48. Days are forgotten

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Living is easy with eyes closed
misunderstanding all you see
it's getting hard to be someone but it all works out
it doesn't matter much to me

Strawberry Fields Forever, Beatles

Weasley,
bando ai convenevoli, questa è una lettera minatoria. E no, con questa ammissione non potrai incastrarmi; ho pensato a tutto. Questa missiva può essere letta da te, e da te soltanto. Ma se non mi credi, falla vedere pure a qualcun altro e scopri cosa succede; mi farò sicuramente due risate.
Questa introduzione doveva renderti in grado di distinguere chi, tra me e te, è senza ombra di dubbio l'entità superiore. (Ovviamente io)
So che starai già pensando di appallottolare questa lettera e di ignorarmi. Bene, sei libera di fare ciò che vuoi. Sei liberissima di fare finta di niente, prendere il tuo diario segreto dalla borsa scolastica e scriverci di quanto io sia disperato a rivolgermi, fra tutti quanti, proprio a te.
Ah, già... che sbadato. Non puoi.
Il tuo diario segreto, ochetta giuliva, è nelle mie mani in questo momento. (A questo proposito, mi sento in dovere di fare qualche precisazione: tuo fratello non è solo un idiota, ma un emerito idiota; Blaise purtroppo non ti ha mai tradita, anche se ho continuato a sperarci fino alla fine; che lo Sfregiato fosse gay non era una novità - ma quello che io mi chiedo è: lo era anche prima di stare con te?; sì è vero, sono stato uno stronzo colossale con la Granger, ma lasciaci risolvere i nostri guai da soli, ti va, testolina bacata?; spero che lei non abbia davvero pianto così tanto come hai scritto; e cavoli quanto hai scritto, Weasley, ma una vita tua non ce l'hai?)
Adesso ho sicuramente la tua più viva attenzione.
Ecco cosa succederà se non mi accontenterai (e ti informo che nessuno ha mai osato deludermi, perciò a tuo rischio e pericolo). Tornando al tuo adorabile diario segreto, sono sicuro ricorderai le amorevoli sentenze sputate, da te, su più o meno tutti i compagnucci Grifondoro che frequenti abitualmente. (A volte, giuro, sembravi leggermi nel pensiero. Ma quel vecchio Cappello Parlante ti ha messa nella Casa giusta, Weasley? In ogni caso, sono contento che abbia sbagliato; di sicuro, se tu fossi stata assegnata a Serpeverde, mi sarei trasferito a Durmstrang per principio.) E sono sicuro ricorderai anche quell'utilissimo incantesimo che produce una copia esatta di qualsiasi oggetto.
Immagina da sola, Weasley. Sì, esatto. Sono malvagio.
Anzi, forse non proprio, perché tutto questo, incredibilmente, può essere evitato.
Svelami il contro-incantesimo di quella fattura che mi hai scagliato ieri sera, e nessuno si farà male.
E se deciderai che non ti importa niente di tutto questo, delle copie del tuo diario in giro per tutta la scuola, che sei soddisfatta così, alla faccia mia, tanto da riderne con le amiche mentre giocherelli con la tua Puffola Pigmea... ah, già! Oggi sono davvero distratto.
Anche la tua Puffola Pigmea è nelle mie mani.
Ripeto: svelami il contro-incantesimo, e non verrà torto nessun pelo color fucsia.
Aspetto impazientemente la tua risposta positiva.
Mi trovi ricoverato in infermeria al terzo piano.

D. Malfoy

Ps: se ancora non ti ho convinta, ti offro anche 5 galeoni.

« Oh, accidenti... Arnold! »
« Come? »
« Eh? Niente... niente... lascia stare » gemette Ginny, ripiegando in tutta fretta una lettera e ficcandola in fondo alla borsa.
Hermione, con un sopracciglio inarcato, avvicinò la tazza di caffè alle labbra. Dal momento che sedeva di fronte a Ginny, non aveva avuto possibilità di vedere chi fosse stato a spedirgliela, anche se il rossore furioso sul volto dell'amica l'aveva fatta incuriosire. Che Blaise Zabini la stesse corteggiando, magari cercando di recuperare? O che si trattasse di qualcun altro? Osservò Ginny ribollire come una pentola mentre, improvvisamente guardinga, mollava la sua fetta di pane tostato come se avesse lo stomaco chiuso.
« Tutto bene? » ritentò Hermione.
Ginny quasi sussultò; sembrava persa nei suoi pensieri. « Oh, sì... io... » annaspò, evitando il suo sguardo, « è solo che... mi sono ricordata di un test... Divinazione... » rovistò nella borsa scolastica, frenetica, portandosi impaziente i capelli dietro le orecchie, « è tra mezz'ora... vado a ripassare, d'accordo? »
Si alzò di botto, ficcandosi la borsa in spalla, e quasi inciampò alzandosi dalla panca. Hermione era a dir poco allibita. « Ma non hai nemmeno fatto colazione! »
Ginny minimizzò con una sventolata di mano. « Non ho fame! Devo andare, scusa... ci vediamo dopo! » e sorridendo a tutto denti, corse fuori dalla Sala Grande.
Hermione rimase lì incredula. Ma che le stava prendendo?
Non era da Ginny comportarsi in modo così indecifrabile. Probabilmente la più piccola dei Weasley era la persona meno misteriosa di tutta Hogwarts. E soprattutto, si rese conto Hermione, non era da lei non confidarsi su ciò che le passava per la testa.
« Oh, è così evidente, non è vero Lav? » chiocciò Calì, che aveva seguito la scena con pettegolo interesse. « Si sta vedendo con qualcuno ».
Lavanda, a suo fianco, si soffocò con il latte. « Di già? » annaspò, sconvolta. « Ma... quante ore saranno passate da quando ha chiuso con Zabini? »
« Con tutta probabilità » intervenne Hermione, decisa a difendere la reputazione dell'amica, « le cose con Zabini non sono ancora del tutto finite, no? »
In risposta, Calì la guardò incredula. « Ah, davvero? E con chi si starebbe vedendo, se Zabini è al tavolo di Serpeverde a fare colazione? »
Hermione incassò con sorpresa. Lei, ovviamente, non poteva saperlo, dal momento che si era seduta proprio facendo in modo di dare le spalle alla schiera verde-argento. L'idea di dover vedere i suoi appartenenti, uno in particolare, era stata così tremenda da aver preso seriamente in considerazione, prima di scendere, di saltare il pasto.
Ma non sarebbe andata così, si era detta fermamente. Lei non avrebbe evitato niente e nessuno in onore di ciò che, ormai, era stato. Non avrebbe evitato la Sala Grande, e nemmeno quelle lezioni che avrebbe dovuto condividere con i Serpeverde. Non avrebbe evitato lui, né i suoi amici, né i suoi compagni. Avrebbe vissuto la sua vita normalmente, come aveva fatto prima di conoscerlo. Prima del ricatto, della recita scolastica. Prima dell'attrazione, delle troppe parole, dei troppi baci, dei troppi momenti.

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