11. Map of your head

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There's a hole in my soul

You can see it in my face

It's a real big place

Feel, Robbie Williams



« Andiamo, non c'è ragione di farla così tragica. Dopotutto è solo un incontro ».
« Solo un incontro? Ginny, io sarò come un pezzo di carne lanciato nella fossa dei leoni. E' esattamente quel che Malfoy ha in mente, di ridicolizzarmi e approfittare dell'occasione per mandare i suoi genitori al manicomio. Non lo avrei mai detto, ma adesso quasi provo pena per loro ».
Afflitta dalla luna più storta che si fosse mai vista, Hermione Granger tornò prevedibilmente ad affogarsi di caffè zuccherato. Ginny, astenendosi saggiamente dal commentare ancora, si ficcò in bocca il pane tostato.
Era incredibile come tutto sembrasse peggiorare inesorabilmente giorno dopo giorno. Chi fosse esattamente ad avercela con lei, oltre a naturalmente Draco Malfoy, Hermione non avrebbe davvero saputo dirlo; non aveva mai avuto occasione di sentirsi più raggirata e offesa. Ma il solo pensiero di dover - soltanto tra poche ore! - andare con il farabutto a incontrare i suoi genitori era di quanto più disarmante avesse mai potuto concepire.
Era a stento riuscita a chiudere occhio, si era alzata con il mal di testa e adesso il suo stomaco era totalmente serrato. Tutto lasciava presagire che quella sarebbe stata una giornata decisamente infernale, e Hermione, sulla soglia della disperazione più completa, si ritrovò bizzarramente ad attendere la fine di quella giornata - sempre se fosse uscita viva da Malfoy Manor - in modo da potersi lasciare tutti quei casini alle spalle.
Tentando di calmarsi, posò la tazza vuota sul piattino di porcellana.
Solo una visita, si disse intimamente. Soltanto una, e poi tutto quanto sarebbe finito.
Di certo nemmeno Malfoy avrebbe desiderato prolungare troppo quella messinscena. Ad un nobile Purosangue del suo ceto doveva apparire intollerabile l'idea di stare in compagnia di una come lei per più di un pomeriggio. Si sarebbe accontentato di far prendere un colpo ai suoi genitori, ecco, e godersi le loro facce sconvolte, ma non sarebbe andato oltre; perfino lui aveva un briciolo di amor proprio.
Accigliandosi, Hermione si morse il labbro inferiore.
Bè, magari lo teneva molto nascosto, ma da qualche parte doveva pur avercelo.
« Sai, in fondo apprezzo l'umorismo di Malfoy. » Disse Ginny a sorpresa, meditabonda. « Ovviamente mi dispiace che ci sia finita di mezzo tu... ma devi ammettere che la vendetta in sé ha un che di comico ».
« Bè, per me non c'è niente di divertente. » Sbottò Hermione, riempiendosi di nuovo la tazza. « E se quell'idiota spera che non ci saranno ripercussioni, si sbaglia. Seriamente, è dei Malfoy che stiamo parlando. Probabilmente tenteranno di avvelenarmi offrendomi del tè, o... ma no, troppo ottimista. Mi scaglieranno semplicemente una Maledizione non appena mi vedranno ».
Ginny si fece assorta, figurandosi la scena. « Uhm. Magari portati dietro la bacchetta ».
« Ovvio che lo farò. » Frecciò Hermione caustica. « Andrò pur sempre nella tana del nemico ».
Torvamente, aggiunse una montagna di zucchero al caffè e se lo portò alle labbra. In quel momento Lavanda atterrò da loro, scagliandosi sulla panchina. Portava un cerchietto decorato con un fiocco verde acido così enorme da rischiare quasi di far soffocare Hermione alla sola vista.
« Ciao, ragazze » disse cupa.
« Ciao. » Rispose Ginny, sbattendo le palpebre in direzione del cerchietto. « Calì non c'è? »
Lavanda scosse la testa. « Ha la febbre ».
Attirò a sé la Gazzetta del Profeta in un gesto annoiato. Hermione, troppo impegnata a bere caffè, percepì le sue parole in vistoso ritardo.
« Febbre? » Ripeté poi, colpita da una strana idea. « Ginny, che ne diresti se... »
Ma l'altra, che aveva già intuito le sue intenzioni, scosse scetticamente la testa. « No, direi di no. Non riuscirai mai ad ammalarti anche tu in una sola mattinata, neanche stando tutto il tempo insieme a Calì ».
Cogliendo un certo buonsenso in quelle parole, Hermione rinunciò alla possibilità, anche se alla prospettiva di saltare le lezioni per sorbirsi ininterrottamente Calì sentiva quasi di preferire i Malfoy. Disperata, tornò a bere caffè.
« Oooh, guardate! » L'umore di Lavanda parve risollevarsi alla vista dell'entrata della Sala Grande. « Il bel Draco! »
Punta d'irritazione, Hermione allungò lo sguardo e intravide il farabutto fare il suo ingresso mattiniero. In che modo tronfio camminava! E che odioso ghigno strafottente aveva stampato sulla faccia! Hermione si ritrovò a sperare che un miracoloso fulmine lo colpisse proprio in quel momento, ma sfortunatamente, deludendo le sue aspettative, Malfoy giunse sano e salvo al suo tavolo.
« Non c'è proprio niente di bello in lui. » Sibilò Hermione, di umore ancora più pessimo. « E' arrogante, superbo, viziato e menefreghista. Non si cura nemmeno lontanamente dei sentimenti della gente. E' convinto che l'intero mondo gli ruoti attorno... lo detesto! » sbottò infine, poggiando con un piccolo tonfo la tazza sul tavolo.
Lavanda la guardava senza parole, indignata.
Ginny le occorse in aiuto. « Per non parlare dei capelli. » Tentò di sdrammatizzare. « Sul serio, sono così... »
« Perfetti? » azzardò Lavanda.
« Laccati all'indietro » commentò Hermione truce.
« Orribili. » Riprese Ginny sorridendo. « Avrei paura di rimanerne incollata soltanto a toccarli. A me piace poter affondare le dita nei capelli di un ragazzo... » soggiunse sottovoce, versandosi un po' di succo di zucca.
« Per non parlare del suo colorito cadaverico. » Intervenne nuovamente Hermione, decisa a sfogarsi. « Sembra che non esca mai alla luce del sole ».
Ginny smise istantaneamente di bere, illuminandosi. « Come Dracula. I capelli all'indietro e la pelle bianca ci stanno. Draco-Dracula ».
« Questa è la cosa più sensatamente stupida che tu abbia mai detto, Ginny ».
Lavanda spalancò la bocca, scandalizzata; Hermione e Ginny, invece, risero nelle proprie tazze.
Erano state così impegnate a demolire Malfoy da non essersi accorte che, a due tavoli di distanza, Terry Steeval si era appena alzato dirigendosi fuori dalla Sala Grande. Teneva tra le mani una lunga pergamena che presto attirò gli sguardi di molti studenti, i quali si voltarono a seguire la sua scia. Alcuni di loro bisbigliavano, altri si sporgevano per riuscire a vederlo. Quando Terry si fermò, al di là dell'arcata, di fronte alla bacheca della scuola, le voci si fecero ancora più alte e molti studenti presero ad alzarsi, catapultandosi da lui.
« Cosa succede? » domandò Hermione incuriosita.
Nemmeno a dirlo, Lavanda era già andata a unirsi alla piccola folla. Gli schiamazzi lasciarono presto spazio ad alcune esclamazioni sorprese, scoppi di brevi applausi e una grande agitazione diretta a quella pergamena appena affissa. Ginny deglutì appena.
« Sai, » disse nervosamente, « credo che riguardi la recita scolastica ».
Ogni traccia di curiosità comparsa sul volto di Hermione si dissipò all'improvviso. In un cipiglio scettico, avvicinò di nuovo la tazza alle labbra.
« Che totale perdita di tempo. » Commentò aspramente. « Mi chiedo come la professoressa McGranitt abbia potuto permetterlo ».
Ginny perse all'istante tutto il colore che aveva in viso.
Al di là delle arcate, gli studenti continuavano ad accalcarsi alla bacheca e a darsi spintoni l'un l'altro. Qualcuno evidentemente cominciò a spingerli indietro, perché tutti arretrarono, e Lavanda tornò da loro con un'espressione eccitata.
« Non sono riuscita a leggere quasi niente, c'era troppa gente. » Squittì, risedendosi. « Ma ho capito che la prima commedia verrà interpretata dalle Case di Grifondoro e di Serpeverde ».
Hermione strinse le labbra in disapprovazione, mentre versava altro zucchero nel caffè. « Non riesco a immaginare il macello che ne verrà fuori ».
« E ho anche letto il titolo della commedia... » proseguì Lavanda, accigliandosi, e le altre due capirono che se lo era già scordato, « Uhm... mi pare che sia La Locandiera, è possibile? »
Guardò Ginny, la quale scosse la testa impotente; Hermione, d'altro canto, si era fatta attenta. « La Locandiera? Quella scritta nel Settecento da Carlo Goldoni? »
Lavanda scosse le spalle, indifferente, come se la questione non le importasse quanto il sapere quali fossero gli studenti prescelti per la recita. Difatti si fece elettrizzata quando, dalle porte della Sala Grande, la voce di Terry Steeval risuonò decisa nell'atrio, pregando la folla di studenti di stare al loro posto. Poi annunciò il titolo e l'autore della commedia, e il suo tono alto fu in grado di raggiungere a stento le estremità della sala.
Dalle facce perplesse di tutti quanti, notò Hermione, si poteva facilmente dedurre che quasi nessuno avesse mai sentito nominare l'opera in questione. I Serpeverde però apparivano vistosamente disgustati dal fatto che fosse stata scelta una commedia babbana; Theodore Nott si era appena soffocato nel bere da una fiaschetta dall'aria decisamente equivoca.
Poi Terry Steeval, dall'atrio, dichiarò di leggere a voce alta i nomi dei partecipanti. Ginny assunse la precisa espressione di chi si sente talmente colpevole da voler volentieri sprofondare nel pavimento, ma Hermione era troppo presa a guardare male Lavanda, la quale era in emozionato bilico sulla panca, per accorgersene.
« Silenzio, per favore! » Gridò Terry, e la sua voce giunse remota dal corridoio. « Nelle parti delle comiche Dejanira e Ortensia, sono stati estratti i nomi di... Calì Patil e Lavanda Brown! »
Quasi nessuno batté le mani, e chi si era voltato sulle panche per poter vedere almeno una delle ragazze fu immediatamente soddisfatto. Lavanda era infatti balzata in piedi, strillante, applaudendosi da sola; poi si prese il viso tra le mani, gli occhi lucidi e il sorriso più estasiato, gettandosi su un'imbarazzatissima Ginny.
« Grazie! Grazie! » Esclamò, soffocandola in un abbraccio stritolatore. « Sapevo che ci avresti aiutate! Oh, Morgana! »
La giovane Weasley sembrava lì lì per soffocare; riprese istantaneamente tutto il colore che aveva perso poco prima. Hermione l'allontanò da lei con uno sbuffo di sopportazione, ma Lavanda non poteva essere veramente soddisfatta in assenza di qualcun altro che condividesse allo stesso modo la sua gioia. Ragion per cui, dopo aver gettato baci e sorrisi in tutte le direzioni, partì di filata alla ricerca di Calì.
« Santo cielo. » Ginny si massaggiò la schiena con una smorfia. « Mi chiedo se queste Dejanira e Ortensia abbiano sul serio qualche punto in comune con loro ».
Prima che Hermione potesse rispondere, però, la voce di Terry risuonò ancora dall'atrio. Il silenzio scese sulla Sala Grande.
« Andiamo avanti. Nella parte del Conte d'Albafiorita è stato votato Blaise Zabini, il Marchese di Forlipopoli sarà Harry Potter e Fabrizio, il locandiere, Ron Weasley! »
Hermione e Ginny gelarono sul posto mentre fragorosi applausi risuonavano nella sala. Dal tavolo di Serpeverde si levò un'ondata di gridolini all'indirizzo di Blaise, il quale però appariva così stupito da accorgersi a malapena dei complimenti dei compagni. In molti si voltarono alla ricerca di Harry e Ron, ma invano; erano scesi al campo di Quidditch all'alba e avrebbero appreso l'avvenimento soltanto tra qualche ora.
« E' un peccato che non ci siano » commentò Ginny, guardandosi intorno.
Hermione si fece di nuovo dubbiosa. « Credo che sia solo una benedizione non saperlo ancora. Dubito che la notizia farà loro piacere ».
L'altra le lanciò un'occhiata nervosa mentre Terry ricominciava a parlare. « Nella parte del Cavaliere di Ripafratta, è stato scelto Draco Malfoy! »
Stavolta la confusione fu ben più fragorosa, specialmente dal tavolo di Serpeverde. Le ragazze strillarono e da ogni dove partirono cori entusiastici all'indirizzo del farabutto.
Hermione era a dir poco impietrita e gettò uno sguardo torvo al tavolo di Serpeverde; Malfoy se la godeva con la sua tipica ghignata, lasciandosi tranquillamente spupazzare dalle Serpeverde che si congratulavano con lui.
« Come può essere possibile? » Hermione appariva scandalizzata di fronte a tanto inconcepibile entusiasmo. « Guarda com'è soddisfatto! Deve soltanto ringraziare le oche che gli vanno dietro ».
Ginny annuì e si tappò istintivamente le orecchie con aria rassegnata, in intima agitazione per il momento che inesorabilmente si stava avvicinando. La sfiorò il pensiero che dopotutto non avesse fatto la cosa più sensata ad aver chiesto quel favore a Terry; il profilo di Hermione sembrava più altero e minaccioso che mai. La guardò portarsi di nuovo la tazza alle labbra, noncurante, ancora felicemente ignara di ciò che sarebbe accaduto per colpa sua da lì a qualche secondo.
Gli applausi per Malfoy si spensero. Gli studenti continuavano a scalpitare nell'atrio.
« Nel ruolo di Mirandolina, la locandiera... »
Hermione fece un versetto sarcastico nella sua tazza. Ginny si tappò gli occhi.
« ... è stata scelta Hermione Granger! »
Un conato le sopraggiunse nella velocità di un tremendo schiocco di frusta.
La gola le bruciò e il liquido caldo risalì in uno spruzzo a fontana che risaltò fin dall'angolo più lontano della sala.
Nel silenzio generale, Neville Paciock si ritrovò a guardare Hermione fradicio e grondante di caffè.

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