26. Animal I have become

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Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.
Oscar Wilde

E così, poco a poco, Draco aveva detto tutto.
Soltanto quando ebbe smesso di parlare si rese veramente conto del valore di una forte amicizia in casi come quelli. L'amicizia era un po' come una scopa da Quidditch, pensò; non potevi lasciarla lì a prender polvere, andava lucidata, di tanto in tanto, andava fatta correre. E quel pomeriggio, nel dormitorio con Theodore e Blaise, diamine se aveva corso.
In realtà aveva sempre parlato di tutto con gli altri due, ma per qualche strana ragione sulla Granger aveva taciuto. Loro erano sempre convinti che lui la disprezzasse tanto da riuscire a malapena a starle vicino, e in un certo senso era vero; ma se adesso Draco se ne andava era per il timore di saltarle addosso, non certo per la vecchia ansia da purificazione. Dalle facce che Theo e Blaise assunsero durante le varie confessioni, comunque, Draco dedusse con compiacimento che almeno era riuscito a non dare precedenti sospetti di alcun tipo. A quanto pare era stato davvero bravo a fingere che con la Granger fosse tutto come al solito. O almeno, così aveva pensato prima che Theodore si illuminasse e stroncasse l'orgoglio per la propria faccia di bronzo con "Ah, e dunque ecco spiegata la tua strana espressione di questi giorni! Era divertente guardarti, rimanevi lì fisso con la bocca spalancata a fissare le pareti. E quando ti si chiamava, arricciavi il naso. Dopo cinque minuti però scattava qualcosa e sussultavi, ti risvegliavi e ci guardavi male. Pensavamo solo che volessi tenerci nascosta qualche nuova droga." E una droga forse lo stava diventando davvero, si ritrovò a pensare Draco disperato. Forse non sarebbe mai riuscito a uscirne.
Ai suoi migliori amici, comunque, aveva detto tutto di lei. Aveva parlato a fondo dei sogni, della loro stranezza e di ciò che vi vedeva. Di ciò che aveva fatto con la Granger e che avrebbe volentieri ripetuto nella vita reale. E poi aveva messo in mezzo il piano contro i suoi genitori, la recita, la stessa scuola, le persone; tutto quanto lo spingeva in compagnia di lei, sembrava fatto apposta, dovunque si rigirasse la Mezzosangue era piazzata lì. Certo, forse pure lui aveva contribuito al processo, ma solo per piccole cose, davvero. Un ricatto dopotutto non era questa gran cosa. E lui si sentiva a dir poco perseguitato.
Probabilmente, uno dei motivi principali per cui Draco aveva esitato a confidarsi, era la prospettiva delle loro reazioni. Blaise poteva anche uscire con la Weasley adesso, e forse era anche un poco più aperto degli altri Serpeverde, ma quando la Granger era entrata nella loro sala comune pochi giorni prima era stato uno dei più scioccati. Quanto a Theodore, non era che si fosse mai posto molto il problema. Lui non pensava granché, di solito. Ma Draco era certo che se solo gli avesse parlato delle gambe della Granger, Theo avrebbe dato all'istante la sua più sincera approvazione.
Con l'asciugamano ancora attorno alla vita e i capelli umidi, Draco si passò stancamente una mano sulle palpebre. Si sentiva la gola stranamente secca. Non sapeva quanto tempo fossero durate le sue confessioni, ma aveva parlato e parlato, e poi parlato di nuovo; non credeva di aver mai usato così tanto la voce in vita sua. Poi era caduto il silenzio e Theo e Blaise, seduti sul letto ai due lati di Draco, lo avevano assecondato con facce decisamente scoraggiate. Non ci teneva proprio a sapere cosa stessero pensando. Draco credette che forse fosse ora di fare le valigie; lo avrebbero cacciato dal dormitorio, lo avrebbero bandito da Serpeverde, lo avrebbero accusato di tradimento. O forse no, si disse subito dopo con convinzione. Cosa stava andando a pensare? Nessuno lo avrebbe cacciato. Tanto ci sarebbe stato Lucius a difenderlo. Forse.
« Quindi... ricapitoliamo. » Disse improvvisamente Blaise, con una sigaretta quasi consumata tra le dita. « Da giorni stai facendo strani sogni in cui la Granger tenta di sedurti, e tu, ovviamente, hai abboccato come un allocco ».
Draco assunse un'espressione indispettita. « Per un po' ho resistito! L'ho insultata! » Sbottò con fierezza. « Ma lei continuava a parlarmi, a... ad avvicinarsi... andiamo, ragazzi, non fate i santi. Voi non l'avete vista, non sembrava nemmeno lei. Nessun uomo sano di mente non se la sarebbe fatta lì su due piedi ».
Affondò le mani nel viso, costernato. Era come confessare un crimine imperdonabile. Più tentava di giustificarsi, più si sentiva colpevole.
« Bè, non saprei. » Commentò Blaise sarcastico. « Considerato il soggetto, ci avrei pensato su qualche giorno ».
« Ed io l'ho fatto! » Esclamò Draco impaziente. « Ma quei sogni arrivavano quasi ogni notte, non avevo tempo sufficiente per distrarre la mente o prendere in mano la situazione. Non sono sogni normali, ci dev'essere sotto qualcosa - o qualcuno che si diverte a tormentarmi ».
Scoraggiato, rimase a fissare il pavimento. Se non altro, con il tempo aveva capito che la tortura dei sogni erotici non era niente in confronto a quella della realtà. Ma dove l'aveva trovata una che in risposta a un bacio lo schiaffeggiava? Draco, depresso, non poteva fare a meno di chiederselo invano più o meno quattro volte al giorno.
« Secondo me hai fatto bene. » Disse Theo dall'altra parte, tirandogli una gomitata amichevole. « Per il sesso non ci si comporta da razzisti, amico ».
Draco, chissà perché, non si sentì per niente sollevato.
Blaise trasse un sospiro. « Comunque sia, se credi che la Granger stia cominciando a, uhm, piacerti... »
« No che non mi piace! » Mentì Draco di slancio. « E' solo il vile piano di qualcuno che ha escogitato tutto per farmi cadere in trappola, ne sono sicuro! »
« Forse è stata lei. » Propose Blaise dando un ultimo tiro alla sigaretta. « Si è vendicata di te per averla ricattata, no? »
Draco dovette rifletterci su per qualche istante. « No... non credo. Per carità, come vendetta sarebbe riuscita benissimo, ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che la Granger disapprova questo genere di cose. Non accetterebbe mai di farsi vedere in quel modo da me ».
« Questo è un motivo in più per continuare con quei sogni. » Theo alzò le spalle. « Visto che quella vera non la puoi avere, dovrai accontentarti di una fantasia ».
Draco si volse di scatto verso l'amico. Si sentì d'un tratto irritato. « Chi dice che non potrei averla? Se solo mi importasse, mi basterebbe schioccare le dita per farla capitolare ai miei piedi. » Enunciò con sicurezza. « Peccato che sia io a non volerla ».
Si sentì valutare da due identici sopraccigli inarcati. Sbuffò.
« Sentite, voi due, volete darmi o no un consiglio valido? A cosa diavolo servite? »
« Il mio consiglio, » disse Blaise sogghignando, « è di prendere le distanze da lei e sperare che ti passi. I sogni prima o poi finiranno, che si tratti di una stregoneria o meno, ma se continuerai a stare in contatto con la Granger, è logico che cederai ai nervi - e a qualcos'altro ».
Draco sbatté le palpebre. Aveva ragione, aveva dannatamente ragione. Prendere le distanze da lei, però, avrebbe comportato l'accantonamento del suo magnifico piano, il quale era assolutamente vitale per lui per non incappare ancora nel volere dei suoi genitori. Avrebbe forse dovuto scegliere? Decidere tra i genitori o la Granger?
Si volse speranzoso verso Theo, attendendo un consiglio migliore. Questo gli sorrise con malizia.
« Sbattitela. » Fu la parola magica. « La tua ossessione non è altro che energia repressa del tuo affarino. Praticamente tutte le notti fai sesso immaginario, ed è un vero stress per uno che desidera farlo davvero. Se invece ti porti a letto la Granger, si stabilizzerà tutto di nuovo. E' un fatto di equilibrio, capisci? Ti sarai tolto lo sfizio e potrai ricominciare a detestarla. Tutto come prima, ciao e arrivederci. E' perfetto ».
Più confuso che mai, Draco continuava a voltare la testa da Blaise a Theo senza sapere per chi protendere. Quei consigli erano l'uno l'estremo dell'altro; uno gli suggeriva di cancellare la Granger dalla sua vista, l'altro di portarsela a letto nella speranza che i suoi ormoni si placassero. Ma come poteva sperare che il consiglio di Theo avesse successo? La Granger non era come le altre, maledizione; se solo avesse provato ad avvicinarsi di nuovo, come minimo avrebbe rischiato la castrazione immediata. Quella era pazza. E lui era sulla buona strada per diventarlo a sua volta.
« Andare a letto con lei è rischioso. » Disse, assorto. « Per un mare di motivi che intuirete già da soli. Andrei a peggiorare ancora di più lo stato della mia povera sanità mentale. D'altro canto, potrei sempre staccarmi un po' da lei senza per forza dover rinunciare al mio piano... ridurre ancora di più gli incontri e vederla solo per la recita. Ci sarà tra poco più di un mese, no? Trenta fottuti giorni, e io tornerò l'uomo di sempre. Il Purosangue per eccellenza, quello che non potrà vedere la Granger nemmeno col binocolo. Nel frattempo mi terrò i sogni. Non sono poi così male, a ben pensarci ».
E soddisfatto di aver così felicemente risolto la questione, Draco si diresse fischiettando verso il bagno. Gli sguardi degli amici lo seguirono perplessi finché non si fu chiuso di nuovo la porta alle spalle.

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