25. Walking on a dream

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Amo quelli che desiderano l'impossibile.
Johann Wolfgang Goethe

« Cosa? Ti ha baciata?! »
« Ginny, ssst! »
Hermione Granger si pentì di essere stata tanto ottimista da pensare che, nel bel mezzo di una Sala Grande in pieno fermento mattutino, Ginny Weasley avrebbe una volta tanto avuto il buonsenso di contenere le sue rumorose esclamazioni. Scoccando occhiate allarmate tutt'intorno - un paio di Tassorosso si erano già voltati verso di lei, Neville per la sorpresa aveva rovesciato la tazza di cereali e Daphne Greengrass, che passava di lì, esibì una smorfia schifata - Hermione si volse verso Ginny con aria riprovevole. Questa arrossì appena.
« Va bene, scusami, » disse Ginny sbrigativa, abbassando la voce a un sussurro, « ma dici sul serio? Ti ha davvero baciata? Lui? »
« Non... non è stato un bacio vero! » Sbottò Hermione con impazienza, versando una dose generosa di caffè nella tazza. « Lo ha fatto soltanto per innervosire i genitori, ma ciò non toglie che sia stata una mossa terribilmente scorretta da parte sua. Lo avevo avvertito di evitare di cogliermi di sorpresa e di comportarsi da idiota... Invece, com'era prevedibile, mi ha messo in una bruttissima posizione ».
Ginny annuì. « Questo è vero. Ma ciò non toglie che ti abbia baciata quando fino a qualche settimana fa, se non sbaglio, non voleva neanche rivolgerti la parola. Secondo me gli piaci ».
Senza poterselo impedire, Hermione arrossì così tanto che a Ginny parve di essere finita inaspettatamente vicina a un camino acceso.
« Non dire idiozie. » Scosse la testa con vigore. « Non ci tengo davvero a piacere a un tipo vile e disonesto come lui. Malfoy, Ginny! Tutta questa messinscena, il suo piano per fare arrabbiare i genitori... non è altro che una copertura. In realtà è esattamente come loro; ha gli stessi principi, la stessa concezione del sangue puro e dell'albero genealogico perfettamente sano. Non si mischierebbe mai con una come me, nemmeno tra un milione di anni. Sta soltanto recitando ».
Indispettita, Hermione bevve l'ultimo sorso di caffè e si affrettò a riempire di nuovo la tazza. Si sentiva arrabbiata senza saperne il vero motivo, ed era così dal giorno prima, da quando, tornata da Malfoy Manor, si era gettata sul letto tentando di fare mente locale su ciò che era appena accaduto.
Aveva ripensato a tutto. Alle parole di Malfoy, ogni sillaba, ogni sfumatura. All'esclusione provata nell'assistere alla lite tra Draco e i suoi genitori, sentendosi un'intrusa, partecipe ad una battaglia in cui lei non aveva nulla da spartire. E poi a quei pochi minuti sul balconcino, il vento, il profumo di fiori e le sue labbra inaspettate. Hermione si era agitata soltanto a riviverne le sensazioni, e chiedersi infinite volte come Malfoy avesse osato farle una cosa del genere non portò effettivamente a nessuna risposta sensata. Tutto ciò la disorientava e la mandava in collera in un modo che non avrebbe saputo spiegare. Detestava sentirsi così - non capire in alcun modo cosa stesse succedendo, sentirsi così strana, così diversa quando stava con lui. Come trovarsi sull'orlo di un precipizio ed essere lì lì per perdere l'equilibrio, e il tempo continuava a rimanere sospeso, su di lei e su di loro, con il vento che le soffiava addosso spingendola verso l'oblio. Dritta tra le sue braccia.
« Io non ci vedo tutta questa cattiveria da parte sua. » Intervenne Ginny sovrappensiero, dopo aver sostenuto pensierosa il suo silenzio. « Cosa ti aspetti che capisca? E' pur sempre un maschio. E' come una bandiera, si gira dove lo volta il vento. Ha seguito il pensiero dei genitori per anni, è vero, ma ora sei tu che lo influenzi. Nessun altro lo controlla».
« Non si tratta di influenza, Ginny, ma di sanità mentale. » Sbottò Hermione contrariata. « Malfoy si è ammorbidito nei miei confronti soltanto per il suo piano. Se io domani confessassi il suo gioco ai suoi genitori, costringendolo di nuovo a incontrare quelle ragazze che lui detesta, tra me e lui tornerebbe tutto come prima. Ti prego di non vedere nella situazione più di quanto ci sia in realtà; io e Malfoy non siamo affatto compatibili ».
Irritata, Hermione posò la tazza con un tonfo riecheggiante. Decidendo immediatamente di cambiare argomento, le sovvenne un'altra vicenda.
« Tu e Zabini, invece? » Chiese, cercando di risuonare curiosa e non accusatoria. « Non sarete già usciti, vero? »
Lanciò un'occhiata a Ginny, che arrossì appena mentre si ficcava in bocca un croissant.
« In realtà sì. » Rispose quella con voce soffocata. « Ci siamo visti ieri, prima del mio allenamento. Abbiamo parlato un po' sugli spalti, sai. Sembra un ragazzo a posto ».
Hermione si astenne con grande sforzo dal commentare, gettando grandi cucchiaiate di zucchero nel caffè. « E, ehm... hai intenzione di vederlo ancora? »
« Bè, perché no? » Rispose Ginny accigliata. « E' vero, avevo detto che sarei stata alla larga dai ragazzi per un po' di tempo... ma lui è diverso, mi piace più degli altri. » Sorrise istintivamente. « Mi ha detto che non usciva con una ragazza da secoli, nessuna riusciva a batterlo a carte. Gli danno fastidio tutte le ragazze che gli sbavano dietro a scuola, lo mettono in imbarazzo, ma dice che con me è stato diverso, perché sono stata molto più discreta di loro nel tentare di piacergli. Poi bè, abbiamo parlato di altre cose... dei nostri amici, i nostri interessi... »
« Ti ha parlato di Malfoy? » Disse Hermione velocemente, poi si sentì arrossire sotto l'occhiata sorpresa di Ginny. « Cioè, non che mi interessi... ma mi sono sempre chiesta come si possa essere suoi amici ».
Ginny arricciò le labbra mentre prendeva un sorso di tè. « Sì, mi ha parlato anche di lui. Dice che è uno dei suoi migliori amici da molti anni, assieme a Nott, e che non potrebbe mai fare a meno di loro. Ciononostante, sai, l'amicizia tra maschi è un po' particolare. » Aggiunse Ginny subito dopo. « Si sopportano molto più facilmente, il fatto che Malfoy sia oggettivamente odioso non ha importanza per gli altri due. Ci saranno altre cose a legarli, le abitudini, gli interessi ».
« Un senso di sopportazione non indifferente » osservò Hermione, domandandosi come fosse possibile convivere assieme a Malfoy essendoci pure amico.
« Bè, anche. » Sorrise Ginny. « Sai, non vedo l'ora di uscire di nuovo con lui, domani ».
« Tu esci con Blaise Zabini? »
Raggelate, Hermione e Ginny si voltarono sulle panche. Lavanda e Calì stavano loro dietro, in piedi, quest'ultima con una brocca di succo d'arancia appena rubata dal tavolo dei Tassorosso.
Guardavano Ginny come non l'avevano mai guardata prima d'ora; ad occhi e bocche spalancate, l'indignazione ad imprimersi in ogni loro tratto, Calì macchiata di chiazze rosse di rabbia.
« Ho sentito bene? » Disse, gelida. « Tu stai uscendo con Blaise? Dopo che lui mi ha scaricata? »
La voce acuta di Calì attirò l'attenzione di gran parte del tavolo di Grifondoro. Gli studenti cominciarono a sporgersi dalle panche per non perdersi la scena.
Ginny sbatté le palpebre, ma parve decisa a tener testa alla situazione. « Lui non ti ha scaricata, Calì. » Chiarì acidamente. « Non sei soltanto stata capace di batterlo a carte ».
« Oooh, quindi ti sei fatta subito avanti tu, vero? » Strillò Calì, le labbra che tremavano, ora catalizzando su di sé l'interesse di almeno metà tavolo Tassorosso. « Nonostante tu fossi una delle poche a sapere quanto lui mi piacesse? »
« Hai avuto la mia stessa possibilità con lui, tu l'hai sprecata, io sono riuscita a cavarmela. » Ginny sembrava innervosita del fatto che così tante persone le stessero fissando. « E poi non ti piaceva realmente... volevi soltanto sfruttarlo per ottenere popolarità! »
« Già, a te quella non serve, vero? » Frecciò Calì insinuante, mentre Lavanda annuiva con vigore. « Tutti sanno quanti ragazzi ti sei ripassata in questi anni di scuola ».
E senza attendere oltre, nemmeno la replica pronta che l'altra aveva sulla punta della lingua, Calì si fece avanti e inclinò violentemente la brocca sulla testa di Ginny. Fiotti di succo d'arancia presero a scorrerle giù per i capelli, il viso e l'uniforme. Hermione ne ebbe abbastanza; alzandosi, tolse la brocca di mano a Calì.
« Adesso basta! » Gridò, imperiosa. « Cinque punti in meno a... »
Ma la sua voce si perse nel marasma che esplose mentre lei parlava. Ginny, fradicia di succo d'arancia, aveva subito scagliato una fattura a Calì: il suo viso si tempestò di brufoli orrendi e enormi. Questa, con gli occhi pieni di lacrime, si gettò fisicamente su Ginny, afferrandola per i capelli. Le due ragazze presero a darsele nel bel mezzo della Sala Grande; Hermione era orripilata, Lavanda tentava di mirare Ginny senza successo, tutti quanti si erano alzati dai tavoli e, eccitati, si stavano radunando attorno a loro per fare il tifo.
Hermione lanciò d'istinto uno sguardo alla tavola Serpeverde. Zabini era a dir poco pietrificato, e Malfoy, piegato per il troppo ridere, era appena caduto giù dalla panca.

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