55. A little less conversation

279 12 2
                                    

Life's a journey, not a destination
and I just can't tell what tomorrow brings

Aerosmith, Amazing



Hermione Granger, in tutta onestà, avrebbe voluto evitare di fare ciò che stava per fare.
Ma non poteva.
Aveva provato e riprovato a venirne a capo da sola, in quei giorni; ma la situazione era così intricata e complessa che le era sembrato sempre più sciocco non sentire un parere esterno. E l'unica persona che poteva aiutarla in quel momento, ovviamente, si trovava nella parte più remota del circondario di Hogwarts.
Il campo di Quidditch.
Trafelata, Hermione si faceva largo tra cumuli di neve e alberi sradicati, rischiando di inciampare più volte nello scendere dalla collina. Le guance rosse di freddo e l'aria gelida che le usciva a fiotti dalla bocca, cercava di camminare più speditamente possibile lanciando occhiate preoccupate ai fiocchi di neve che scendevano dal cielo.
Un'altra tormenta sembrava essere alle porte, a giudicare dai nuvoloni grigi che la sovrastavano. Tuttavia, non poteva certo permettere alle incombenze atmosferiche di intralciarla.
Non in una situazione così urgente.
Fu così che Hermione, in meno di cinque minuti, riuscì ad arrivare al campo di Quidditch decisamente sconvolta e provata. Il mantello e i capelli pieni di neve sciolta, salì velocemente le scalette esterne udendo nel silenzio della valle le alte voci dei giocatori che si preparavano. Giunse in cima e poté notare un bel gruppetto di Grifondoro venuto ad assistere agli allenamenti, tra cui una Lavanda Brown completamente su di giri.
Hermione individuò subito Harry, con la spilla da Capitano appuntata sul petto, in equilibrio sulla Firebolt mentre parlava con Seamus Finnegan, seduto sugli spalti. Lo raggiunse a gran velocità.
« Hermione! » esclamò Harry non appena la vide. « Che ci fai qui? »
« Devo dire una cosa a Ron e a Ginny... » boccheggiò ricomponendosi, « dove sono? »
« Si stanno ancora cambiando. Anzi, no... ecco Ron ».
Uscì in quel momento, a cavallo della propria scopa.
Hermione si sporse sul cornicione. « Ronald, la professoressa McGranitt mi ha detto di ricordarti che oggi pomeriggio dobbiamo sovrintendere le decorazioni natalizie nella Sala Grande ».
Ron si stava ancora infilando i guanti. Si fece perplesso. « Ah, già... con i Caposcuola delle altre Case immagino. » Fece una smorfia. « Devo proprio esserci? »
« Certo che sì, lo facciamo ogni anno! »
« Oggi pomeriggio sarò malato, ho questa sensazione ».
Hermione aprì bocca per ribattere, ma Ginny uscì in quel momento dagli spogliatoi e passò dietro le spalle di Ron. « Se hai bisogno di una bella fattura, Ron, devi solo chiedere ».
« Vipera » sibilò lui torvo.
Hermione ne approfittò e fece cenno a Ginny di avvicinarsi. « Harry, mi dispiace, devo proprio rubartela per qualche minuto. E' un problema? »
« No no, fai pure, come puoi vedere il resto della squadra sta facendo merenda » sibilò irritato, e fluttuò verso gli spogliatoi con la probabile intenzione di fare una bella ramanzina a tutti i ritardatari.
Ginny lasciò la scopa sugli spalti e fissò Hermione con la fronte aggrottata. « Cosa devi dirmi? »
Era arrivato il momento.
Hermione la prese per la manica e la trascinò più su, al riparo da orecchie indiscrete, e la fece sedere. Si mise accanto a lei e diede in un sospiro profondo.
Faceva freddissimo, ma si sentiva il viso scottare. Ginny intanto, con i suoi occhi scrutatori, già la fissava mezza scioccata, come quasi indovinando cosa l'altra volesse dirle.
« Oh, d'accordo. Devo dirti delle cose. » Hermione si strinse la sciarpa al collo e parlò velocemente, inghiottendosi le parole. « Io e Draco ci siamo rimessi insieme e voglio invitarlo a casa mia durante le vacanze di Natale, ma non so come dirglielo. Se non te l'ho detto prima è perché per ora non lo sa nessuno, l'ho deciso io per vedere se è davvero cambiato oppure no. Mi sembra di sì. Per questo mi farebbe piacere invitarlo. Ma non so come fare. Non la stiamo prendendo seriamente come prima, è molto più... alla giornata? Come si dice? Oh, se glielo dicessi si spaventerebbe a morte, ma se non lo facessi sembrerebbe che di lui non mi importi niente, no? Insomma, è un gran casino. Però alla fine così saremmo pari... io ho conosciuto i suoi genitori, perché lui non dovrebbe conoscere i miei? Secondo te mi faccio troppe paranoie? »
Ma Ginny, già dalla primissima frase, probabilmente aveva pensato ad uno scherzo. Aveva ascoltato con la bocca aperta dallo stupore; e guardava Hermione come se si sentisse tradita e non sapesse bene con chi avesse a che fare. « Malfoy? » sbottò indignata. « Di nuovo con Malfoy! Oh, lo sapevo! »
Hermione si seppellì il volto in una mano mentre l'altra, sempre più sconvolta, riprendeva fiato. « Ma Hermione... te ne ha fatte di tutti i colori! Okay, anche a me in effetti sembrava pentito, però da qui a tornare insieme a lui così velocemente... e adesso vuoi addirittura portarlo a casa tua... non è da te! Tu sei quella che calibra tutto, che fa le cose lentamente! Che ti è successo? Cos'è questa improvvisa botta di vita? »
A Hermione venne quasi da ridere. « Ti dirò, l'ho pensato anche io. Non è da me. Ma mi sento diversa e... mi piace » ammise.
Ginny rimase senza parole. E Hermione sentì di poterla capire perfettamente.
Fino a due settimane prima aveva odiato Draco con tutta se stessa e aveva capito che, con tutta probabilità, lui non era il ragazzo giusto per lei. Ma il suo cuore era già ben oltre.
La ragione non aveva potuto vincere su niente. Non si era mai sentita così spericolata, così poco se stessa.
Così viva.
« Oh, beh, che vuoi che ti dica? » Ginny si grattò la testa. « Ormai sei totalmente persa per lui. Basta guardarti. Siete la coppia più strana del mondo, parola mia ».
« Sì, ma cosa dovrei fare? »
« Io se fossi in te gli proporrei la cosa... e vedrei come reagisce. » rispose Ginny meditabonda. « Se accetta subito, è perfetto. Se ti dice che deve pensarci, è un farabutto. Se rifiuta, uccidilo lentamente e dolorosamente ».
Hermione annuì piano. Le cadde lo sguardo sul campo di Quidditch. « Se rifiuta saprò una volta per tutte se vale la pena di fidarmi di lui oppure no. Questa è la prova del nove, non può sbagliare. Sa benissimo che sto studiando tutte le sue mosse. » fece un sorrisetto. « Glielo dirò oggi stesso, non appena lo incontrerò ».
Sentì il cuore battere più velocemente a quel pensiero. E se avesse declinato l'invito? Non voleva nemmeno pensarci.
Ginny sembrava avvilita. Probabilmente dava per scontato che Draco l'avrebbe fatta soffrire di nuovo.
E un po' era anche la sua paura, doveva ammetterlo.
Guardò di nuovo verso il campo e stavolta notò Ron, sulla scopa, che conversava amabilmente con Lavanda, sporta verso di lui dagli spalti.
« A quanto pare non sono l'unica ad essere impazzita » considerò Hermione.
Ginny seguì il suo sguardo e fece una smorfia. « Dammi retta, quei due finiranno di nuovo insieme. Sono due disperati cronici. Cioè, senza offesa per te, infatti tu eri troppo per lui. Mio fratello è attirato più... dalle ragazze sciocchine. E da quelle che respirano, soprattutto ».
Hermione annuì consapevolmente mentre Lavanda, ululando dal ridere, si gettava i capelli dietro le spalle in una mossa che considerava seducente. Ron aveva il petto in fuori e un contegno da uomo virile.
Ginny sbuffò sonoramente e sospirò mentre l'altra, con una lieve tensione nel petto, si annodava i capelli tra le dita.



The TheatreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora