Ero arrivata per prima ed ero completamente sola nella Palestra-Esterna. Probabilmente gli allenamenti delle altre squadre erano stati spostati all'interno, dato che non eravamo gli unici ad andare in missione.
Non mi dispiaceva avere gli ultimi minuti di pace: era una bella giornata e il caldo mi sembrò una consolazione sapendo dove saremmo andati; non c'era vento e si sentiva solo il ronzio di qualche ape che volava in cerca di fiori da impollinare.
Non riuscivo a smettere di controllare l'orologio, meccanicamente osservavo i minuti passare lenti. Mi chiesi se avessi dovuto ringraziare Bayer per quel dono, ma per l'ennesima volta non riuscii a darmi una risposta per quella domanda tanto particolare.
Erano le 16:20 quando iniziarono ad arrivare i miei compagni. Per prima incontrai Welleda. Era seria in viso ma non sembrava agitata; infatti mi confidò che aveva preso un'altra tisana dall'infermeria, una meno potente. Perché non l'avevo presa anche io? Dopotutto era la prima volta dopo mesi che tornavo in azione.
Poi arrivarono i due gemelli, serenamente parlavano e ridevano per qualcosa.
«Ho consigliato la tisana anche a Freddy, non vedi com'è rilassato?», mi mormorò Welleda facendosi sfuggire una risatina. Forse sarei stata contagiata anche io se solo avessi bevuto quella pozione di calma. Ma io non avevo preso niente ed ero tesissima.
«Fino a quando farà effetto?», chiesi mentre guardavo i ragazzi ormai a pochi passi da noi.
Vidi Welleda abbassare leggermente la testa. «Nel momento esatto in cui non dovrebbe», disse tristemente. «Quando inizierà ufficialmente l'evento.» La ragazza poi alzò le sopracciglia, anche se le riportò subito al suo posto, e mi spiegò brevemente che non potevano riprenderla perché avrebbe potuto creare sonnolenza
Tempismo perfetto.
I due ragazzi ci raggiunsero sotto la striscia di ombra e poco dopo iniziammo subito a distrarci a vicenda. Freddy e la sua parlantina fluida ci fece scordare il motivo perché ci trovavamo in quel posto.
Bayer arrivò una decina di minuti dopo con il suo umore poco sereno, totalmente diverso da quello che avevo visto circa un'ora prima. Non dovetti pensare troppo alla causa del suo cambio d'atteggiamento, anche perché subito dietro di lui spuntò Alecsei con un grosso sorriso; ero certa che il mal umore del comandante fosse il risultato di una discussione tra loro due.
Ci facemmo seri e silenziosi per le informazioni di Bayer. «Possiamo partire», disse mettendosi una mano sulla fronte per ombreggiarsi gli occhi. «Ora cammineremo nel bosco fino al Muro. Da lì dovremmo muoverci più velocemente. Ci sposteremo fino alla cittadina di Junter dove ci nasconderemo in un appartamento sicuro», ripetè il programma che conoscevamo bene. Erano giorni che non facevamo altro che parlarne.
Bayer passò i suoi occhi intimidatori su tutti noi, come per ricordarci che era lui quello che impartiva gli ordini. Quello a cui non dovevamo disobbedire.
«Quando attraverseremo le strade di Junter cercate di comportarvi in modo non sospetto», sottolineò guardando maggiormente Freddy, che annuì sforzandosi di non sorridere. Il comandante lo notò e scosse leggermente la testa in disaccordo. Poi rivolgendosi a tutti aggiunse: «Prendete questa. È una pasticca che illude il cervello sulla temperatura. Ha una durata di circa dieci ore, quindi non dovreste avere problemi per la missione.»
Consegnò una pasticca molto simile al miracolo, l'unica differenza era il colore: quelle che erano sul suo palmo erano celesti.
Gli studenti la presero senza alcun dubbio, mentre io e Alecsei rimanemmo fermi al nostro posto. Entrambi avevamo un'espressione accigliata, io rivolta al miracolo, lui al comandante.
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Lame nella Schiena
Science FictionL'isola di Prirode è divisa a metà, come era già successo in passato. Il Sud, per poter salvare la nazione dalla guerra imminente, decide di offrire la possibilità ai carcerati di arruolarsi in cambio di una riduzione di pena. È per questo che Reila...