Ama la verità, ma perdona l'errore.
François VoltaireL'innocuo festino organizzato dai Tassorosso non avrebbe potuto dare nell'occhio più di così. Il giorno dopo infatti, in balia di un'agitazione che i professori non riuscivano a spiegarsi, Hogwarts sembrava totalmente su di giri.
Non c'era studente che non bisbigliasse qualcosa all'orecchio di un altro, e dovunque continuavano a manifestarsi fischi e scoppi di applausi improvvisi quando certi soggetti attraversavano i corridoi – gli stessi che, bizzarramente, sembravano comparire anche in quelle curiose copertine di giornale che saltavano fuori dalle borse scolastiche di chiunque. Tutti non facevano altro che mormorare, sussurrare, scambiarsi pettegolezzi e risatine; per l'intera mattinata era risultato praticamente impossibile mantenere l'ordine nelle classi. Al che i professori, stanchi del misero livello di attenzione di quel giorno, inizialmente si erano limitati a prendere provvedimenti che furono assorbiti con totale noncuranza dal corpo studentesco. Le ragazzine cacciate dalle classi sembravano soltanto contente di avere finalmente occasione di spettegolare; quanto ai ragazzi, approfittavano della confusione generale per fare ancora più baccano e magari sgattaiolare verso il campo di Quidditch.
A fine giornata, le copie requisite di Eyes raggiungevano il soffitto in alte pile traballanti. Il peggio sembrava infatti essere accaduto. Nessuno avrebbe rischiato, teoricamente, di insospettire i professori circa la nuova ondata di novità che aveva sconvolto l'intera scuola; peccato che un'adirata professoressa McGranitt, decisa a sapere finalmente cosa ci fosse di così scioccante, avesse aperto bruscamente un giornale a caso. Le era stato impossibile alzarsi dalla sedia per i dieci minuti seguenti.
Nessuno sapeva con esattezza cosa fosse accaduto dopo. Le ultime ore di lezione erano state sospese e gli studenti rispediti ai rispettivi dormitori. Giravano voci sul fatto che Terry Steeval, Mandy McTass e Colin Canon fossero stati convocati nell'ufficio del Preside e ci fossero rimasti per almeno metà pomeriggio. Se possibile, da quella stessa mattinata, i bisbigli si erano triplicati; e ben più di uno studente era sicuro che, in qualche modo, le novità non fossero affatto terminate.« Ginny! Ginny, ti ho detto di lasciarmi andare! »
« Hermione ».
« Se non mi liberi, ti assicuro che te la farò pagare! Conosco molti incantesimi pericolosi. Quasi letali. Non guarderò in faccia nessuno; non c'è niente che ormai non farei! »
« Hermione ».
« Tu non capisci! E dire che sei sempre stata favorevole... hai sempre cercato di spingermi dalla sua parte! Io e Draco siamo fatti l'uno per l'altra, lasciami andare da lui! Devo vederlo, Ginny, sto morendo, non riesco a respirare, questa stupida aria è così inutile se non c'è lui, con il suo bellissimo naso, la sua perfetta bocca, a condividerla con... »
« Hermione, vuoi tenere la bocca chiusa per almeno cinque secondi? »
Cadde il silenzio. Ginny riprese fiato, rossa in viso, ogni nervo teso fino allo spasimo. Hermione, legata ad una sedia traballante nel bel mezzo del dormitorio, guardava l'amica furente, le corde che scricchiolavano ad ogni suo minimo movimento.
Una parte di Ginny si era scoperta dispiaciuta di doverlo fare, ma l'altra, decisamente più desiderosa di tranquillità, le avrebbe volentieri tappato anche la bocca con un bavaglio.
Quella giornata era stata decisamente infernale, e il fatto che fosse a malapena l'ora di pranzo non poteva che risultare un cattivo presagio per ciò che sarebbe potuto accadere nelle ore seguenti. Il filtro d'amore ingerito da Hermione non aveva ancora perso il suo effetto; stando alle descrizioni del libro di Pozioni, sarebbe durato almeno fino a metà serata.
Per Ginny era stato assolutamente superfluo leggerne gli effetti, poiché sentiva di averne già sperimentati dal vivo a sufficienza.
L'incantesimo di Blaise aveva consentito a Hermione di dormire per almeno un paio d'ore, ma sulle prime luci dell'alba la ragazza si era già catapultata fuori dal letto, decisa ad andare da Malfoy.
Sotto le risate perfide di Calì e Lavanda, Ginny aveva tentato inutilmente di tenerla ferma in tutti i modi; e sotto l'effetto di un esausto Schiantesimo, Hermione era scoppiata soltanto in una sciocca risatina mentre tentava di sradicare la porta e andarsene di sotto.
La necessità di evitare che lo stato di Hermione si risapesse anche fra i pochi che non avevano partecipato al festino, aveva costretto Ginny a chiedere un permesso per entrambe al fine di esonerarle dalle lezioni di quella giornata.
Le ore convissute assieme a quella innamoratissima Hermione l'avevano gettata in uno stato d'ansia senza pari; mai avrebbe immaginato conseguenze simili per un semplice festino, e per la prima volta si pentì della propria leggerezza. Non era soltanto per Hermione che era preoccupata: al momento la propria situazione le sembrava ancora peggiore di quel che aveva immaginato, e i sottili pettegolezzi di Calì e Lavanda lanciati a suo indirizzo ne erano state le prove.
Ginny si era infatti convinta di essere stata rinchiusa nel dormitorio tutta la mattina per il bene di Hermione, ma in fondo sapeva bene quanto sarebbe stato difficile scendere laggiù tra gli altri Grifondoro con la dignità ancora intatta.
Poi qualcuno bussò alla porta. Ginny si mise subito in piedi, tesa. « Chi è? »
« Sono io, Luna ».
Grazie al cielo, pensò la giovane Weasley mentre si catapultava alla maniglia. Hermione, dalla sua sedia, si afflosciò delusa sullo schienale; era evidente che avesse sperato in un'entrata in scena del suo grande amore.
Luna Lovegood varcò la soglia con curiosità, guardandosi intorno con un sorriso. « Ciao, Ginny. Non ero mai stata a Grifondoro, è un posto davvero carino ».
« Ehm... sì, grazie. » L'altra richiuse in fretta la porta. « Come vanno le cose là fuori? »
« Oh, sai, niente di speciale. » Luna continuava a far vagare i suoi occhi sporgenti per la stanza. « Parlano tutti di ieri sera, ma non riesco a capire quale sia il motivo di tanta agitazione... non era già ovvio che prima o poi sarebbe successo? Oh, ciao, Hermione » la salutò tranquillamente, come se l'altra non fosse legata come un salame con espressione del tutto contrita.
Hermione sulle prime non rispose al saluto, evidentemente persa in pensieri poco garbati nei confronti dell'intera umanità. Poi si illuminò, tornando a guardare la Corvonero con occhi spalancati. « Hai visto Draco? Lo hai visto, Luna? »
L'altra scrollò le spalle. « Uhm, devo averlo notato dopo colazione. Sta bene, se è quello che vuoi sapere ».
« Devo andare da lui. » Hermione guardò Luna decisa, con voce rotta di agitazione. « Ginny mi tiene legata qui da stamattina. Credo con tutta me stessa di essermi sempre sbagliata sul suo conto. E' indubbiamente una persona poco raccomandabile. Ma io devo andare da lui, il mio posto non è qui! »
« Ignorala. » Intervenne Ginny in un ringhio, coprendo a Luna la vista di Hermione. « Ehi, è per caso Eyes quello che hai in mano? »
Luna annuì e le tese il giornale arrotolato. « Oh, è uno dei pochi che non hanno ancora requisito. L'ho trovato interessante, credo che valga la pena di una lettura ».
Ginny prese il giornale con una forte ansia che le sbatacchiava nel petto.
Aveva una brutta sensazione, e questa si concretizzò quando srotolò la copertina, e il cuore le mancò di un colpo. La prima facciata era stata divisa a metà da una striscia di titoloni sfolgoranti che la ragazza non volle leggere nemmeno per sbaglio. Ma la foto dell'avvicinamento di Harry e Colin occupava la prima parte, con un quadretto in basso che mostrava la faccia scioccata di Ginny intenta a guardarli.
E il secondo lato, leggermente più grande, mostrava una gigantografia del bacio tra Hermione e Draco su quel divanetto. Sentendosi sprofondare, Ginny prese a sfogliare il giornale rapidamente, spiegazzando le pagine.
L'intera rivista si era concentrata sul festino della notte precedente; grossi articoli tempestavano facciate strapiene di fotografie movimentate di ciò che era accaduto.
Hermione e Draco continuavano a baciarsi tra gli applausi generali, e in altre, con il procedere delle pagine, mostravano Hermione che veniva portata via dalle braccia del Serpeverde.
Ginny scorse velocemente alcune parole degli articoli; si parlava di eventi scioccanti, del cambio di immagine del rampollo Malfoy, dell'insospettata vita segreta della perfettina Hermione Granger.
Con l'avanzare delle pagine, uguale rilievo trovava la faccenda accaduta tra Harry e Colin; le fotografie mostravano che non si erano veramente baciati, ma l'intento di Colin non lasciava adito a fraintendimenti, e la stessa Ginny durante la festa aveva avuto quella stessa impressione. Non lesse niente di quella vicenda, sebbene lei stessa ne fosse dentro; non avrebbe mai più voluto sentirne parlare. Scagliò il giornale sul letto, sentendosi esplodere di una sensazione tanto sgradevole da procurarle il vomito.
Luna, accanto a lei, continuava a rimirare la stanza. « Credo che la vostra torre sia molto più alta della nostra, non è vero? Qui entra più luce ».
Ginny si lasciò sedere sulla coperta, il viso sepolto tra le mani. Non riusciva a credere che stesse succedendo davvero. E intanto Hermione continuava a vibrare su quella sedia, tentando di sbrogliarsi dalle corde.
« Luna, Luna! » Bisbigliò, certa che Ginny non la sentisse. « Potresti liberarmi? Se farai piano, Ginny non se ne accorgerà. Adesso non ci sta guardando. Non dovrai fare rumore. Per favore, è urgente! »
« Non penso che sia una buona idea, sai? » Luna la guardò come se stesse considerando davvero la possibilità. « Penso che tu e Malfoy siate una coppia carina, davvero, ma a pozione terminata sarai già abbastanza arrabbiata con lui senza che... peggiori ulteriormente la situazione. Non credi? »
« Io, arrabbiata con lui? » Hermione spalancò di nuovo gli occhi, boccheggiante. « Luna, non capisci, io lo amo, devo stare con lui. Perché non viene a cercarmi? Perché non compare all'improvviso da quella porta, come ieri sera? »
Ginny la spiò dalla la fessura delle dita. « Malfoy... quindi è stato lui a portarti alla festa? » domandò.
Hermione si fece sognante, scoppiando in una risatina piuttosto frivola. « Oh, sì... è stato gentile, ma io l'ho trattato malissimo, non so cosa mi sia preso. Spero che potrà perdonarmi, o... sì, oppure mi butterò giù dalla torre! »
« Io non lo farei, se fossi in te. » Luna annuì convinta. « Il contatto potrebbe essere doloroso ».
Ginny scosse la testa, i nervi a fior di pelle, imprecando sottovoce. La situazione era troppo assurda perfino per lei; non avrebbe sopportato oltre, o la sua povera sanità mentale sarebbe andata totalmente a farsi benedire. Lanciò un'occhiata di sbieco a Eyes, che giaceva in bella vista sulla coperta con le sue pagine spiegazzate.
Si domandò se la situazione potesse peggiorare ancora, sia per lei che per Hermione. Poi la porta del dormitorio si aprì di nuovo, violenta. Calì e Lavanda entrarono in tutta fretta, la prima con gli occhi umidi di lacrime.
« Non posso crederci! » Squittì Calì, lasciandosi distendere sul letto. « Non posso davvero crederci! »
« E' successo qualcosa? » domandò Luna vagamente interessata.
Ginny si tolse le mani dal viso, voltandosi verso le due compagne. Prevedeva nuovi guai, e la faccia scontrosa di Lavanda era la prova di ogni suo sospetto. Quest'ultima incrociò le braccia, guardando torvamente tutte quante.
« I professori » disse piatta, « sono venuti a sapere del festino tramite Eyes... Terry e Mandy hanno rischiato l'espulsione solo per il contenuto inappropriato di quegli articoli. Piton e la McGranitt erano i più arrabbiati... hanno cercato di proporre punizioni anche per noi lettori, vi rendete conto? Credo che stiano cercando di bandire la rivista, e intanto le misure di sicurezza notturne sono aumentate di almeno dieci volte. Non sono entrati nello specifico, ma si dice che da ora in poi sarà praticamente impossibile uscire dai dormitori dopo lo scadere del coprifuoco! »
Calì, dal suo letto, aveva la faccia soffocata nel cuscino. « Come possono fare una cosa simile? » Gemette, disperata. « Come potremo divertirci? Perché montare tutto questo casino per niente? »
Ci fu un silenzio stroncato dai sospiri rotti di Calì e dallo scricchiolio delle corde di Hermione, che incurante di tutta la conversazione, ancora tentava faticosamente di sbrogliarsi dalla stretta. Ginny nemmeno più la teneva d'occhio; la situazione le pesava sulla testa in modo ancora più minaccioso.
« Anche se ieri sera... ieri sera è stato scioccante. » Disse Lavanda in quel momento, come ripensandoci. « Parlano di un filtro d'amore, ma secondo me non c'entra niente. Tra quei due c'era qualcosa già da prima, me ne ero accorta! »
Lanciò un'occhiata a Hermione, la quale ricambiò con acredine. « Tra me e Draco c'è amore vero » dichiarò acida.
Nessuno le rispose, e Calì si asciugò le lacrime con le maniche della divisa. « Per non parlare di Harry e Colin. Harry gay, è incredibile. Non abbiamo mai sospettato niente, vero? E Colin, che era un ragazzo così sensibile! »
« In questo caso un filtro d'amore tornerebbe utile... » Commentò Lavanda torva. « Perché se davvero Harry è gay, credo che Ginny ci debba qualche spiegazione ».
La diretta interessata, se possibile, si sentì ancora peggio. Si volse verso di loro lentamente. « Non ho niente da dire a voi due. Non ci rivolgiamo la parola da settimane ».
« Abbiamo sempre creduto che fossi una in gamba. » Calì la ignorò, guardandola con rabbia. « Invece si dice che sia stato Harry a mollarti, e che l'abbia fatto dopo averti tradita con un ragazzo! »
« Mi chiedo come si possa cadere così in basso. » Lavanda la guardò con perfidia. « Addirittura non accorgersi che il proprio ragazzo sia di ben altri gusti... »
La mano di Ginny volò alla bacchetta, il volto chiazzato di rabbia. Si era soltanto alzata, ma Luna le era corsa vicino, vagamente sorpresa. « Non siete molto gentili. » Disse, rivolta alle altre due. « Credo che dovreste badare agli affari vostri ».
« Oh, se è Lunatica a dircelo, come non potremmo darle ascolto? » Frecciò Calì, alzandosi dal letto, ma poi si rivolse di nuovo a Ginny. « Ci hai mentito per tutto questo tempo, e non vogliamo avere più niente a che fare con te. Abbiamo chiuso ».
Si aggrappò al braccio di Lavanda e uscirono insieme dal dormitorio, lasciandosi dietro di loro un silenzio a dir poco opprimente. Ginny aveva la bacchetta ancora stretta tra le dita; Luna soffocò in quel momento uno sbadiglio dietro la mano.
« Poteva andare peggio, no? » Disse allegra. « Non vedo l'ora di scendere a pranzo, ho una gran fame. Non vieni? »
Ma Ginny non l'ascoltava. Aveva una gran voglia di spaccare tutto quanto, perfino quell'espressione noncurante di Luna. Sapeva che era fatta così, che forse capiva anche meglio di lei cosa stava succedendo, e che nella sua timida saggezza aveva capito che la cosa giusta da fare era lasciarsi alle spalle tutto quanto.
Ma Ginny non ci riusciva, e non sapeva nemmeno da che parte cominciare per tentare di domare la situazione. Si volse, reintascando la bacchetta, gli occhi diretti alla finestra. Pensò che il mondo stesse precipitando, e che lei non fosse stata abbastanza furba da accorgersene prima.
« Non so cosa fare. » Ringhiò, strusciandosi il volto. « Non so con chi prendermela ».
Alle sue spalle, Luna scosse la testa. « Resterai chiusa qui fino a domani? »
« Lo farei anche per una settimana intera. » Rispose Ginny. « Se soltanto mi trovassi faccia a faccia con Harry, o con Blaise, o con Terry... Morgana, non riuscirei a controllarmi » aggiunse, schioccandosi le dita.
Udì l'aprirsi della porta del dormitorio. Per un attimo Ginny pensò che Luna se ne fosse andata; poi, voltandosi, la vide dove l'aveva lasciata.
« Alla fine ce l'ha fatta. » Disse Luna allegra. « E' incredibile la forza dell'amore, eh? »
Ginny, raggelata, si volse verso Hermione. Al suo posto adesso vi era una sedia vuota e un mucchio di corde sul pavimento.
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The Theatre
FanfictionQuesta storia è di proprietà di Lylasly, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=590384&i=1 Draco/Hermione Ginny lasciò cadere il discorso...