13. Unnatural selection

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My friends are all so cynical

they refuse to keep the faith

we all enjoy the madness

'cos we know we're going to fade away

Robbie Williams, Millennium

« Questo è assolutamente fuori discussione, Malfoy ».
« E' un peccato, Granger, perché in verità ho in mente una storia piuttosto lunga ».

« E' un peccato, Granger, perché in verità ho in mente una storia piuttosto lunga ».
Reprimendo a fatica uno sbuffo infuriato in direzione del Serpeverde, Hermione si accontentò di inchiodare la sua aria indifferente con un'occhiata esasperata. Scese dal camino spargendo cenere nera dappertutto, strofinandosi gli abiti, e si premurò di far finire qualche ventata di polvere anche sulla lussuosa giacca nera del nobile Purosangue che la accompagnava.
Se in precedenza aveva pensato che niente di peggiore potesse accaderle, non aveva sicuramente fatto i conti con l'innata capacità dei Malfoy di attirare su coloro che li circondavano le disgrazie più tragiche e irreparabili – e si dava il fortuito caso che la vittima proposta al linciaggio delle sciagure fosse, in quel momento, già abbastanza provata dall'insieme di quelle vicende da desiderare ardentemente di non voler mai più vedere un membro di quella funesta famiglia nemmeno col binocolo.
Mai avrebbe immaginato che la sua velata accondiscendenza di quel giorno potesse portarla a risultati del genere.
Persuasa dalla certezza che il finto fidanzamento si sarebbe concluso nell'arco di un breve incontro, Hermione aveva accettato di buon grado la richiesta di Draco di aspettarlo all'esterno della sala da tè. Perlomeno si sarebbe liberata dalla sua presenza per qualche felice minuto, e in più aveva cieca fiducia che Lucius e Narcissa sarebbero riusciti a far recuperare la ragione al loro ribelle figlio - Hermione si era infatti crogiolata in immagini in cui il farabutto si trovava invischiato in minacce di diseredo, e perché no, anche agonizzante sul suo sontuoso pavimento sotto le ire di una Maledizione Cruciatus.
Era stata a dir poco convinta, mentre attendeva il suo ritorno seduta su quello che dopo scoprì essere un portaombrelli più costoso dell'ultima scopa da corsa in commercio, di veder ricomparire un Malfoy abbattuto e sconsolato, magari drammaticamente barcollante, con qualche strappo negli abiti qua e là, che le comunicava tristemente la fine di tutta la messinscena. Hermione si era perfino preparata le parole da rivolgergli in risposta, che a dir la verità erano anche piuttosto consolatorie considerato il soggetto a cui dovevano essere rivolte, ma la felicità di poter tornare alla sua vita di sempre non avrebbe avuto davvero prezzo.
Soltanto quando la porta della sala da tè si era spalancata di nuovo, Hermione aveva potuto comprendere la propria imperdonabile ingenuità nel credere che i Malfoy fossero privi di assi nelle maniche. E se lo era ritrovato davanti, con il suo ghigno sadico e gli occhi accesi di perfidia, seguito dal racconto della conversazione appena avvenuta con i genitori.
Lo shock di Hermione era stato così grande che per un momento aveva dovuto impedirsi di reagire esattamente come Narcissa Malfoy, appoggiandosi debolmente contro la parete. Draco non sembrò notare alcunché; il suo cuore di pietra non si era ammorbidito nemmeno per la salute della madre, figurarsi per quella di Hermione Granger.
« Mezzosangue, stai gonfiando la questione quasi quanto i tuoi capelli. » Fu il commento sprezzante del farabutto, mentre si scuoteva la giacca dai residui di Polvere Volante. « Non si tratta altro che di una visita a casa mia ogni tanto. C'è chi pagherebbe oro pur di metterci piede, o di stare per più di cinque minuti consecutivi in mia compagnia. Non sei lieta del grande onore che ti concedo? »
Massaggiandosi le tempie, Hermione si accostò al primo banco che vide dell'aula vuota. Si domandò distrattamente se, in qualche modo, le cose sarebbero potute peggiorare; poi si rese conto che ogni volta che se lo chiedeva puntualmente si aggiungeva un dettaglio catastrofico alla sua vita già scossa, perciò decise disperatamente di impedirsi di pensare ancora.
« No. » Replicò in un ringhio astioso. « Non farò nient'altro per te, Malfoy ».
Di fronte a lei, Draco stiracchiò le labbra in un cipiglio sarcastico. « Sì, ecco... forse ti sei dimenticata di alcune cosette carine che ho trovato nel tuo baule. » Hermione alzò sgomenta lo sguardo su di lui. « Mi addolorerebbe immensamente essere costretto a usarle, ma nel caso in cui tu non mi lasciassi altra scelta... »
« Insomma, Malfoy! » Sbottò lei, contrariata. « Non sono a tua disposizione, né hai il diritto di ricattarmi. Per una volta ho accettato, perché ero sicura che non avresti insistito oltre, ma... addirittura continuare! Quella con i tuoi genitori è una battaglia che devi combattere da solo; da parte mia, non mi immischierò oltre ».
« Davvero molto toccante, Granger. » Commentò lui, piatto. « Ma la tua resistenza è inutile. Ho finalmente capito come colpire esattamente i miei genitori, e senza di te non avrei mai avuto successo. Salazar... non capisci che sei tutto ciò di cui loro hanno paura? L'ultima cosa che vorrebbero è vedermi fidanzato con una come te. Non posso lasciar perdere proprio adesso. Non le hai viste le loro facce? Stanno cominciando a capire che non hanno più controllo su di me, che sono indipendente e posso compiere le mie scelte da solo. Devo solo attendere il momento in cui ti accetteranno come mia compagna senza fare storie; soltanto allora potrò dare un taglio a tutto quanto, sicuro che in futuro non tenteranno più di intralciarmi ».
Hermione aveva ascoltato tutto con occhi spalancati. Boccheggiò per qualche istante prima di riuscire a trovare la voce. « A-aspettare che mi accettino? Ma questo accadrà tra un milione di anni, Malfoy! »
Draco sogghignò a suo indirizzo. « Allora pazienterò un milione di anni, Granger. L'importante è che tu dia un contributo alla questione. Sei la mia carta vincente ».
« Di una partita a cui non ho più intenzione di partecipare. » Frecciò lei decisa. « Forse non te ne sei accorto, ma io ho una vita al di fuori di questa messinscena. Come credi che potrò studiare, se dovrai scarrozzarmi da qui a casa tua ogni pochi giorni? In che modo dovrei giustificare queste assenze ai miei amici? Cosa dovrei spiegare a Ron? »
Malfoy si grattò per un attimo il mento. Hermione immaginò che stesse cercando una buona risposta anche stavolta, e in verità era davvero molto curiosa di sentirla.
« Mettiamo in chiaro alcune cose. » Spiegò lui infine. « Non si tratterà affatto di qualcosa di regolare. I miei genitori non hanno bisogno di vederci insieme tre volte a settimana; potrebbe capitare di doverli incontrare un mese sì e gli altri due no. Questo per il tuo caro fattore studio. » Si accigliò in sua direzione, sdegnoso. « Secondo, non mi importa affatto dei tuoi amici, e in quanto al tuo ragazzo, tutti sanno che Weasley è un gran tonto. Probabilmente nemmeno si accorgerà delle tue assenze ».
Colpita e affondata. Hermione si scoprì ferita in un modo che difficilmente avrebbe potuto prevedere, una punta di imbarazzo e fastidio sorta proprio alla menzione di Ron.
Fu forse il fatto che uno come Malfoy, che con lei e i suoi amici non c'entrava niente, il quale non poteva avere la benché minima idea dei loro rapporti né dei problemi di cui discutevano, fosse in grado di intuire come stavano esattamente le cose, a farle perdere definitivamente l'ultimo briciolo di pazienza.
« Questo è quello che pensi tu, Malfoy. » Replicò Hermione, falsamente disinvolta. « Ron poco fa mi ha fatto a malapena uscire dalla sala comune ».
« Ah sì? » Draco inarcò un sopracciglio.
Lei sorrise saccente. « Esattamente. Quasi non si dava pace, talmente era ansioso di sapere dove stessi andando, e soprattutto di scoprire chi mi avesse mandato quel bigliettino. Ho dovuto chiedere addirittura l'aiuto di Ginny e Harry per distrarlo, in modo da andarmene senza problemi ».
Okay, pensò Hermione, quelle erano menzogne belle e buone. Ma pur di impedire che Malfoy si facesse anche solo una vaga idea dello stato disastroso in cui il suo rapporto con Ron versava al momento, avrebbe dato sfogo a tutto il suo repertorio di fantasie.
« Questo per farti capire quanto in realtà sia complicato, per me, prendermi questo impegno. » Proseguì Hermione, soave. « Non quando ho vicino persone che si preoccupano così tanto per me ».
Lo fissò ostinata, come a sfidarlo a contraddirla.
Draco, a sorpresa, le sorrise con ironia. « Ci scommetto, Granger ».
La Grifondoro quasi tradì il proprio stupore. « Quindi significa che la farsa è finita? »
L'idea che fosse bastato così poco a dissuaderlo era a dir poco ridicola, ma Hermione non poté impedirsi di aggrapparsi a quella possibilità con occhi quasi supplicanti. Contrariando le sue ottimistiche aspettative, infatti, Malfoy fece una smorfia.
« Scusami? » La guardò confuso. « Perché mai? Se Weasley proverà ad infastidirmi, mi basterà semplicemente trovare qualcosa di compromettente anche su di lui. Non vedo dove sia il problema ».
Hermione parve sgonfiarsi, così come il mondo che sembrava continuare a franarle addosso. Effettivamente, sarebbe stato troppo bello per essere vero.
« E comunque sia, Granger, » riprese Malfoy scocciato, « in un modo o nell'altro dovremo vederci ugualmente. Sbaglio o sei la protagonista della recita scolastica? »
Hermione si perse nella melodrammatica contemplazione dell'unione delle due disgrazie: Malfoy e la recita. Per vari istanti fu troppo scioccata per proferire alcunché.
« Non sbagli. » Soffiò caustica. « Devi infierire anche su questo, Malfoy? »
« Oh, non penso di averne bisogno. E' qualcosa che indispone anche me. » Draco continuò ad osservarla sprezzante. « Sarò costretto a stare in tua compagnia tutti i santi giorni ».
« A partire da domani ».
« E dobbiamo provare le parti insieme ».
« Avremo una storia d'amore, Malfoy ».
« Che novità, non è vero? »
« Splendido ».
« Magnifico ».
Rimasero a fissarsi con sguardi decisamente ostili, come sfidando l'altro a distogliere il suo per primo. Dopo vari istanti, e l'epocale cocciutaggine di entrambi nel non voler nemmeno sbattere le palpebre, Hermione si sentì lacrimare e diede in uno sbuffo impaziente.
« Bene, adesso puoi anche toglierti dalla mia vista » gli disse poco gentilmente.
Gli occhi di lui dardeggiarono. « Sei tu la popolana, Granger. Tocca a te sloggiare ».
« Sbaglio o non vedevi l'ora di salutarmi? »
« Infatti è così, ma se me ne andassi per primo sembrerebbe che io ti dia ascolto ».
« Allora non puoi fare finta che io non abbia detto niente, e andartene? » Sbottò Hermione con impazienza. « Anzi, visto tra i due la mente evoluta sono indubbiamente io, sarò quella ad agire con maturità ».
Senza aggiungere altro, Hermione si scostò dal banco e procedette impettita verso l'uscita. Nello stesso momento, con la coda dell'occhio intravide Malfoy fare esattamente la stessa cosa. Lei si arrestò bruscamente.
« Cosa diavolo stai facendo? »
« Non posso permettere che tu abbia l'ultima parola, Mezzosangue. » Replicò Draco con minacciosa tranquillità. « Per cui sarò io ad uscire per primo ».
Hermione raddrizzò severamente le spalle. « Assolutamente no ».
« Bene, come vuoi. » Disse lui. « Allora togliti di torno ».
D'istinto Hermione, che aveva già cominciato ad avanzare, si bloccò nuovamente.
Maledetto.
« So io come risolvere la situazione » disse lentamente.
Draco, ancora dietro di lei, inarcò un sopracciglio. « Ovvero? »
« Pietrificus Totalus! »

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