di fare qualcosa di intellettualmente produttivo. E così Lavanda, scocciata, aveva deciso di ricontrollare svogliatamente gli errori del proprio tema di Trasfigurazione.
Si era beccata una D e per un tremendo, terrificante momento ne era stata addirittura deliziata, in quanto la lettera era un chiaro rimando all'iniziale del nome di battesimo di Malfoy. Pur di farla tacere Hermione le aveva fatto cadere addosso la boccetta d'inchiostro, e Lavanda, ripulendosi maldestramente la divisa, era stata costretta a zittirsi.
Almeno per i cinque minuti seguenti.
« Certo che quella megera è stata davvero crudele a darmi un voto così basso. » Piagnucolò Lavanda in quel momento. « Non me lo meritavo ».
« Sì, invece. » Frecciò Hermione, continuando a scrivere. « Hai praticamente consegnato in bianco ».
« No, non proprio! Qualcosa ho scritto! » Lavanda le sventolò il compito davanti. « E Calì, che ha fatto ancora meno di me, si è beccata una A. Non capisco come sia possibile ».
« Forse ha avuto maggior pietà per i nervi della professoressa McGranitt? »
« E... e con questo cosa intendi dire? » Lavanda guardò Hermione imbronciata. « Oh, fai sempre così la saputella. Non sei per niente educata con le persone ».
Incrociò le braccia e si volse dall'altra parte, immusonita. Hermione rimase a fissare la sua chioma biondo scuro con lo sguardo di chi contempla l'evolversi di un miracolo; non poteva credere di averla finalmente zittita. Ebbe appena il tempo di godersi quei pochi secondi di silenzio, però, che Ginny varcò in quel momento la soglia della biblioteca.
Sorrideva in modo alquanto minaccioso, di quella malizia che Hermione aveva ormai imparato ad associare a una disgrazia imminente, e stringeva qualcosa nel pugno chiuso.
« Ciao. » Salutò, scaraventandosi trafelata sulla sedia vicina a quella di Hermione. « Non ci crederai, ma ho la soluzione giusta per te ».
Aprì il palmo e la Grifondoro, perplessa, si scontrò con una fiala dal vetro color cielo densa di liquido dorato.
« E cosa sarebbe? » domandò Hermione sospettosa, mentre Lavanda si avvicinava incuriosita.
Ginny continuava a sorridere soddisfatta. « Mi sono ricordata di averla giusto un momento fa, mentre tornavo verso il castello. Proviene dai Tiri Vispi, sai, Fred e George mi hanno regalato uno scatolone pieno di prodotti per il mio compleanno, ma questa non ho mai avuto bisogno di usarla. Penso che faccia al caso tuo ».
La stappò in un sol gesto, tenendola in equilibrio di fronte a sé, e riprese: « Non ha ancora un nome, perché uscirà in commercio soltanto tra qualche mese, ma forse può essere considerata una specie di sottocategoria dell'Amortentia. Fred mi ha detto di fare attenzione con le dosi, chiunque potrebbe finire nei guai se esagera con questa roba... ma l'idea è divertente; ne fai bere una goccia a qualcuno, e questo, quando dormirà, ti sognerà in vesti più sensuali del solito. E' una sorta di mondo parallelo in cui si può essere liberi di sperimentare senza che ciò abbia riscontri nella realtà. Dovrebbe essere adatto a risvegliare la passione in una coppia, o a farla nascere, nel caso in cui non ci sia » aggiunse ironica, ma Hermione, cogliendo l'allusione, si incupì.
« Intendi dire... che dovrei farla bere a Ron? » domandò scettica.
L'altra annuì allegramente. « Sì, ma non tutta. Una goccia è sufficiente per il sogno di una sola notte. Devi soffiarci dentro, in modo da diventare il soggetto della pozione ».
La Weasley portò subito la fiaschetta sotto al naso di Hermione; questa, innervosita, cercò a fatica di ritrarsi. « Ginny! » sbuffò.
Improvvisamente, il liquido della fiala si illuminò come colpita da un inaspettato fascio di sole. Hermione gelò; gli occhi di Ginny erano vivi di soddisfazione.
« Oh, a quanto pare è bastato. » La ritappò, porgendola all'amica. « Con questa, Ron non potrà più rimanere impassibile ».
Rimase lì con la mano tesa, senza forse accorgersi che Hermione appariva meno entusiasta che mai. Fissava la fiaschetta con lo stesso sdegno che aveva mostrato il giorno prima nei confronti dei tacchi nuovi di Lavanda, e tanto per quadrare la sua aria contrariata, scosse vigorosamente la testa.
« No. » Disse decisa. « Non ingannerò Ron ».
Ginny si fece sorpresa, la fiaschetta ancora a mezz'aria. « No... non sarà un imbroglio! Semplicemente, Ron ti vedrà nei suoi sogni in modo più... »
« Sensuale, ho capito. » Completò Hermione freddamente. « Ma non sarei io. Io non sono sensuale, né provocante. Ron rimarrebbe affascinato da una persona che non mi rispecchia affatto. Non cambierebbe assolutamente niente. » Tacque per un momento, meditabonda. « Te l'ho già detto, Ginny; proverò a parlare con lui senza ricorrere a nessun tipo di stregoneria. Una sana conversazione sarà più utile di un sogno erotico » soggiunse, con un'occhiataccia alla fialetta che Ginny chiuse proprio in quel momento nel palmo.
Rimasero per un attimo a fissarsi. La giovane Weasley sembrava un po' delusa, ma rimise la pozione nella tasca dell'uniforme con un sorrisetto. « D'accordo. Non volevo offenderti, comunque ».
« Non mi sono affatto offesa. » Replicò Hermione velocemente, perdendo un po' della sua irritazione. « Ma preferisco che le cose tra me e Ron siano... spontanee, senza forzature. Gli parlerò più tardi ».
Sorrise a Ginny e riprese a scrivere, sentendo Lavanda che domandava qualcosa in più su quella pozione. Hermione in verità non era mai stata più grata dei pensieri che in quel momento le infuriavano la mente, distogliendola da quella conversazione; e ben presto anche il tema si dissolse di fronte ai suoi occhi, portando la penna a tracciare parole vaghe e senza apparente significato.
Si vide in abiti seducenti, in un sogno lontano e blindato agli occhi di chiunque altro.
Immaginò Ron che la guardava a bocca aperta, estasiato e ammirato, contemplandola come mai aveva fatto in precedenza.
La Grifondoro arrossì istintivamente, sentendosi di nuovo infastidita per un motivo che ancora non riusciva a comprendere. Lei, Hermione, non avrebbe mai raggiunto un risultato del genere. Non era come le altre ragazze, come Ginny; flirtare non le veniva spontaneo e i contatti con l'altro sesso apparivano sempre misurati, controllati.
Perfino con Ron non si era mai spinta oltre una determinata soglia – e del resto, nemmeno lui aveva tentato di trascinarla un poco più vicina a sé, sottostando passivamente alle sue richieste di procedere con lentezza. Che fosse stata Hermione a creare i loro problemi di coppia? A volte si sentiva impazzire; il sesso era sempre stato l'ultimo dei suoi pensieri, e adesso, complici le parole di Ginny e quel remoto senso di vuoto che si inoltrava dentro di lei giorno dopo giorno, era divenuto a dir poco il suo punto fisso.
Si soffermava sull'indifferenza di Ron, sull'estate passata alla Tana, sulla loro relazione seria e stabile.
Un rapporto su cui mai, in precedenza, aveva avuto così tanti dubbi.
Hermione sbatté le palpebre. La punta della penna si sollevò dalla pergamena; rimase a fissare la carta per un istante, perplessa. Poi sfoderò la bacchetta e, mestamente, cominciò ad aspirare l'inchiostro ancora fresco.

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