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La folla si posizionò creando un corridoio per far passare il Governatore. Alcuni sgomitavano per poter arrivare in prima fila, per poterlo vedere e sperare di poter parlare con lui, e proprio per quello, io e Bayer, fummo malvolentieri spinti, ritrovandoci davanti al passaggio.

Guardai Bayer al mio fianco contrariato di quel posto in prima fila. Poi mi soffermai sull'entrata, curiosa di vedere il Governatore della mia vecchia patria in persona. Mentre aspettavo che succedesse, cercai in tutti i modi di intravvedere i miei compagni tra quei finti nobili, ma, non vedendo nessuno, cercai di tranquillizzarmi, dicendomi che forse era meglio così.

«Andrà tutto bene», sussurrai, cercando di farlo distrarre anche per un solo secondo, ma Bayer teneva gli occhi fissi sulla porta.

Ragionai su quanto fosse brutto avere a pochi passi il proprio nemico e non poter fare niente.

Anche io lo avrei avuto davanti, ma io lo avevo sempre considerato più come una persona da evitare, che non avrei mai dovuto incontrare perché non sapevo quanto impulsiva sarei diventata. Spesso mi ero ripromessa di vendicarmi, ma Gen non avrebbe voluto e io lo sapevo bene. «Non metterti nei guai», mi aveva detto quel giorno, e io glielo avevo promesso.

Misi titubante una mano sulla parte alta della schiena rigida di Bayer, per dargli un qualsiasi tipo di conforto, come prima lui aveva fatto con me, e trattenni il respiro quando riuscii a sentire i suoi muscoli rilassarsi. Stava per la prima volta staccando gli occhi dalla porta per girarsi verso di me, quando Lukian fece il suo ingresso. Al che la schiena di Bayer si fece tesa di nuovo e io tolsi il contatto, pensando di non poter fare di meglio.

Tutti fecero un inchino e io mi resi conto che era la prima volta che lo facevo seriamente per una figura importante. Posai gli occhi su di lui, che camminava lento nel corridoio: era leggermente invecchiato dall'ultima volta che lo avevo incontrato a Drevnigoro nel giorno del mio compleanno. Quando ero a Iya lo avevo visto su diverse copertine di giornali e alla Base Militare era capitato di ascoltare qualche sua notizia da Caos.

Eppure era così strano ritrovarselo davanti mentre tutti gli sorridevano e allungavano le braccia per toccarlo come se fosse un santo. Era vestito con un completo color ciano e la cravatta era rosso scuro. I capelli erano ben pettinati, in modo da nascondere la cicatrice che si era procurato nell'incidente che lo aveva reso Re.

Mentre si avvicinava, anche io ero stata contagiata nel voler allungare una mano, ma poi rinsavii da quello stato di trance, ripensai a tutto il male che aveva fatto e tenni la mano ferma. Soprattutto per Gen, che era stata vittima del suo governo.

Bayer teneva lo sguardo sul pavimento e sapevo che sarebbe stato meglio che anche io lo abbassassi, ma non ci riuscii; e più vedevo il Governatore, più odio provavo per lui.

Quando camminava, si fermava a parlare con qualche suo conoscente, o forse solo con qualche invitato a caso. E, come se fossimo una grande calamita per le sventure, Lukian si fermò anche davanti a noi, obbligando così Bayer ad alzare lo sguardo.

Il comandante cercò di sorridere, ma l'espressione che aveva sul viso era tutt'altro che solare, inoltre aveva appoggiato una mano dietro la mia schiena, come per presentarmi. Solo dopo pochi attimi mi accorsi che sulla mia schiena c'era in realtà un pugno. Al che mi avvicinai a Bayer e spostai la sua mano sulla mia vita, in modo da metterla sotto la luce del Re, così che non potesse fare passi falsi tirandogli un colpo.

Lui sembrò sorpreso dal mio gesto, ma non lo si notò dal suo tono di voce. «Signora Aspyrov e compagna», ci presentò il comandante con i nomi inventati per l'occasione.

Il Governatore annuì elegantemente e fece un grande sorriso. «Molto graziosa», commentò, rivolgendomi un'occhiata e chiedendomi la mano con un gesto.

Lame nella SchienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora