La paura di innamorarsi non è forse già un po' d'amore?
Cesare Pavese« Okay. Dillo un'altra volta senza far tremare la voce ».
« Io ho... ho... »
« Sì? »
« Io ho pomiciato con la Granger. Salazar ».
Draco fissò il soffitto con la faccia straziata di un moribondo. Sapeva perfettamente di non essere un bello spettacolo. Lì disteso sul letto, ancora in pigiama, la testa sprofondata nel cuscino, si sentiva come un povero insetto rimasto incastrato nella ragnatela più spietata – e appiccicosa – che esistesse. Quella della catastrofe.
Pansy, a suo fianco con una scatola di Cioccalderoni aperta sulla pancia, non trovò altro da fare che mettergli un cioccolatino davanti al naso.
Draco lo guardò addolorato, come contemplando un fiala di veleno. « Pansy. Maledizione. Non sono un'amichetta depressa che deve strafogarsi di cioccolata per superare una delusione d'amore. Cioè, so che potrei sembrarlo, ma... »
« Però ti darebbe un po' di energia. » Osservò lei, e gli ficcò il Cioccalderone in bocca. « La cioccolata serve sempre a qualcosa ».
« Sì, per i brufoli » borbottò lui, con voce soffocata.
« Io se fossi in te mi terrei i brufoli ».
Draco masticò lentamente, depresso.
Il risveglio era stato più traumatico di quel che aveva predetto. Il tempo di aprire gli occhi, e un incredibile ricordo si era affacciato alla sua mente; una bocca calda sotto la sua, dita che gli accarezzavano i capelli, una gamba appena sfiorata. Lo shock era stato così grande che aveva immediatamente mandato un bigliettino a Pansy chiedendole di portare rinforzi – che lui, per inciso, considerava qualche bella bottiglia di Whisky Incendiario, non una scatola di Cioccalderoni.
Continuò a fissare il soffitto, imbambolato. Pansy prese un cioccolatino a sua volta.
« Ricapitolando. » Disse, pratica. « Il tuo bel proposito di evitarla è stato gettato allegramente alle ortiche... »
« Come facevo a ricordare ciò che ci eravamo detti? » Sbottò Draco, allargando le braccia. « Pansy, non c'era nessun altro, era il momento perfetto. In un'altra occasione non ci sarei riuscito. L'ho fatto, d'accordo, mi sono un po' lasciato trasportare... »
« E' stato un bel bacio? »
Forse il migliore della sua vita.
« Non male » disse, e si ficcò in bocca un altro cioccolatino.
Lei distolse lo sguardo; sogghignò. « Bè, immagino tu voglia... uhm, andare avanti? »
« Con lei, intendi? » Completò Draco, esasperato. « E' questo il punto, capisci? Io sono un Purosangue ».
« Una volta tanto te lo ricordi. » Pansy lo guardò divertita. « Ma non mi sembrava che ieri ti importasse molto ».
« Esatto! » Esclamò Draco. « E' una cosa che mi fa impazzire. Quando sono con lei... non so, è come un blackout nel cervello. Vedo la Granger, lei e basta, non il suo sangue, la sua provenienza, le cose importanti ».
« Questi si chiamano ormoni, mio caro ».
« Può darsi. » Draco contorse il viso in un cipiglio disperato. « Sono troppo preso da... da altre cose, insomma, per curarmi del resto. Certe volte mi dico che non dovrei nemmeno toccarla, o intrattenerci una conversazione civile; ma dura un attimo, perché poi la guardo e... cristo santo » esitò, sconvolto, « sono rovinato, ecco, rovinato ».
Agguantò un altro Cioccalderone. Era come essere un'adolescente isterica che dopo una notte di sesso trema come una foglia all'idea di essere incinta. Situazioni diverse, dramma triplicato. Draco sospirò. Splendido.
« Stando a quello che mi hai detto l'altro giorno, » riprese Pansy, meditabonda, « dovresti esserti tolto lo sfizio, no? Questa è una specie di vittoria per te. Dovresti aver dimostrato a te stesso che perfino la Granger ti bacerebbe ».
Draco roteò gli occhi. « Se avessi avuto dodici anni, forse mi sarei accontentato. Ma è proprio questo il punto, che non posso considerarla una vittoria. Sai come ci siamo salutati, dopo? E' partita su per le scale senza dire niente. Non mi ha più guardato durante tutto il tragitto. Come se non fosse mai successo, capisci? E so come siete fatte voi donne. » Lanciò a Pansy uno sguardo torvo. « Dirà che è stato un attimo di debolezza, tutto un errore, colpa mia che ho preso l'iniziativa... »
« Strano, sai? » Commentò Pansy, con un cioccolatino in bocca. « Di solito sono gli uomini a voler far finta di niente. Tu ti stai facendo delle paranoie assurde ».
Draco si strusciò gli occhi. « E' colpa della Granger. E' la cattiva influenza dei Mezzosangue ».
« Credo che lei ti piaccia parecchio ».
Draco diede in uno sbuffo talmente alto da rischiare di svegliare Goyle, che poco più in là russava come una tromba. « Senti, non metterla sul sentimentale, per favore. Dilania la mia povera anima. La fa a pezzi ».
« Andiamo. » Pansy giocherellò con un cioccolatino. « In passato io e te abbiamo parlato di donne, ma mai di una in particolare, e non così spesso. Credo che non ti sia mai sentito più confuso in vita tua; quando le stai lontano riesci a ragionare, ma poi la vedi e zac, la spina si scollega dal cervello e si attacca un po' più in basso. E' orribile, in effetti. Hai piena coscienza delle tue azioni soltanto più tardi, come sta accadendo adesso ».
« Senti, ma tu da che parte stai? » Draco era offeso. « Dovresti essere la mia guardia del corpo. Quella che, ragionevolmente, mi vieta di vedere più la Granger in futuro ».
« Non posso certo metterti il guinzaglio. » Lei inarcò un sopracciglio. « Ma ad essere sincera, più che il tuo comportamento, mi preoccupa quello di lei. Stando a quello che mi hai detto, è sempre stata ben attenta a non darti illusioni. Ti ha baciato, d'accordo, ma il fatto che ieri sera non ti abbia nemmeno salutato, però, è ancora più strano... allora perché farlo? »
Draco ci pensò su, meditabondo. « Bè, non saprei... forse non ha saputo resistere al mio fascino? »
Ma Pansy non sorrise. Al contrario, fissava il soffitto accigliata; Draco non lo interpretò come un buon segno. « Avanti, sputa il rospo ».
« Uhm... stavo pensando a quei sogni. » Sussurrò Pansy, assorta. « Sappiamo tutti che la Granger è abbastanza furba, no? E se fosse stata lei a provocarteli, in modo da... non so, farti perdere la testa? »
« Mi era già venuto il dubbio, tempo fa. » Ribatté Draco, con un cenno irritato del volto. « Poi però ho capito che non era possibile. E' decisamente troppo per lei, per quanto furba possa essere. Non ricorrerebbe mai ad armi simili ».
« Cosa ne sai? » Pansy si appoggiò sul gomito, fissandolo. « L'hai ricattata per fingersi la tua finta fidanzata, le hai rubato quelle lettere, le hai scattato quella foto a tradimento. Qualsiasi ragazza sarebbe fuori di sé, me compresa. Possibile che la Granger non abbia mai fatto niente all'inizio per ostacolarti e tirarsi fuori dal ricatto? Pensaci. Quale vendetta migliore se non renderti ossessivo verso di lei, turbandoti con quelle visioni, a te che non hai mai nemmeno voluto toccarla? »
Draco, se possibile, si fece inquieto. Non voleva nemmeno considerarla, una simile eventualità. Guardò Pansy scetticamente. « Senti, stiamo parlando della Granger, non di Mirandolina. Era lei quella che faceva innamorare gli uomini per ricavarne profitto, per... »
« Forse si è lasciata trasportare dal suo personaggio » azzardò Pansy.
« E' assurdo. » Sbottò Draco, infastidito. « La tua versione non quadra con il suo carattere, Pansy ».
« Invece quadra eccome. » Insistette lei, ostinata. « Non è stata la Granger a vendicarsi di Marietta Edgecombe quando ha tradito il loro gruppo di difesa? Sei fortunato che non abbia punito anche te con una maledizione; magari ha pensato che sarebbe stato più efficace colpirti sul piano sessuale... e direi che ci è riuscita alla perfezione. Ha atteso che i sogni facessero presa su di te, poi ha cominciato a rifiutarti per il gusto di farti andare in paranoia. Ieri sera forse ti ha baciato per aumentare la tua confusione, e anche qui ha avuto successo. Altrimenti non si spiegherebbe il suo comportamento contraddittorio, no? »
Fu come ricevere un fulmine in pieno petto. Draco rimase in silenzio, pensieroso, assalito dal malessere più sgradevole. L'idea era folle, eppure... Il pensiero che la Granger, per tutto quel tempo, non avesse fatto altro che vendicarsi di lui, bastava da solo a mandarlo fuori di testa; il soffitto scomparve dai suoi occhi e ricordò lei, il suo costante malumore, la sua dolorosa indifferenza, i suoi sorrisi contraddittori – e poi i loro contatti sempre più intimi, sempre più profondi e tesi, finché non erano sbocciati nell'impetuoso bacio della sera prima. Era stato un gioco? Che fosse davvero tutto quanto frutto di un piano premeditato? Che la Granger avesse goduto intimamente, incontro dopo incontro, nel vederlo sempre più attratto? Si era sentita soddisfatta quando Draco aveva confessato di desiderarla? E la notte prima – poche ore prima – sotto quell'albero, sull'erba, lei aveva finto?
Draco socchiuse lentamente le palpebre. Si sentiva la testa in fiamme. Non avrebbe voluto credere nemmeno a metà di quelle maledette ipotesi, ma come spiegare la presenza dei sogni, altrimenti? Non ci stava capendo più niente. Una bottiglia di Firewhisky sarebbe stata di gran lunga più utile di quei cioccolatini.
« Devo parlare con lei. » Mormorò al soffitto. « Devo incastrarla da qualche parte e costringerla a sputare fuori la verità ».
« Bè, puoi provarci. » Annuì Pansy, distendendosi di nuovo, e prese un altro Cioccalderone. « Anche se ti consiglio di lasciar passare almeno un paio di giorni, sai ».
« Sì, giusto. » Replicò Draco. « Le donne hanno bisogno di assorbire bene quel che è successo, prima di mandarti a fanculo ».
E con uno sbuffo, si sporse e agguantò una bottiglia da sotto il materasso.
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The Theatre
FanfictionQuesta storia è di proprietà di Lylasly, autrice originale della storia presente sul sito di efpfanfic.net qui troverete il link della storia originale https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=590384&i=1 Draco/Hermione Ginny lasciò cadere il discorso...