Uscii dalla porta contemporaneamente a Maya. Non l'avevo ancora inquadrata bene, a parte il suo carattere forte e focoso; stava sulle sue, non che la ritenessi una cosa negativa, ma non mi convinceva molto.
«Questo pomeriggio siamo nella Palestra-Esterna, andiamo!», mi incoraggiò Maya, avviandosi per il corridoio. La seguii senza dire niente, arrivando giusto in tempo per la seconda sirena.
Fuori c'erano altre quattro squadre con i propri comandanti. Questa volta Bayer era già presente e stranamente allegro.
«Mi è arrivata voce che», disse, guardando tutti noi, «voi ex-criminali non avete avuto molto tempo di stare all'aria aperta, quindi ho pensato di occupare questa palestra almeno una volta al giorno, così da potervi far recuperare il tempo perduto.» Mentre finiva di dire la frase gli era sorto un grande sorriso, cattivo e crudele; inoltre mi aveva riservato uno sguardo indecifrabile.
Non capivo perché il comandante si stesse comportando così, ma mi era chiaro che si fosse offeso per quello che avevo detto. O forse voleva fare solo un dispetto a noi soldati?
Il sole, già in quei pochi minuti, aveva riscaldato di molto le nostre teste. Le temperature erano alte e non c'era un filo d'ombra, a parte quella creata dai piccoli ombrelloni per i comandanti; loro avevano a disposizione anche un sedia situata sotto di quello.
Inizialmente pensai che Bayer non l'avrebbe utilizzata, ma non fu così. Tutta l'ammirazione che gli avevo dato negli allenamenti precedenti me la rimangiai. Lui se ne stava seduto con le gambe allungate e aperte, come se si annoiasse molto nel vedere gli esercizi svolti dai suoi soldati. Si era alzato solo quelle poche volte per far vedere il modo corretto nel farli.
Finito il riscaldamento eravamo tutti grondanti di sudore, le magliette erano completamente madide. Mi sentivo senza forze ed ero sicura che tutti stavano provando la mia stessa sensazione.
L'unico lato positivo fu che quel pomeriggio ci allenammo sulla mira. Ognuno aveva a disposizione una pistola con dei proiettili finti che servivano solo per verificare la precisione del colpo.
Rimasi stupita nel vedere la bravura di Welleda, io stessa non ero mai così accurata. Era stata modesta nel definirsi "Una con la mira buona".
Freddy era una frana, non riusciva neanche a prendere il manichino che faceva da bersaglio. Caos, invece, non se la cavava male. Riusciva spesso a prendere i punti segnati con delle grosse x. Si dava forza ripetendosi "Meglio di niente" e il suo gemello, nel sentire quelle parole, si rattristava, aumentando così la sua incapacità.
Maya era okay e Alecsei si avvicinava molto a me come bravura, i nostri colpi non andavano mai a vuoto.
La prima ora la passammo così, ma la seconda ci toccò il percorso: dovevamo sparare ai bersagli muovendoci per evitare gli ostacoli.
Caos perse l'autostima che gli era cresciuta nell'esercizio precedente, il suo sguardo sempre basso la diceva lunga.
Freddy scoppiò di gioia quando per sbaglio riuscì a colpirne uno; mi crebbe un grosso sorriso vedendo la sua felicità.
Maya si innervosiva molto quando mancava i bersagli e si lamentava molto del caldo.
Io persi due colpi, ma diedi la colpa allo stordimento del sole.
Alcsei centrò tutte le x, ma mai perfettamente come Welleda.
Mancava poco alla fine dell'allenamento quando Maya fece esplodere la sua rabbia che aveva accumulato fino a quel momento. Si arrabbiò così tanto da richiamare l'attenzione di Bayer all'ombra e di farlo addirittura avvicinare.
«Cosa c'è, Maya?», chiese il comandante tranquillo a pochi passi dalla sua squadra.
«Io non sbaglierei così tanti colpi se non facesse così caldo. È un inferno, è impossibile allenarsi in questo modo...»
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Lame nella Schiena
Science FictionL'isola di Prirode è divisa a metà, come era già successo in passato. Il Sud, per poter salvare la nazione dalla guerra imminente, decide di offrire la possibilità ai carcerati di arruolarsi in cambio di una riduzione di pena. È per questo che Reila...