56. Highway to Hell

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How the hell'd we wind up like this
and why weren't we able
to see the signs that we missed
and try to turn the tables

Nickelback, Someday

Erano ufficialmente cominciate le vacanze natalizie.
Quella mattina di fine dicembre, come tutti gli anni, la sala comune di Grifondoro versava in un caotico fermento.
Voci studentesche, alte ed eccitate, si levavano fin dalle sette del mattino – posti stranieri che avrebbero visitato, le dormite a mezzogiorno inoltrato che si sarebbero concessi, e poi sospiri sollevati al pensiero di staccare la spina, almeno per un po', dalla scuola e dai compiti – ed enormi e pesanti valigie affollavano il grande spazio circolare permettendo a stento di potersi muovere.
Erano pochi gli studenti che sarebbero rimasti a Hogwarts per le vacanze di Natale, ed ovviamente questi poltrivano ancora comodamente nei loro letti; quanto a tutti gli altri, si erano alzati di buon'ora con l'intenzione di togliere le tende il prima possibile.
Hermione Granger scese le scale del dormitorio femminile proprio in quel momento, bardata di mantello pesante, guanti e sciarpa, facendo Levitare il baule di fronte a sé. Lo lasciò atterrare con un tonfo su un tappeto della sala comune e si diresse verso Ginny.
L'aveva individuata subito, appoggiata ad un tavolo con un cappellino di lana in testa e l'aria più depressa di sempre.
« Buongiorno! » sorrise Hermione. « Sono in ritardo? »
Ginny scosse appena la testa. « Ma no, figurati. Mancano ancora dieci minuti, e devo aspettare Ron » aggiunse innervosita.
Hermione studiò con un sorrisetto la faccia dell'amica. « Ma non dovresti essere felice? » le disse incoraggiante. « Insomma, avremo due settimane per rilassarci un po'... »
« Rilassarci? » Ginny ripeté quella parola come se non facesse parte del suo vocabolario. « Devo dedurre quindi che stamattina dormivi ancora e non hai sentito... »
« Sentito cosa? »
L'espressione di Ginny divenne più lugubre che mai – forse la più triste che Hermione le avesse mai visto stampata sulla faccia. E Ginny di rado era giù di morale, quindi la questione doveva essere seria. Questa, infatti, parve prendere coraggio per sputare fuori ciò che la contrariava così tanto.
« Lavanda. » sputò in un soffio, tenendo la voce bassa. « Non puoi capire cosa ha osato dire con me presente. Forse pensava che non la sentissi... o forse era troppo emozionata per accorgersi di me. Fatto sta che le cose con Ron-Ron cominciano ad andare bene, e... »
« E? » la esortò Hermione.
Ginny fece una smorfia di ribrezzo. « Ha detto che le piacerebbe moltissimo fare una sorpresa a Ron alla Tana durante le vacanze! »
Era così scioccata, così oltraggiata che Hermione non poté fare a meno di ridere. « Oh, andiamo! Di sicuro non si spingerà a tanto ».
« Tu credi? Hermione, non posso avere quell'oca in casa mia. Potrebbe fare concorrenza a quelle che starnazzano nel nostro stagno ».
« Bè, tu ignorala, no? » disse l'altra con semplicità. « Come stai facendo più o meno da... un mese, forse? »
Ginny, in risposta, grugnì sconsolata. Poi guardò Hermione con aria un po' triste. « Se solo ci fossi anche tu... »
« Te l'ho detto, » ribadì Hermione decisa, « passerò almeno una settimana a casa con i miei genitori. Dopodiché verrò alla Tana per il resto delle vacanze ».
« Sì, ma mi annoierò un sacco... oh, spero che almeno tornino Fred e George ».
Hermione si sentì un po' in colpa di fronte all'aria scontenta di Ginny, ma non poteva fare altrimenti. Per una settimana intera l'amica l'aveva tartassata esortandola a venire alla Tana fin da subito, rifiutando l'idea di dover stare sola con Ron, Harry e probabilmente anche Flebo.
Ginny non l'avrebbe mai ammesso, ma Hermione era sicura che avesse considerato l'idea di rimanere a scuola quell'anno – ma l'idea di essere totalmente sola, forse, le era sembrata molto più drammatica.
In quel momento, dal dormitorio maschile, Harry e Ron spuntarono con i bauli a carico. Quest'ultimo non fece in tempo a scendere l'ultimo gradino che Lavanda, urlante, lo travolse in un focoso abbraccio, facendogli perdere l'equilibrio. Ginny allargò appena gli occhi.
« Che ti dicevo? » commentò piatta. « Gran bel Natale che si prospetta ».
« Quindi stanno di nuovo insieme? » domandò Hermione con sincera curiosità, osservando Ron che, paonazzo, si toglieva di dosso la ragazza.
« Oh, ci siamo vicini... » considerò Ginny, « Ron non è interessato a lei, è palese, ma secondo la sua logica Lavanda è sempre meglio di niente, capisci? Forse la Parkinson gli ha dato una bella delusione d'amore... » soffocò uno sbadiglio dietro la mano, « quanto a lei, non l'ha mai dimenticato. Penso che uno come Ron sia piuttosto, beh... memorabile » aggiunse con disprezzo, ed Hermione le diede una gomitata, pur sorridendo.
Guardò l'orologio da polso e si accorse che il tempo era agli sgoccioli. Intanto, Harry si era appartato in un angolo con Colin e si salutavano; Colin aveva le guance rossissime e teneva le mani dell'altro con dolcezza.
In effetti, considerò Hermione, se anche Colin avesse imitato Lavanda ci sarebbe stata una bella confusione alla Tana quell'anno.
Poi Ron, liberatosi di Lavanda chissà come, le raggiunse con le orecchie ancora paonazze. Posò una mano sulla spalla di Hermione. « Allora, siamo pronti? »
« Ti sto aspettando da mezz'ora. » frecciò Ginny. « Ti sei dimenticato qualcosa, Ron? La foto di zia Muriel è nel baule? Sai, mamma vorrebbe appendertela in camera... »
« Sarà meglio andare! » Hermione li spinse entrambi verso l'uscita, decisa ad evitare la prima lite mattutina. « Ginny, vuoi che ti Evochi una camomilla prima? »
L'altra, per la prima volta da quando si era svegliata, sorrise.
« Soltanto se la correggi con un litro di vodka, grazie ».


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