Mi svegliai di soprassalto. Realizzai subito che mi ero addormentata senza accorgermene e per quello mi maledii. Guardandomi i piedi con ancora addosso le scarpe mi chiesi come avessi fatto a dormire decentemente.
Sconfortata mi alzai per fermare la sveglia. Dopodiché mi spogliai dalla tuta del giorno prima e poi mi fiondai in bagno. Sotto la doccia cercai di ragionare: pensai che probabilmente Alecsei non mi avrebbe mai dato delle risposte, quindi il mio tentativo di restare sveglia non avrebbe comunque portato a niente. Il profumo forte dello shampoo mi inondò le narici distraendomi finché non mi buttai sotto il soffione con gli occhi chiusi.
Non riuscivo a formare tante ipotesi su come fosse riuscito a scomparire nel nulla, ma l'unica che mi sembrò fattibile fu che la rete fosse staccata dal palo e che poteva essere alzata; un buco da cui era passato. Non mi convinceva, ma era sempre meglio di niente. Quindi, per avere una risposta, non avrei fatto altro che andare alla rete e verificare in prima persona.
A colazione trovai tutti ad eccezione di Alecsei. I ragazzi erano stranamente silenziosi, soprattutto Freddy che era l'unico che riusciva a conversare anche di mattina presto.
«Siete agitati per la missione?», chiesi, aprendo così il vaso di Pandora.
Welleda a ogni parola che pronunciava le si bagnavano sempre di più gli occhi per la paura, fu però abbastanza forte da non versare neanche una lacrima. Caos disse solamente che era teso e Freddy, invece, iniziò un discorso complesso e strano che tutti facemmo fatica a seguire, e soprattutto a capire.
«Ma che cosa stai dicendo? Come sei riuscito ad arrivare a dei possibili attacchi alieni?», domandò il suo gemello sorpreso e confuso.
Al che Welleda non riuscì a trattenere una risata. Era così spontanea e genuina che fece rallegrare tutti, me compresa. Freddy non si offese e spiegò meglio il suo ragionamento.
Io, invece, osservai gli occhi contenti di Caos che nel giro di qualche secondo erano passati da preoccupati ad avere pura voglia di vivere; tutto grazie all'essere riuscito a far sorridere i suoi più cari amici. Mi vergognai di quando mi beccò ad osservarlo, tanto che mi sentii costretta ad abbassare il viso.
Poi un grosso tuono fece azzittire tutta la mensa. Noi al tavolo ci guardammo sull'attenti.
«Grandioso, ci mancava il temporale», disse schizzinosamente Freddy sistemandosi i suoi capelli già perfetti. «Speriamo solo che domani non piova.»
Il temporale peggiorò nel giro di pochi minuti: fulmini e tuoni potenti interrompevano e spaventavano i soldati nella Base, la pioggia cadeva veloce e fitta, creando diverse pozzanghere all'esterno. Ero contenta di rivedere un temporale, anche se sapevo che quelle precipitazioni potevano essere pericolose se duravano troppi giorni.
Durante l'allenamento mattutino mi concentrai su me stessa e sull'insegnare i movimenti a Welleda; eravamo di nuovo in coppia, ma in quel momento stavamo facendo una piccola pausa.
La ragazza con i capelli più spenti del solito si era lasciata cadere gentilmente sul pavimento e io l'avevo raggiunta con meno grazia. Parlammo per qualche minuto di metodi per difendersi finché la vidi giocherellare con un bracciale. Ero sicura che lo avesse da pochi giorni, o almeno che non lo avesse da quando ci eravamo incontrate per la prima volta, ormai circa tre settimane fa.
Era un semplice nastro di spago, non era bello e sembrava improvvisato. Capii che doveva avere un significato per renderlo di valore ai suoi occhi.
Welleda mi vide guardare il suo bracciale e in reazione mi rivolse un sorriso. Pensai che allora me ne avrebbe parlato, ma invece cambiò discorso.
«Ieri mi hai fatto spaventare molto, ma vedo che con il miracolo ora stai meglio», disse studiandomi il naso.
Risi debolmente. «Non era nei miei piani svenire.»
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Lame nella Schiena
Science FictionL'isola di Prirode è divisa a metà, come era già successo in passato. Il Sud, per poter salvare la nazione dalla guerra imminente, decide di offrire la possibilità ai carcerati di arruolarsi in cambio di una riduzione di pena. È per questo che Reila...