32. Gone with the sin

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Aveva il sapore di una mela sbucciata con un coltello d'acciaio.
Aldous L. Huxley

Gli occhi di Draco, le ciglia ben sollevate in uno sguardo profondamente concentrato, sfiorarono il riflesso dei lucidi bottoncini neri della giacca. Si volse appena, le braccia tese ai suoi lati, la schiena a piegarsi velocemente; il mantello lungo quasi fino al pavimento oscillò leggero. Lo specchio restituiva la limpida immagine di un giovane elegante dall'aria inaspettatamente crucciata – le sopracciglia affondate in un arco dubbioso, e le labbra, condensate in una smorfia, contorte sotto al naso lievemente arricciato.
Blaise gli passò accanto, gli occhi scuri vivi di allegria.

« Oh, sei davvero bellissimo » squittì, nell'affettazione di un gridolino entusiasta, e Draco gli scagliò un leggero pugno sul braccio.
« La situazione è seria, invece. » Sbottò, risoluto, e tornò presto a rimirarsi da tutte le angolature. « Credi che questo mantello sia un po' troppo lungo? »
Lo spiegazzò vivacemente, con una presa ferrea che tradiva tutto il suo nervosismo. Questo gli dondolò sulla schiena, e Blaise, in risposta, sollevò un sopracciglio.
« Non ti sfracellerai al suolo, se è quel che temi ».
« Questo lo dici tu. » Draco, impensierito, continuava a consumare il mantello con gli occhi. « Ma se sei così sicuro, potrò dare la colpa a te se mai dovesse accadere ».
La prospettiva di rompersi una gamba, d'altronde, era un più che valido incentivo per rifarsela con Blaise. L'idea lo rallegrò, tanto che Draco sentì le labbra sollevarsi in un sorriso gongolante; l'amico, in risposta, non poté far altro che alzare gli occhi al cielo.

« Andiamo, adesso tocca a te ».
Theodore arrivò a passo svelto, l'aria inequivocabilmente sadica e una boccetta tra le mani. Ghignava; i suoi denti risplendevano di pura e indomabile minaccia. Era un po' inquietante, in effetti. Draco osservò il viso dell'amico con un'espressione che volò dallo sconcerto alla diffidenza in pochi istanti.
« Siamo sicuri che questa roba sia a posto? » Commentò sprezzante, afferrando la boccetta che l'altro gli tendeva. « Proviene pur sempre dai Weasley ».
« Bè, io sono vivo » Theodore scrollò le spalle, sorridendo nei suoi lucidi canini allungati, i quali oltrepassavano leggermente la linea del labbro inferiore. Poi prese un'aria maliziosa. « O quasi ».

Draco non si sentiva per niente fiducioso. Scoccò un'occhiata a Blaise, che al suo fianco, fissava la boccetta con la stessa faccia titubante. La loro esitazione la diceva lunga. Erano troppo codardi per buttare giù quella pozione, ma lo erano anche per tirarsi platealmente indietro.
Theodore sembrò annoiarsi della loro esitazione, e fece un gesto impaziente con la mano. « Andiamo, ragazzi. Sapete bene che le alternative erano poche; o i denti finti dei Tiri Vispi Weasley o il filtro di Magie Sinister, ma quello funziona davvero. Avremmo azzannato metà scuola nel giro di dieci minuti ».
Il che non sarebbe stato poi così male, rifletté Draco. Studiò silenziosamente il liquido che oscillava all'interno del flaconcino trasparente, una brodaglia color guscio d'uovo dall'aria meno invitante che mai. Lanciò un'occhiata biasimevole agli altri due – era tutta colpa loro se il suo nobile palato era costretto ad accogliere una simile atrocità – e in un sol gesto, strizzando gli occhi come trovandosi di fronte a una medicina cattiva, la svuotò.
Terribile. Disgustosa e nauseabonda come aveva premeditato. Ma l'effetto, per sua fortuna, durò soltanto l'istante necessario a fargli strabuzzare gli occhi; subito dopo i denti esplosero in un lampo di dolore. Tenendosi spaventato la mandibola, Draco sentì i canini allungarsi. Rimase immobile, fermo come una statua. Respirava. Era vivo.
Eccitato, aggirò i due amici, che lo fissavano con tanto d'occhi, e si precipitò allo specchio.

« Dio! » Esclamò. « Ragazzi, visione celestiale non si avvicina abbastanza a ciò che sono diventato ».
« Per un paio di denti finti che spariranno entro un'ora? » commentò Theodore sarcastico, mentre Blaise, lì accanto, buttava giù la pozione a sua volta con aria disgustata.
Draco, che ammiccava verso lo specchio con un sorriso tutto denti, guardò Theo oltraggiato. « Sì. » sottolineò, convinto. « Guarda come sono intimidatorio. Guardami bene! Non ti faccio venire la pelle d'oca? Sii sincero. » Tornò ad ammirarsi con compiacimento. « La mia bellezza, adesso, è ufficialmente ultraterrena ».
« D'accordo. » Theodore, sogghignando, premette il pollice contro i denti. Si fece indispettito. « Ehi, sono appuntiti. Se provassi ad azzannarvi, secondo voi cosa accadrebbe? »
Blaise, i cui canini allungati adesso brillavano sinistri, indugiò sulla boccetta vuota che aveva tra le mani. « L'etichetta dice che non succederebbe niente. Non sono denti da veri vampiri, sono soltanto un po' più aguzzi del solito ».
« Dovevamo prendere la pozione di Sinister. » Draco, staccandosi dallo specchio, guardò elettrizzato i compagni. « Non mi sarebbe dispiaciuto dissanguare qualcuno ».
« Sì, bè, avrei potuto mettere Flitt fuori uso per un po' » considerò Blaise, sovrappensiero, e si riscosse dalle sue fantasticherie quando Draco lo superò, guardando l'altra parte della stanza.
« Avete finito, voi due? »

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