I only want the truth,
so tonight we drink to youthLove hurts, Incubus
« Ridimmelo, Blaise. Perché proprio noi? »
« Beh, tu perché ultimamente sei diventato sentimentale ».
« Chi te lo ha detto? » reagì Draco oltraggiato.
Pansy, poco distante, arrossì leggermente. « Io non c'entro niente ».
« E Theo » proseguì Blaise in tono pratico, « perché è un ottimo supporto morale ».
Theodore aveva aggrottato la fronte. « Se dovesse arrabbiarsi, posso offrirgli un goccio di Firewhisky? »
« Ecco, appunto ».
Draco sbuffò sonoramente in risposta.
Era incredibile. Gli dei non sembravano voler smettere di torturarlo. Okay, va bene, lui non era proprio una brava persona.
Non era innocente, non era gentile, e aveva anche un senso del sadismo davvero niente male.
Eppure Draco non poteva fare a meno di pensare che per quella giornata, davvero, la sua sfiga fosse già stata troppa. Bastava già quel dannato risucchio a fargli rodere le viscere ogni singolo istante; era proprio necessario arrivare anche a questo?
Se lo domandò, disperato, mentre si voltava da una parte all'altra con aria indiscutibilmente torva.
Più si ritrovava a desiderare che quella giornata maledetta finisse il prima possibile, più scemenze arrivavano per allungarla.
« Salazar, e se decidesse di uccidermi? » sbottò, artigliando la manica dell'uniforme di Blaise.
Pansy lo guardò divertita. « Perché mai dovrebbe deciderlo? »
« Perché sono vivo e bello da mozzare il fiato. L'invidia potrebbe fargli perdere la ragione » rispose Draco ragionevole.
Pansy smise all'istante di sorridere. Era a metà tra l'esasperato e l'incredulo. « Ma senti, per curiosità... quando dici queste cose, fai sul serio? »
« No, » sogghignò Draco, « però mi piacciono le facce scandalizzate della gente ».
« Okay, adesso potete muovervi? » Blaise si frappose tra di loro. « Qua sotto non si respira più ».
Draco, rabbuiandosi, si volse verso l'intera Casa di Serpeverde stipata sulle scale dirette ai dormitori - tutti evitavano con cura il suo sguardo. L'aria era soffocante, e tutti scoppiavano dal caldo.
Non poteva credere che toccasse davvero a lui una cosa del genere.
Theo, intanto, si era alzato in punta di piedi per osservare la piccola folla. « Dov'è andata Daphne? Doveva darmi il bacio d'addio ».
« Te lo do io, fa lo stesso? » Lo strattonò Draco, deciso a darsi una mossa. « Concentrati sui miei capelli biondi ».
Theodore fissò Draco come valutando seriamente la possibilità. « Scusa, ma i suoi capelli sono biondo miele. I tuoi sono biondo platino. Non per offenderti, ma non è la stessa cosa ».
Draco arricciò il naso. « Theo, mi stai rifiutando? »
« Decerebrati, volete darvi una mossa? » Pansy li spintonò verso gli scalini. « E mi raccomando, non siate troppo fifoni ».
« Ci comporteremo da veri Grifondoro » sogghignò Draco con una smorfia, e lanciando un'ultima occhiata a quella massa di ingrati che scommettevano sulla sua testa, si fece avanti insieme a Theodore.
Si ritrovarono praticamente subito alla fine della scalinata; entrambi si arrestarono con un sussulto.
Draco aveva il fiato mozzato in gola, Theodore gli occhi sgranati.
Tutto, adesso, era fastidiosamente silenzioso. E terrificante, soprattutto. Ancora una volta Draco si trovò a maledire la propria vita ingiusta. Davvero, come aveva fatto a meritarsi questo?
« Ci avviciniamo? » propose Theo a mezza bocca, senza quasi muovere le labbra.
Draco non distolse nemmeno per un attimo gli occhi dal divano. Annuì impercettibilmente.
Qui giace Draco Malfoy.
Era proprio destino, che quel giorno qualcosa di sventurato dovesse capitargli.
D'accordo, morire nella propria sala comune non era eroico e denso di pathos come una bella caduta dalla torre più alta. Però lì c'era sempre il fantasma assassino, no? Qualcosa doveva pur valere. Si poteva pur combinare qualche dettaglio. Farsi inseguire drammaticamente per tutta la scuola, con tanto di urla strazianti e ferite incurabili, e poi ecco arrivare alla torre e alla caduta epocale nel vuoto. Draco si immaginò la scena con mille brividi che gli scorrevano lungo la colonna vertebrale. Ehi, poteva funzionare.
A passi silenziosi, intanto, Theo si era diretto prudentemente verso il loro futuro omicida. Draco rimase codardamente un passo indietro. Era sempre meglio morire per ultimi. Soprattutto se il killer era così mostruosamente agghiacciante. Davvero, erano sette anni che lo vedeva girare per la scuola, ma mai come in quel momento Draco notò ogni centimetro del suo orrore.
Le grosse macchie di sangue, gli abiti laceri e strappati, gli occhi vuoti, i capelli annodati in ciocche stoppose sulle spalle ossute.
Era sempre stato un po' inquietante, il Barone Sanguinario, ma vederlo lì seduto in solitudine, nella perfetta calma della sala comune, immobile quanto poteva esserlo lo stesso divano su cui si poggiava, era qualcosa di sinceramente preoccupante. Era così spaventoso che non potevi guardarlo senza provare l'impulso di vomitare.
Vederlo non poteva non far ammettere a Draco, almeno a se stesso, che Silente aveva già praticamente vinto.
Il Preside e il corpo insegnanti, dopo l'ultimo festino clandestino, avevano malignamente ideato un metodo grazie al quale sarebbe stato impossibile, in futuro, sfruttare le sale comuni come piste da ballo: farle sorvegliare dai fantasmi che le rappresentavano.
A loro, ovviamente, era capitato il peggiore. Poteva forse essere altrimenti?
Draco si tenne bene a distanza, allarmato, mentre Theo prendeva a sorridere e si offriva liberamente in pasto al nemico.
« Buonasera. » Esclamò, fermandosi nervosamente a qualche passo dal divano. « Uhm... mi piace, sa, il suo pallore opalescente ».
Il Barone Sanguinario non fece il benché minimo movimento. Non si capiva neppure dove guardasse esattamente, tanto gli occhi erano chiari e indefiniti. Draco deglutì; Theo era impotente.
« Davvero... soprattutto qui, di fronte al camino, illuminato da dietro... tutto verdognolo come un cadavere... cioè, non volevo proprio dire... ma sa cosa intendo, insomma, lei è morto, non si offende, no? Verde cadaverico, quindi, che è un bel colore alla fine, molto sottovalutato a parer mio, la gente non si rende conto... specie quando è traslucido in quel modo, bello lucente... »
Draco era esterrefatto. « Theo ».
« E'... è che non so cosa dire, mi terrorizza. » Squittì, guardando il compagno; poi si volse verso il Barone e sorrise forzato. « In senso positivo, eh! »
Ma per quanto il fantasma gli dava attenzione, Theo avrebbe anche potuto rivolgersi a un lampadario. Draco sbuffò, prendendo ad avvicinarsi; finché il Barone se ne stava lì immobile, era stupido averne paura.
« Ma non capisci? » Sbottò, guardando Theo. « L'adulazione non può funzionare. E' un fantasma del cazzo che gocciola sangue. Fa schifo. E lo sa anche lui ».
L'altro sgranò gli occhi, atterrito. « Abbassa la voce, potrebbe offendersi! »
« Non devi dedicarti a quello che c'è fuori... ma a quello che c'è dentro » rivelò Draco con enfasi.
Theodore esitò. Non sembrava sicuro più di niente. « Dentro? » balbettò.
« Dentro » annuì Draco solenne.
« I-interiormente, dici? » Theo guardò attentamente il Barone. « Ma non vedi che è trasparente? »
Rimasero entrambi a fissare il fantasma. Draco annuì consapevole.
« Beh... anche i sentimenti lo sono ».
« Scusa, stai davvero parlando di sentimenti? » domandò Theodore confuso, con una smorfia scioccata.
Draco si sentì sprofondare. I nervi gli bruciarono. « Oh, merda, sì. Abbi pietà. Oggi non è giornata ».
Theo sembrò comprensivo. « Ma non sarai sempre così, vero? »
« No, certo che no. » Tagliò corto Draco. « Devo solo arrivare vivo fino a domani ».
« Cosa diavolo vuol dire? »
« Chiedilo a Pansy. Adesso, però, dobbiamo dedicarci a questo coso ».
Theo si strinse nelle spalle. « Come vuoi ».
Draco si lasciò sfuggire un sospiro sconsolato. Fissò il Barone Sanguinario. Era esattamente come avere a che fare con un altro se stesso. Qualcuno che doveva essere capito. C'era stata un'inversione di ruoli a sua insaputa? Draco non si capacitava più di niente.
« Dobbiamo, ehm... essere sensibili e comprensivi. » Disse velocemente. Poi gemette, sgomento. « Dio, perché non può aiutarci Pansy? »
Ma Theo non sembrava affatto pessimista. « Ah, okay, io sono molto, molto sensibile. » Sorrise e, in uno slancio di pura audacia, si sedette accanto al Barone Sanguinario. Lo guardò con aria confidenziale. « Allora, come le va la vita? Ah, ehm, cioè, io non volevo... »
« Quello che lui intendeva, » aggiunse Draco secco, « è... c'è un motivo specifico, per cui la sua faccia è così disgustosamente orrenda? »
Cadde il silenzio. Theodore assottigliò le palpebre. « Mi fai sentire così premuroso e delicato, Draco ».
« Sì, io servo a questo, a far sentire migliori quelli che mi circondano ».
Rimasero a fissare il Barone. Questo era perfettamente immobile, cereo come una statua. Theodore osservava il suo profilo con grande concentrazione.
« Credo che si sia un po' offeso. » Decretò pensieroso. « Cioè, la bocca... guardagli la bocca... sta ringhiando, vero? »
Draco si avvicinò di un altro passo. Arricciò di nuovo il naso. « Forse si sente sconvolto da tanto interesse nei suoi confronti ».
« Può essere. Però davvero, dai... se ci pensi, cos'è che lo turba così tanto? »
Questa era facile. Draco prese all'istante un'aria altezzosa. « Andiamo, basta guardarlo. Occhi spiritati, espressione sofferente, sangue, abiti laceri, ferite profonde... »
« Cioè? »
« Una donna ».
Con loro grande sorpresa, il Barone mosse piano la testa. « Ggghr ».
Draco lo guardò felice. « Bingo! »
« Avrei dovuto immaginarlo. » Rifletté Theo meditabondo. « Ha i miei stessi sintomi ».
Draco sogghignò soddisfatto. Adesso, nei confronti del suo spietato killer, si sentiva piuttosto comprensivo. « Siamo sulla stessa barca, amico. Voglio dire... beh, a te è andata un po' peggio a quanto vedo... »
« Dici che la sua donna lo ha ucciso? » domandò Theo atterrito.
Draco scosse la testa. « No, è troppo sporco di sangue. Le donne fanno queste cose in modo un po' più pulito ».
« Giusto. » Theodore annuì. « Quindi, ehm... battaglia sanguinolenta con un rivale? E... hai perso » aggiunse, rivolgendosi al Barone.
Questo rimase in religioso silenzio.
« Nah, altrimenti si sarebbe nascosto da qualche parte per la vergogna » decretò Draco.
« Quindi come diavolo è morto? Cioè, scusa... » si corresse Theo con un sorriso angelico, « in quale modo sei passato all'aldilà? »
« Di sicuro c'entra la donna ».
« Ma solo un uomo può uccidere in modo così brutale » ribatté Theo convinto.
Draco lo guardò esasperato, come rivolgendosi a un ritardato mentale. « Forse è stato fatto per la donna, no? »
« Ma se lo ha ucciso un uomo, e non era il rivale... »
« Si è ucciso da solo ».
« Ggghr ».
Draco e Theodore rimasero stupiti. Quest'ultimo era raggiante. « Doppio bingo! »
Guardò Draco, che invece era sinceramente scombussolato. « Oh, Salazar. Ma si può fare una cosa più stupida? »
« Forse aveva dei buoni motivi » rispose Theo comprensivo.
Draco ghignò all'indirizzo del Barone. « E quali? Lei non ti amava, per caso? Ti sembra forse un buon movente? E' assurdo ».
Il Barone si limitò ad assumere un'aria depressa.
Theo ancora lo osservava attentamente. « Mi sa che non ha ucciso solo una volta ».
Entrambi rimirarono le ferite incise sulla pelle opalina del fantasma. Draco sentiva la mente lavorare veloce. « No, aspetta... hai ucciso la donna? »
Non poteva crederci. Il Barone, intanto, sembrò ancora più triste.
« Ti sei suicidato per aver ucciso la donna? » Insistette Draco scandalizzato. « No ma... dimmi che non fai sul serio ».
« C'è anche chi la troverebbe una cosa romantica » Theo si strinse nelle spalle.
Draco lo fissò sarcastico. « Certo, allora domani ucciderò la Granger e poi mi butterò dalla Torre di Astronomia per farla finita. Una cosa dolcissima ».
« E' utile, invece. Se lei volesse ucciderti per vendicarsi di essere stata uccisa, saresti già morto ».
Draco esitò. « Ehi, non hai mica tutti i torti ».
« E potresti continuare a frequentarci sotto forma di fantasma ».
« Sì, beh, oddio... basta, non parliamone più. » tagliò corto Draco, massaggiandosi la tempia. « L'idea comincia a piacermi troppo ».
Theodore sogghignò. « Anche perché per come stanno le cose, dovrebbe essere lei ad uccidere te ».
Quelle parole lo turbarono molto. « Già, ma non si suiciderebbe mica. Ballerebbe sulla mia tomba fino a consumarla ».
« Non avrebbe tutti i torti ».
Cadde il silenzio. Per un riflesso incondizionato, Draco sollevò di nuovo il polso. Guardò l'orologio.
« Merda, sono passate dodici ore. Sto impazzendo » sbuffò.
Theodore era incuriosito. « Cioè? »
« Credo di aver fatto una cazzata ».
Rimase a fissare Theodore con aria abbattuta. Salazar, era la prima volta che lo ammetteva davvero. Che diceva ad alta voce quello che per tutto il giorno si era ripetuto dentro la testa. Fanculo a qualsiasi scrupolo. Lui era a pezzi. E il mondo si era rovesciato.
« Beh... » la voce di Theo era delicata, « vuoi chiederle scusa? »
Draco fece un cenno secco con la testa. « No. No, io devo resistere ».
Lasciò cadere lo sguardo sul Barone. Aveva l'aria di sentirsi un po' escluso.
« Ah, già, scusa. » Disse Draco, e si mise seduto dall'altro suo lato. « Il fatto è che ho lasciato la mia ragazza stamattina. Perché? Beh... perché dovevo pensare. Solo che io non sono mai stato bravo a pensare. Più che altro pensavo soltanto quando c'era lei accanto. Mi facevo una marea di complessi. Il cervello mi scoppiava. Ma da stamattina, da quando l'ho lasciata, io... cazzo, vuoto totale, deserto, landa sperduta, e questo maledetto risucchio mi perseguita ».
Il Barone emise un basso sibilo. Theo stiracchiò le labbra. « Secondo me sbagli. Non c'è niente di male a scusarsi, sai... con le donne devi farlo di continuo, anche se non è colpa tua. Sennò non vai avanti. E poi dai, mica vuoi finire come lui? » aggiunse, indicando il loro potenziale assassino.
Draco ci rifletté. « Non lo so. Però... Theo, ultimamente sei fottutamente sensato ».
« Grazie ».
Si sentì stranamente positivo. Draco guardò il Barone. « Lo hai sentito? Non vale la pena. Dov'è lei? Qui nel castello? »
Il Barone sollevò appena le sopracciglia.
« Devi andare a chiederle scusa. In fondo sono cose che capitano, avevi uno spadone in mano e... ehm... » esitò Draco.
« Sì, certe cose non si possono mica prevedere, non è colpa tua. Le donne sanno essere irritanti » proseguì Theo ragionevolmente.
« Lei forse farà l'offesa, ma devi insistere. Il trucco è questo: perseveranza ».
« E' vero, e anche qualche dichiarazione romantica, parole dette col cuore... »
« Senza fare la femminuccia, però. » Ribadì Draco fermo. « Devi essere gentile ma non sottomesso, pentito ma non disperato, romantico ma non sdolcinato ».
« Ben detto » approvò Theo solennemente.
Il Barone sibilava piano. Si sollevò improvvisamente dal divano; senza dire alcunché, scivolò dolcemente verso l'uscita.
Theo scagliò i pugni in aria. « Facciamo il tifo per te! Avanti, avanti! E ricorda, vogliamo le mutandine come pro... »
« Non può portarci la prova, Theo, sono fantasmi. » Sibilò Draco. « Non demoralizziamolo ».
« Giusto. » Disse Theo rammaricato. Poi si guardò intorno e notò la sala comune libera. « Ehi, per Bacco... ce l'abbiamo fatta! »
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The Theatre
FanficQuesta storia è di proprietà di Lylasly, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=590384&i=1 Draco/Hermione Ginny lasciò cadere il discorso...